La7 ha sospeso Non è l’Arena: i motivi (veri) dietro la cancellazione del talk di Massimo Giletti

La rete di Cairo ringrazia il conduttore "per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione", ma l'improvvisa chiusura non è certo per gli ascolti o per una scelta di programmazione

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Massimo Giletti a Non è l'Arena
Massimo Giletti a Non è l'Arena

Terremoto a La7: Non è l’Arena, il talk della domenica condotto da Massimo Giletti, è stato cancellato. La rete di Urbano Cairo diretta da Andrea Salerno ha deciso di sospendere la trasmissione, ufficialmente per una normale scelta di programmazione televisiva. In una nota ufficiale il network “ringrazia Massimo Giletti per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione” e conferma che il giornalista “rimane a disposizione dell’azienda” fino alla fine della stagione.

Non è l’Arena sospeso: la replica di Giletti

Raggiunto dall’agenzia Adnkronos, il conduttore commenta amareggiato la chiusura improvvisa del suo talk. “Prendo atto della decisione di La7 – dice Giletti –. In questo momento, l’unico mio pensiero va alle 35 persone che lavorano con me da anni e che da un giorno all’altro – senza alcun preavviso – vengono lasciate per strada”.

Modi e tempi della cancellazione, tuttavia, non fanno certo pensare ad una questione di palinsesto o di ascolti. I motivi della sospensione risiedono altrove, in particolare nelle inchieste sull’arresto del boss latitante Matteo Messina Denaro che il programma ha portato avanti per settimane e soprattutto nelle interviste che Salvatore Baiardo, uomo di fiducia di Cosa nostra e molto vicino a stragisti della mafia come i fratelli Graviano, ha concesso al giornalista.

La presenza di Baiardo a Non è l’Arena, diventata anche un podcast, sarebbe stata pagata 30.000 euro: gettoni di presenza (regolarmente fatturati) in cambio di scoop. Su queste apparizioni, nelle quali si “predisse” l’arresto di Messina Denaro, sarebbero al lavoro i Pm antimafia. Ma cos’ha detto di così scomodo il testimone in importanti indagini come quella di Firenze sui mandanti occulti alle stragi del 1993, per cui risultano ancora iscritti nel registro degli indagati Berlusconi e Dell’Utri?

Baiardo ha rivelato che la trattativa Stato-mafia “non è mai finita”, i servizi sapevano benissimo dove fosse Messina Denaro, il suo clamoroso arresto è stato “un regalino” al governo Meloni e “l’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo”.

Massimo Giletti a Non è l'Arena
Massimo Giletti a Non è l’Arena (foto: La7)

Massimo Giletti, cosa è successo con Baiardo e Messina Denaro

Le dichiarazioni di Baiardo non sono passate inosservate e avrebbero richiesto addirittura l’interessamento della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia. “Lei sta rischiando parecchio, ma rischiando a 360 gradi non solo a livello di mafia”, aveva detto Baiardo a Giletti.

Il conduttore, attualmente sotto scorta perché minacciato dai fratelli Graviano, è stato ascoltato due volte dalla Procura distrettuale antimafia di Firenze, ma “non risulta nessuna perquisizione né risultano disposizioni di acquisizioni di atti” nei suoi confronti, fanno sapere dall’ufficio del procuratore aggiunto Luca Tescaroli.

Nel frattempo, mentre ci sono pagine e pagine su giornali e siti web dedicate al caso Non è l’Arena, il Corriere della Sera di Urbano Cairo (editore del giornale di via Solferino e di La7) dedica alla vicenda appena una misera colonna. Per Giletti, invece, sono sempre più forti le sirene per un ritorno in Rai nella prossima stagione.

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