Santoro svernicia Fazio e Annunziata: “Altro che martiri, le loro narrazioni sono farlocche”

Ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, il giornalista asfalta i due colleghi, complici in passato dell'ammazzamento del pluralismo in Rai

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Michele Santoro, Fabio Fazio e Lucia Annunziata
Michele Santoro, Fabio Fazio e Lucia Annunziata

Michele Santoro a ruota libera sull’addio alla Rai di Fabio Fazio e Lucia Annunziata. Il giornalista, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, ribalta il piagnisteo sul servizio pubblico lottizzato dalla destra e sulle azioni di controllo e censura urlate dai tele-martiri che si oppongono ad un network sempre più meloniano. Il punto di vista del conduttore di Sciuscià è importante perché lui, insieme ad Enzo Biagi e Daniele Luttazzi, è stata una delle vittime dell’editto bulgaro emanato da Silvio Berlusconi nel 2002.

Santoro asfalta Fazio e Annunziata: “Narrazioni farlocche”

“Le narrazioni che fanno – dice Santoro dei due colleghi – sono sempre un po’ farlocche”. In particolare Fabio Fazio. “Non è vero che è stato quarant’anni ininterrotti in Rai – ricorda il giornalista –. Per esempio, è andato via a lavorare a La7 quando era di Telecom, dove non ha fatto nemmeno una puntata ed è andato via con una paccata di miliardi. Fazio uscì da quell’avventura veramente devastato, era molto più ricco di prima ma camminavamo insieme ad una Festa dell’Unità e la gente lo guardava abbastanza storto”.

Fazio è rientrato in Rai nel 2003, quando ha cominciato l’avventura di Che tempo che fa che si è chiusa in questi giorni con l’annunciato passaggio a Discovery. “Il vero problema – spiega Santoro – è com’è rientrato in Rai. Io non rientrai in Rai, lui sì. Non ci è rientrato solo per i buoni uffici del suo agente, ma anche perché la politica ha voluto che lui tornasse”. Il riferimento è ai governi passati e a Beppe Caschetto, potente manager del conduttore ligure e di una schiera di personaggi (da Roberto Saviano a Michele Serra) che fanno parte della stessa agenzia.

Ma Santoro è ancora più diretto con Lucia Annunziata. L’addio alla Rai della giornalista è stato a dir poco polemico con una nota piena di livore contro il governo Meloni. Eppure, la Annunziata non è certo una novellina: nel 1996 si dimise per sette ore dal Tg3, poi nel 2004 di nuovo dalla presidenza della Rai, e infine nel 2011 da In mezz’ora. Per altro, la sua trasmissione, Mezz’ora in più, era stata confermata dal neo amministratore delegato, il democristiano Roberto Sergio. Ora per lei si prospetta uno sbarco in politica, ovvero una candidatura con il Pd alle prossime elezione europee.

Michele Santoro, Fabio Fazio e Lucia Annunziata
Santoro all’attacco di Fabio Fazio e Lucia Annunziata

Lucia Annunziata lascia Rai, Santoro ricorda suo passato

“Nel momento in cui lasci la Rai dicendo che non sei d’accordo con questo governo – sottolinea Santoro –, uno si deve ricordare che è stata il presidente di garanzia quando a governare era Silvio Berlusconi. Per ventiquattr’ore fu presidente di garanzia Paolo Mieli, che era stato indicato come tale dal governo e dalle forze di opposizione. Mieli disse: ‘Accetto se posso far tornare a lavorare Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro’. Dopo ventiquattr’ore era dimissionario ed è subentrata la Annunziata. Questi due colleghi sono stati il perno attorno a cui è ruotata una politica culturale in Rai fatta di esclusione degli altri e ammazzamento del pluralismo”.

Quando Floris rimprovera il collega di “acrimonia” verso due conduttori che hanno comunque programmi di successo, Santoro non si scompone. “L’azienda avrebbe fatto bene a tenerseli – ammette il giornalista –. Ma io non sono l’azienda e soprattutto non sono un servizio pubblico che tiene fuori il pensiero diverso, e questo pensiero diverso era fuori anche prima, quando loro erano al centro del babà…”. L’intervista a Michele Santoro è disponibile in versione integrale sul sito di La7.

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