Lo sfogo di Paola Perego: “Mio figlio dj in Sardegna, 6 ore di coda per fare un tampone”

La conduttrice racconta l'odissea di Riccardo Carnevale, uno dei tanti ragazzi che hanno partecipato alle feste a Porto Rotondo della Roma bene

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Le feste a Porto Rotondo hanno scatenato l’allarme coronavirus tra i ragazzi della Roma bene che vi hanno preso parte. I contagiati sono sei e tra questi potrebbe esserci Riccardo Carnevale, il figlio di Paola Perego e dell’ex calciatore Andrea. Il ragazzo fa il dj e ha lavorato proprio nelle discoteche sarde che hanno ospitato i party incriminati. Carnevale ha cercato in tutti i modi di effettuare il test e c’è riuscito soltanto dopo una lunghissima attesa. A detta di sua madre, infatti, ha dovuto aspettare ben cinque giorni per fare il fatidico tampone.

Paola Perego, figlio in attesa 5 giorni per un tampone

“Per fortuna – racconta la Perego al Corriere della Sera – lui è un ragazzo molto responsabile, nel mentre è restato chiuso in casa. Ma quando l’altro giorno, dopo sei ore di coda al drive in per fare il tampone, l’hanno mandato via perché chiudevano siamo tutti crollati. Quando ha fatto presente che era uno dei ragazzi che aveva suonato nelle serate di cui stavano parlando anche i giornali, spiegando che c’erano tanti suoi amici che erano stati con lui e che aspettavano di sapere se fosse positivo, si è sentito dire: i suoi amici aspetteranno fino a domani”.

La presentatrice non riesce a capacitarsi del perché le discoteche siano state riaperte per poi farle chiudere dopo un mese e mezzo. “Ci voleva un po’ di testa – ammette la conduttrice –. Inutile ora criminalizzare i locali o i ragazzi: se ti dicono che puoi aprire apri e in discoteca ci vai, se pensi che sia possibile farlo”.

La Perego racconta le sensazioni vissute quando il figlio l’ha chiamata e le ha detto che un suo amico era positivo. “Da allora – rivela – ho temuto e temo ancora gli venga qualche sintomo, lo chiamo ogni giorno per avere rassicurazioni su di lui e sulla sua fidanzata. Ora, al quinto giorno senza sintomi, mi sto rilassando un po’”.

Paola Perego, marito dalla sua parte: “I ragazzi non sono irresponsabili”

“Mi sembra quasi che oggi – aggiunge la showgirl – se dici di essere positivo gli altri ti facciano passare per untore, ti devi quasi vergognare. Ma non è che uno lo fa apposta, è un virus, lo può prendere chiunque. E se succede, anzi, bisogna proprio dirlo, così che chi era in contatto con te corra ai ripari”. Di una cosa la Perego è sicura: non sono i ragazzi ad aver diffuso il virus e non bisogna colpevolizzarli, come ha fatto un recente e discusso servizio del Tg1.

“Le persone – ammette la conduttrice – sono confuse. Ora devi indossare la mascherina anche all’aperto ma dopo le 18, perché? Prima non succede nulla? E come mai i locali all’aperto fino a qualche giorno fa parevano sicuri e adesso no? Non so se sia leggerezza o mancanza di preparazione, sta di fatto che i ragazzi tanto criticati non hanno neanche la possibilità di sapere se hanno o no il virus, quando ci sono validi motivi che glielo fanno sospettare. Se fossero così irresponsabili, non avendo sintomi, avrebbero potuto fregarsene invece si sono autodenunciati per non infettare altre persone”.

Un primo piano di Paola Perego
Paola Perego (foto: Instagram @paolaperego17)

Lucio Presta e Paola Perego: i loro appelli sui social

Anche Lucio Presta, il potente agente dei vip e attuale marito della Perego, ha voluto dire la sua sulla questione. In un post su Facebook, Presta racconta che da quando Riccardo ha applicato il protocollo e comunicato al medico di base di aver preso parte ad una festa con persone positive al Covid, la situazione è degenerata.

“Chiama lo Spallanzani – scrive l’agente – per dare dati e chiede che gli venga fatto un tampone. Risposta: ‘La chiamiamo noi’ e non si sente più nessuno, allora richiama e gli dicono vada in fila al drive in più vicino per fare tampone…”.

“Sei ore di fila in auto – continua Presta – ed eccoci tocca a lui, ma sono le 20, devono chiudere. ‘Torni domani, anzi lei non dovrebbe uscire di casa perché potenziale positivo’. Lui replica: ‘Ma io ho chiamato e mi hanno detto di venire qui’. ‘Ok va bene torni domani mattina alle 8.30’. Nel frattempo siamo al quarto giorno”. Nonostante tutto, Presta è d’accordo con la scelta del governo Pd-M5S di chiudere le discoteche.

“Ma intanto – conclude – questo ragazzo che ha seguito il protocollo che voi avete previsto in questi casi, che deve fare? Interessa a qualcuno o facciamo un po’ come cavolo ci pare? Vogliamo accertare che lui e gli altri possano essere certi se sono positivi o no, e comportarsi come si deve a seconda del caso? Anche stavolta ci vorrà un pizzico di fortuna e tanta pazienza”.

https://www.facebook.com/lucio.presta/posts/10224191380360534