Troppe repliche per l’estate in TV, la polemica: “E se pagassimo il canone solo 9 mesi?”

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estate rai
Terence Hill in Don Matteo

Fine giugno, ormai tutti gli spettatori già sanno cosa aspettarsi dall’estate Rai: programmi che terminano la stagione e riprendono a settembre, versioni light di altri show, repliche di serie tv e film. Se da un lato c’è un che di nostalgico, piacevole e rassicurante nella programmazione estiva del servizio pubblico italiano, dall’altro lato c’è chi, nella stampa, ha provato a sollevare qualche dubbio su questo tipo di scelta.

L’articolo in questione è a cura di Paolo di Paolo de La Repubblica, che parte da questa premessa: “La televisione pubblica va in ferie a fine maggio. Partono le edizioni estive di alcuni programmi del mattino e del pomeriggio, e il resto si costruisce con le repliche. Praticamente si può dire che l’anno televisivo, in Italia, finisce addirittura prima dell’anno scolastico.”

La provocazione del giornalista sull’estate Rai

Per poi passate a qualche calcolo e ad una piccola provocazione: “Nove mesi di televisione “fresca” sui dodici dell’anno solare. E se il contribuente proponesse di pagare nove mesi di canone? Non mi piace questo plateale andare in ferie quando nemmeno è scattato il solstizio. Non mi piace che i conduttori dei programmi salutino nella tarda primavera, dando appuntamento a metà o a fine settembre. Ma che storia è?


Per il giornalista l’estate Rai così com’è concepita è quasi una beffa per i contribuenti, specie nelle fasce più adulte: “La condanna alle repliche, allo stantio, all’ennesima riproposizione di una serie, di una fiction, di un film passato miliardi di volte cade soprattutto sulla testa del pubblico anziano, delle persone sole, di chi non ha grosse alternative.

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Terence Hill in Don Matteo

Insomma, un giudizio molto caustico che prova a immaginare alternative, altri tipi di scelte da parte dell’emittente: “Che tristezza doversi accontentare – nella stessa giornata! – di Don Matteo 7 alle 14 e di Don Matteo 12 alle 21,25. La pletora di conduttori lagnosi per via del poco spazio nei palinsesti autunnali non potrebbe essere impiegata nella sperimentazione, nel rodaggio di qualche format? […] Prodotti (anche di qualità) circolati solo su RaiPlay non potrebbero essere proposti sui canali maggiori?

Sul paragone sulla programmazione di Mediaset e La7 non si pronuncia troppo: “Un privato ha il diritto di appendere il cartello “chiuso per ferie”. Il pubblico, no

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