Presentato nell’ottobre 2020 in apertura del MIFF, il Festival di Mosca, Pattini d’argento è il kolossal russo di Michail Lokšin che ha sbancato il botteghino in patria. Prodotto tra gli altri da Nikita Michalkov, il film è ambientato a cavallo tra la fine del 1899 e il Capodanno del 1900, quando in Russia c’era ancora lo Zar, ma il Paese era scosso da forti fermenti rivoluzionari. È per questo che sono in molti a domandarsi se dietro quella che appare come una favola per famiglie si nasconda una storia vera.
Pattini d’argento è una storia vera?
La risposta è no: Pattini d’argento è l’adattamento del romanzo omonimo della scrittrice statunitense Mary Mapes Dodge, pubblicato in origine nel 1865. In Italia il libro è disponibile nel catalogo dell’editrice Mursia. La differenza sostanziale tra romanzo e film è che Mary Mapes Dodge, autrice di classici della letteratura giovanile, ambientò la storia dei suoi protagonisti, i fratellini Hans e Gretel, nell’Olanda della prima metà dell’Ottocento, nelle zone del nord immerse nel verde delle campagne e tra i canali ghiacciati da Broek a L’Aia.
Per l’adattamento del 2020, lo sceneggiatore Roman Kantor ha optato per mescolare la finzione con la realtà, un’operazione compiuta tante volte al cinema come nel caso recente di Un sogno per te. È così che la love story tra la ricca Alisa (Sonya Priss), figlia di un ufficiale di alto rango, e il povero Matvej (Fëdor Fedotov), garzone in una panetteria e figlio di un lampionaio, si consuma sullo sfondo della San Pietroburgo di fin de siècle, quella di inizio 1900.
Pattini d’argento, libro e film intrecciano realtà e finzione
Insomma, gli ingredienti sono quelli di Pattini d’argento di Mary Mapes Dodge e di Romeo e Giulietta di William Shakespeare, ai quali vengono aggiunti elementi storici che segnano il passaggio dalla monarchia assoluta e autocratica, con il potere concentrato nelle mani dello Zar, alla rivoluzione del 1905, la nascita dei soviet e la rivolta d’ottobre del 1917.
Non a caso la sceneggiatura sottolinea le gesta della Banda dei Pattinatori, i ladri che si ispirano alle gesta di Robin Hood, il parassitismo della classe nobiliare, la necessità dello studio e della formazione scientifica per le donne, Alisa che ad un certo punto inizia a leggere Il capitale di Karl Marx.
A tutto ciò si aggiunge la storia del pattinaggio in Russia: la stragrande maggioranza dei russi sa pattinare e il pattinaggio artistico è uno degli sport più popolari nel Paese. Una tradizione che nasce proprio nel XIX secolo quando nel 1864 nel giardino Yusupov di San Pietroburgo appare il primo club di pattinaggio e la prima pista aperta al pubblico, e si consolida durante il periodo dell’Urss. Grazie al clima rigido che permette una certa confidenza con il gelo, in epoca sovietica le piste sono presenti in ogni quartiere e questo divertimento invernale rimane tutt’ora quello più diffuso e amato.