Gabriele Muccino contro i David di Donatello: “È dal 2003 che snobbano il mio lavoro”

Il regista si sfoga su Twitter perché il suo "Gli anni più belli" ha ottenuto soltanto tre candidature all'edizione 2021 dei premi

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Un primo piano di Gabriele Muccino
Un primo piano di Gabriele Muccino

L’annuncio delle nomination ai David di Donatello 2021 manda su tutte le furie Gabriele Muccino. Gli anni più belli, l’ultimo film del regista, ha infatti raccolto appena tre candidature. Muccino ha deciso di sfogarsi sui social contro l’Accademia del Cinema Italiano che ogni anno assegna i premi ai migliori titoli della stagione. “Diciamocelo, cari giurati del David: questa ennesima volta (è dal 2003 che snobbate il mio lavoro), l’avete fatta grossa. A perdere non sono io, ma la vostra credibilità, smarrita peraltro da tempo. Farò il tifo per Micaela Ramazzotti e Claudio Baglioni”, scrive Muccino su Twitter.

Gabriele Muccino David di Donatello: è rissa social

Gli anni più belli non è stato candidato come miglior film né Muccino ha ricevuto la nomination come miglior regista. Micaela Ramazzotti è invece nella cinquina in lizza per la statuetta da miglior attrice protagonista, così come Claudio Baglioni in quella per la migliore canzone.

Inizialmente i commenti al tweet sono a favore del regista: “Abbastanza scandaloso e incomprensibile che sia stato completamente snobbato (a parte la candidatura della Ramazzotti) il film italiano più bello (e anche più visto) del 2020″, “Io al posto tuo tornerei negli Stati Uniti”, “Alla fine è il pubblico a dare la sentenza definitiva, è quello che conta”.

Ad un utente che gli risponde “Snobbato?? Ci sarà un motivo… si faccia una domanda e si dia una risposta”, Muccino replica perdendo subito la pazienza: “Sei un coglione. Va bene come risposta?”. Non contento, Muccino rincara la dose e in un paio di tweet successivi si scaglia contro il super favorito dei David 2021: Favolacce dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo.

Il secondo film dei giovani talenti romani, presentato in concorso al Festival di Berlino 2020 dove ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura, è candidato a ben 15 David, tra i quali quelli come miglior film, miglior regia e migliore sceneggiatura originale.

“Sto provando a guardare da stamattina Favolacce. Non lo sono ancora riuscito a finire. Sarò poco intelligente o cinefilo per comprenderne la grandezza? (Eppur sono di quelli che quando vedono Dogman, chiamano il regista per ricoprirlo di complimenti)”, scrive Muccino su Twitter.

Il regista risponde a diversi commenti successivi. A chi scrive “Dogman è come la grigliata di ratto, può piacere o non piacere. Ma Favolacce è un delizioso piatto di gnocchi”, replica “Di quelli che ti strozzano”.

“È possibile che tu oggi non sia predisposto, riprova domani. Poi, per una questione di stile e rispetto tra colleghi, eviterei il giudizio. Non è bello né corretto, ne esce fuori solo il rodimento che i giudizi lusinghieri per quel film ti han causato…”, puntualizza un altro. Muccino replica così: “Per la cronaca: Pasolini detestava Calvino, Moretti Monicelli, i viscontiani si odiavano con i felliniani e a volte venivano persino alle mani. Se posso dirla tutta e fino in fondo, tutto questo politicamente corretto, è la tomba dell’arte e lo trovo insopportabile”. Un follower non apprezza questa replica e dice: “Anche Catullo e Cicerone si detestavano. Ma Catullo, per dirlo, compose uno splendido carme in endecasillabo falecio. Con un tweet è troppo facile…”.

Un altro utente provoca il regista: “Il suo ragionamento è: mi piace Dogman, quindi sono intellettuale, quindi posso giudicare un film, quindi se non mi piace Favolacce non è solo che non lo apprezzo ma visto che mi piace Dogman e allora sono un intellettuale è il film che non è valido. Ragionamento opinabile”. La reazione di Muccino è scomposta: “Il mio ragionamento è: faccio film da 23 anni. Ho girato in diversi continenti, mi sono misurato con il pubblico italiano e anche globale. Il mondo reale, nel nostro mestiere, è fuori del perimetro del cortile in cui si giocava alla Champions League quando era solo briscola”.

Questo tweet scatena gli utenti: “E nonostante tutto questo non sei stato capace di fare uno spot (non vorrei esagerare parlando di cortometraggio) quantomeno decente per la Regione Calabria”, “Ma una critica ad un film su Twitter senza alcuna spiegazione logica, solo descrivendolo come ‘intellettuale’, qualsiasi cosa significhi, non ha senso”, “Il tuo marchio di fabbrica ti condanna: giri sempre allo stesso modo, con personaggi e caratterizzazioni fotocopia che ruotano sempre intorno alle stesse storie. A volte sembra di rivedere sempre lo stesso film! Ci sta che dopo 23 anni qualcuno si sarà iniziato ad annoiare?”.

Un primo piano di Gabriele Muccino
Gabriele Muccino (foto: Facebook)

Gabriele Muccino: film “non mi piace? Perché non dovrei dirlo?!”

Muccino chiude la questione (almeno per il momento) con un ulteriore cinguettio: “Quando Carmelo Bene e Vittorio Gassman si confrontavano a colpi di veleno e fioretto, davano all’arte antitetica che portavano in scena, una statura immensa. Se un film non mi piace perché non dovrei dirlo?! Per evitare che si dica che è invidia?!! Amo ammirar le cose belle! Non deprimermi!”.

Pure in questo caso, le risposte si sprecano: “Paragoni calzanti, di Gabriele Muccino, 2021″, “Va bene, ma andrebbe motivata meglio la critica, perché buttata lì così sembra una faccenda personale”, “Motivo per cui non guardo i tuoi film”.