Amica Chips, bufera sullo spot “blasfemo” delle suore: la pubblicità sospesa in tv

Il Comitato di Controllo dell'Istituto di autodisciplina pubblicitaria, sollecitato dai movimenti cattolici, ferma la campagna "Il divino quotidiano" delle famose patatine: ecco perché

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La suora
La suora "incriminata" nello spot Amica Chips

Bufera su Amica Chips per la pubblicità Il divino quotidiano che vede protagoniste un gruppo di suore. Nello spot, considerato blasfemo dai movimenti cattolici, l’ostia consacrata distribuita da un sacerdote in un convento è sostituita nella pisside dalla famosa patatina prodotta dalla società mantovana. Molti fedeli hanno subito gridato al sacrilegio, denunciando la presa in giro inopportuna del sacramento dell’eucarestia e lanciando il boicottaggio di tutti i prodotti legati al marchio dell’azienda.

Amica Chips, spot blasfemo: l’ostia diventa patatina

“Siamo di fronte a un gravissimo atto di blasfemia pubblico e quindi doppiamente scandaloso, che offende i sentimenti e la fede di tutti i cattolici del mondo – si legge in un comunicato diffuso dal saggista Matteo D’Amico –. La colpa di questo atto ricade sia sulla società pubblicitaria che ha preparato il filmato e inventato la storiella blasfema, sia sulla direzione e la proprietà aziendale di Amica Chips che ha richiesto, autorizzato e approvato la proposta pubblicitaria avanzata dall’agenzia”.

L’agenzia in questione è la Lorenzo Marini Group che ha realizzato la campagna insieme alla Filmgood. “Offriamo tutti preghiere e penitenze per riparare l’onore di Dio offeso – aggiunge la nota di D’Amico –, l’onore della Santa Chiesa Cattolica ferito e, soprattutto, il diritto di Cristo Re a regnare sul lavoro, sugli spettacoli, su ogni umana attività calpestato e deriso”. Ancora più dura è l’Aiart, che chiede l’immediata sospensione dello spot perché “offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti”.

L’associazione italiana telespettatori definisce lo spot inaccettabile e lo segnala all’Istituto di autodisciplina pubblicitaria in quanto “contrario agli articoli 1 e 10, lealtà della comunicazione, convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona, del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale”. “È la spia di una sensibilità sociale ed indifferenza etica che non contraddistingue soltanto il comportamento di una azienda e di un pubblicitario – dichiara Giovanni Baggio, il presidente nazionale dell’Aiart –. Ci si appella al politically correct e alla cancel colture ma solo contro la religione cristiana (ma solo quella) ci si sente autorizzati a qualsiasi obbrobrio?”.

Amica Chips, pubblicità suore censurata: stop in tv

L’invito del mondo cattolico a boicottare Amica Chips e a fermare la pubblicità ha avuto effetto immediato. Il Comitato di Controllo dello Iap (l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria) “ha ingiunto le parti coinvolte di desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendola in contrasto con l’articolo 10 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, secondo cui la comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose”.

“Ad avviso del Comitato – si legge nella nota diffusa dallo Iap – il parallelismo che il messaggio instaura tra la patatina, descritta come il divino quotidiano, e l’ostia, che rappresenta evidentemente il divino, si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell’eucaristia, rendendo più che ragionevole che il credente e non solo si senta offeso”.

L’Istituto ritiene infatti che le campagne pubblicitarie “strumentali ad interessi di natura prettamente economica” non devono confliggere “con valori tendenzialmente assoluti e di rango superiore tra i quali un posto di primissimo rango compete alle convinzioni religiose”. Tuttavia, come successo in passato alle campagne di Esselunga o alla pubblicità sulla Liguria con Elisabetta Canalis, gli uffici marketing festeggiano quando uno spot divide e alimenta il dibattito: la versione censurata, caricata da Amica Chips su YouTube, sta aumentando a dismisura le sue visualizzazioni.