Shopping natalizio selvaggio, il cinema italiano contro gli italiani: “Chiudete tutto”

Da Alessandro Gassmann a Gabriele Muccino, attori e registi commentano l'assembramento "frenetico", definito da Nicola Piovani "un istinto al suicidio di massa"

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Una via del centro di Roma affollata per lo shopping natalizio
Una via del centro di Roma affollata per lo shopping natalizio

Bisogna fare come in Germania, gli italiani sono scellerati e irresponsabili. Questo il tenore dei commenti alle notizie che la cancelliera Angela Merkel ha deciso di varare il lockdown (in realtà le misure adottate sono come quelle delle cosiddette zone rosse stabilite dall’Italia) per controllare i contagi da Covid-19 durante il periodo delle feste e alle immagini delle code di persone che affollano le vie delle città per lo shopping natalizio. Il grande afflusso nelle strade dei centri storici, incentivato dal cashback promosso dal governo e da Confesercenti, è stigmatizzato sui social da alcune personalità di spicco del mondo del cinema italiano. Su tutti Nicola Piovani e Gabriele Muccino.

Shopping natalizio, le critiche di Piovani e Muccino

“Le folle che scelleratamente si assembrano nelle strade per fare shopping in tempi di Covid – scrive Nicola Piovani su Twitter – sembrano rispondere a quel che Garçia Lorca chiamava ‘Apetencia de muerte’. Un istinto al suicidio di massa”.

Il compositore 74enne, premio Oscar per le musiche del film La vita è bella di Roberto Benigni, è sensibile all’argomento: ha rivelato di aver contratto il virus e di aver trascorso cinque settimane in ospedale.

I commenti al suo post sono numerosi: “Semplicemente vanno a fare shopping con sconto come suggerito dal governo con il cashback”, “Se un governo di esecrazioni bipedi regala il buono vacanze per l’estate e il buono cash per le festività natalizie, che pretendiamo? E per fortuna al timone della carretta non c’è quella paccottoglia nevrotica guidata da Salvini”.

La risposta di Piovani arriva immediatamente: “Non sono nostalgico, mi piace vivere il presente e, quando riesco, anche il futuro. Il progresso scientifico mi affascina. Quel che mi lascia perplesso è la lettura del progresso in chiave esclusivamente economico-consumistica”.

Non è da meno Gabriele Muccino. Il regista romano scrive che “c’è differenza tra l’uscire di casa e affollare vie e negozi in modo febbrile. Prendete e andate a passeggiare nei luoghi tranquilli delle vostre località. L’assenza di minimo buon senso ci affonderà tutti. Abbiamo i numeri peggiori d’Europa. E cosa facciamo? Finta di nulla”.

In un post successivo, Muccino rincara la dose: “Vedere le vie delle città gremite di menefreghisti che ci assicurano una mortifera e disastrosa terza ondata in primavera, stringe il cuore di tristezza e rabbia”. L’appello è al premier Giuseppe Conte: “Gli italiani non sono pronti. Chiudete tutto come in Germania”.

Una via del centro di Roma affollata per lo shopping natalizio
Una via del centro di Roma affollata per lo shopping natalizio

Shopping natalizio, Roma “gremita di menefreghisti” secondo Muccino

Le repliche al tweet di Muccino, già al centro di una recente polemica social per lo spot sulla Calabria che ha diretto, non si fanno attendere.

Il primo commento arriva da un suo collega, Massimo Coppola: “Gabriele, è Conte a non essere pronto, non gli italiani, che non devono essere pronti ma seguire le regole. Io sto a casa, tu anche immagino, ma per scelta individuale. Ci diamo regole che, purtroppo, non saremmo tenuti ad osservare”.

Ma c’è anche chi usa toni molto più duri contro questa “caccia” al colpevole: “Lei mangia sereno… Lo dica ai commercianti che aspettano Natale per incassare qualcosa. Facile stare al calduccio del proprio conto in banca e censurare gli altri. Fossi in lei mi vergognerei. Almeno un po’. Giusto per empatia. Io, per lei, un po’ mi vergogno”.

Dal canto suo, Alessandro Gassmann si limita a postare l’immagine di una strada affollata (di non si sa bene dove) accompagnata dall’hashtag #nomorecomment.