Quest’anno, ci avrete fatto caso, insieme ai soliti cori da stadio, anche i tifi web degli Europei 2021 hanno reso omaggio al Tuca Tuca, al ‘Com’è bello far l’amore da Trisste in giù”, e insieme al clima euforico da vittoria, c’è sempre quella malinconia andante, come questo ricordo di Gianni Morandi di Raffaella Carrà.
9 luglio: cosa ricorderà Gianni Morandi di Raffaella Carrà
“Lunedì pomeriggio, quando è arrivata quella notizia bruttissima e inaspettata – scrive il cantante il giorno dopo il tragico annuncio della scomparsa della Carrà – una ondata di dolore e commozione ha attraversato tutta l’Italia e tante altre parti del mondo.
Da quel momento tutte le emittenti televisive, il mondo del web, le agenzie di stampa, le redazioni dei giornali, hanno mandato e rimandato in continuazione la tua immagine, insieme alla triste notizia. Il tuo sorriso, i tuoi occhi, i tuoi capelli, la tua simpatia, sono apparsi ancora una volta nelle nostre case, nei nostri smartphone, nella nostra vita.
Il modo in cui racconta Gianni Morandi di Raffaella Carrà è davvero molto coinvolto e rispettoso:
“Ti sarai accorta di quanto affetto e quanto amore abbiamo per te e non può essere altrimenti, visto che ci hai fatto compagnia per più di mezzo secolo, ci hai fatto ridere e commuovere, cantare e ballare in allegria.
Ricordo la nostra adolescenza a Bellaria, nei primissimi anni ‘60, d’estate, quando io cantavo al caffè concerto “Nuovo fiore”, in piazza Matteotti e tua nonna Andreina si affacciava alla finestra, lì sopra, mi ascoltava e mi salutava col braccio.
Ricordo te, che abitavi con lei e venivi a giocare a ping-pong alla sala “Cristallo” e a tutti noi ragazzini che ti ronzavamo intorno, regalavi sorrisi e poi scappavi verso i tuoi sogni, la danza e la musica…
Ricordo tutte le volte che in seguito ci siamo rivisti, a Canzonissima con Corrado, a Pronto Raffaella, a Carramba e in tanti altri momenti, fino a pochi anni fa quando abbiamo cantato e ballato insieme a tutto il pubblico dell’Arena di Verona…
Infine, poco più di due mesi fa, esattamente il 17 aprile, con la tua solita generosità mi hai telefonato per chiedermi come stavo dopo l’incidente con il fuoco e ci siamo salutati con una tua battuta in dialetto romagnolo:
“Burdel, basta zughé cun e fog…”
Raffaella, ti voglio bene,
mi manchi, ma sono sicuro che ci incontreremo ancora per cantare e ballare insieme.”
Semplicemente Gianni.