Fake news di stato: tutte le bufale trasmesse dalla Rai sulla guerra in Ucraina

Il campionario è ricco: dalla copertina (falsa) del Time al fuori onda di Lucia Annunziata e Antonio Di Bella al Tg3, fino alle minacce del Pd

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Monica Maggioni, la falsa copertina di Time trasmessa dal Tg1 e Lucia Annunziata
Monica Maggioni, la falsa copertina di Time trasmessa dal Tg1 e Lucia Annunziata

La guerra in Ucraina sta facendo uscire fuori il peggio del giornalismo televisivo italiano, in particolare della Rai. In questi giorni di conflitto e propaganda, sono tantissime le figuracce e le bufale trasmesse dal servizio pubblico. I primi sono stati Lucia Annunciata e Antonio Di Bella: durante una diretta del Tg3 dall’ambasciata russa a Roma, i due giornalisti hanno definito gli ucraini in Italia un popolo di “camerieri, badanti e amanti”. Ovviamente fuori onda, pensando di non essere sentiti. Sono seguiti nessun particolare clamore (al di là della bolla social) né richieste di dimissioni e le scuse ufficiali.

Guerra Ucraina: tutte le fake news della Rai

Peggio ancora ha fatto il Tg2. Un servizio dell’edizione pomeridiana del telegiornale ha fatto passare una parata militare del 2020 come la Russia che “bombarda Kiev” (un video già pubblicato online dal Sole 24 Ore) e uno spezzone del videogioco War Thunder come una “pioggia di missili” che si abbatte sull’Ucraina. Un doppio colpo di disinformazione segnalato dal giornalista Simone Fontana sul suo profilo Twitter.

La pioggia di missili in Ucraina secondo il Tg2

Daniele Piervincenzi ad Anni 20 Notte ha avuto la stessa sciatteria: sono state trasmesse immagini di un videogame come quelle della contraerea ucraina che fronteggia l’assalto dell’esercito russo. RaiNews 24 è invece riuscita nell’impresa di mandare in onda l’esplosione di una fabbrica a Tianjin in Cina, avvenuta nel 2015, spacciandola per un bombardamento russo in Ucraina.  

Numerosi notiziari Rai inseriscono nelle loro edizioni una foto – già diffusa dall’Huffington Post e ripresa da Repubblica – che ritrae le donne di Kiev che piangono per i loro figli. In realtà si tratta di donne di Donetsk fotografate nel febbraio del 2015 durante i funerali dei soldati uccisi dall’esercito ucraino nella battaglia di Debaltsevo.

Monica Maggioni al Tg1
Monica Maggioni al Tg1 (foto: RaiPlay)

Non è da meno Monica Maggioni, la direttrice del Tg1. Nello speciale mattutino del 28 febbraio, la giornalista ha mostrato agli spettatori una copertina del magazine Time sulla quale spicca Vladimir Putin ritratto come Adolf Hitler. La didascalia recita: “Il ritorno della storia. Come Putin ha distrutto i sogni dell’Europa”. Peccato che il titolo sia vero ma quella cover sia falsa: su quella originale non c’è Putin versione Führer ma un carro armato.

Quando al Tg1 il vaticanista Ignazio Ingrao ha ricordato la visita di Papa Francesco all’ambasciatore russo, la Maggioni, già attenzionata per le maratone sul Quirinale, ha “diplomaticamente – diciamo – criticato il Papa per questa mossa”, sostiene il giornalista Michele Arnese sui social. “Sentendola dire ‘eh ma non ha avuto alcun successo’ mi sono chiesto se diceva sul serio o era ubriaca”, aggiunge un utente.

Il commento di Michele Arnese sul “caso” Maggioni-Ingrao

Michele Anzaldi, deputato renziano in Commissione di Vigilanza, è l’unico a farsi qualche domanda. “Possibile che nessuno controlli in Rai cosa va in onda?”, scrive su Twitter.

“1.700 giornalisti, decine di direttori e vicedirettori non bastano ad evitare simili errori? Che fine ha fatto la Task Force contro la fake news? In questo modo viene usato il canone degli italiani? Imbarazzante disservizio pubblico”, è il commento tranchant di Anzaldi.

Il tweet tagliente di Anzaldi

Il culmine si è però raggiunto con la vicenda dei cronisti Marc Innaro e Alessandro Cassieri. I due giornalisti, inviati da Mosca, fanno egregiamente il loro lavoro e forniscono un’analisi completa e non appiattita di quanto accade tra Russia e Ucraina da otto anni a questa parte.

Nel corso del Tg2, Innaro ha spiegato che gli europei “scontano una colossale assenza di memoria storica” perché “basta guardare la cartina geografica per rendersi conto che negli ultimi trent’anni, dopo il crollo dell’Unione sovietica, chi si è allargato non è stata la Russia: è stata la Nato”. Cassieri racconta da tempo la “russofobia” dell’Ucraina e la presenza di paramilitari nazisti ucraini che hanno compiuto crimini tra i civili nel Donbass, liberi di agire col benestare del governo e nel silenzio totale dei governi occidentali. Apriti cielo.

Il giornalista Matteo Grandi cerca di fare chiarezza sulle accuse della collega Olga Tokariuk

Il Pd, imbeccato dalla freelance ucraina Olga Tokariuk, insorge e accusa: la Rai è “filo-Putin”. “È inammissibile che ci siano spazi di cedimento nel servizio pubblico – fanno sapere dai piani alto del partito –. Un conto è la sacrosanta libertà di espressione dei giornalisti, un altro essere megafono di una parte”.

Va ancora oltre Andrea Romano, parlamentare del Pd in Commissione di Vigilanza. Eleonora Mongelli, vice-presidente della Federazione Italiana Diritti Umani, accusa sui social RaiNews 24 di aver ospitato Sara Reginella, giornalista autrice del libro Donbass: la guerra fantasma nel cuore dell’Europa e del documentario Start Up a War. Psicologia di un conflitto. Secondo la Mongelli, quanto detto da Reginella nell’intervista “è di una falsità gravissima”. Romano è d’accordo e minaccia la Rai affinché “eviti di dare spazio a falsità palesi e interpretazioni compiacenti verso i crimini di Putin”.

La “minaccia” di Andrea Romano alla Rai

L’ultimo in ordine di tempo è Roberto Saviano. Lo scrittore napoletano è stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa per sostenere una curiosa tesi: dietro il conflitto ci sono la mafia russa gemellata con le organizzazioni criminali ucraine.

Secondo l’autore di Gomorra, fu la rivolta europeista di Maidan a scongiurare l’accordo sul gas tra Ucraina e Russia, favorito dalla più grande organizzazione mafiosa russa. La malavita ha quindi avuto un ruolo decisivo nel conflitto: per Saviano, Crimea e Donbass “sono territori completamente governati da organizzazioni criminali”.

Saviano sulla guerra in Ucraina stroncato dal Pulitzer

In collegamento con la trasmissione c’era Anne Applebaum, la vincitrice del Premio Pulitzer per la saggistica nel 2004 con il libro Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici. Un’autentica esperta in materia.

La giornalista di The Atlantic è rimasta in silenzio sulle parole di Saviano, salvo scrivere poche ore dopo su Twitter: “Sono appena stata in un programma televisivo italiano in cui qualcuno ha ipotizzato che tutta questa guerra sia una battaglia tra la mafia russa e la mafia ucraina. Intuisco che tutti noi vediamo gli eventi attraverso una lente nazionale…”.

https://twitter.com/anneapplebaum/status/1498068866538348547
Lo sfogo di Anne Applebaum sui social

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