Mi chiamo Francesco Totti, boom al botteghino: “Totti è come Gesù Cristo e Kurt Cobain”

Il documentario sull'ex capitano della Roma sbanca al box-office e il regista Alex Infascelli spiega le ragioni del successo

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Mi chiamo Francesco Totti, il documentario di Alex Infascelli dedicato al “Pupone”, rivitalizza l’anemico botteghino italiano. Dopo essere passato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, il film è uscito nelle sale distribuito da Vision. Il risultato, di questi tempi, è eccezionale: un incasso di 180mila euro nel primo giorno di programmazione. Ora la società di Nicola Maccanico pianifica di tenerlo al cinema qualche giorno in più (l’uscita speciale prevede il 20 e 21 ottobre) prima che il film sia disponibile dal 16 novembre su Sky e prossimamente sulla Rai.

Mi chiamo Francesco Totti, cinema affollati per il film

Prodotto da Lorenzo Mieli di The Apartment e Wildiside con Capri Entertainment e Rai Cinema, Mi chiamo Francesco Totti parte dalla notte che precede l’addio al calcio del capitano, un addio che ha emozionato non solo i tifosi romanisti ma tutti gli sportivi italiani, e ripercorre la sua vita, dall’infanzia in via Vetulonia alla consacrazione del suo talento straordinario.

I filmati familiari, le immagini d’archivio e i sentimenti vissuti in prima persona dall’ottavo re di Roma scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Uno squarcio di realtà su un pezzo della vita di ognuno di noi, prima che Pietro Castellitto diventi Totti nella serie tv Speravo de morì prima.

“Vi confesso – ha scritto Totti su Instagram – che non avrei mai pensato che potesse arrivare questo momento. Spero vi piaccia e vi faccia emozionare e commuovere proprio come è successo a me”.

Infascelli descrive questo film come la storia d’amore tra Francesco e la città di Roma e il racconto di una generazione e di un calcio che non c’è più. “La figura di Cristo – ha detto il regista alla Festa di Roma – non differisce da quella di Kurt Cobain o Francesco Totti. Tutti da giovani hanno fatto cose incredibili. Sono persone che avevano una missione, hanno eliminato il proprio ego per fare qualcosa di importante. Totti viene da una famiglia cattolica, e ha sentito fortissima questo aspetto”.

Una scena del film Mi chiamo Francesco Totti
Mi chiamo Francesco Totti (foto: Vision Distribution)

Francesco Totti, cinema italiano rinasce grazie al Pupone

“Girare il film – ha aggiunto il regista – è stato come la scena di Ghost con Patrick Swayze e Demi Moore che fanno il vaso con la creta. Francesco è il mio co-regista: è un film di Alex Infascelli con Francesco Totti”.

All’anteprima Totti non c’era: Francesco è in lutto per la morte dell’amato papà Enzo, lo “sceriffo” scomparso a 76 anni dopo una lunga malattia.

L’assenza non si è fatta sentire perché “non aveva più niente da dire, ha detto tutto lì. Ha detto: sto male, voglio stare da solo. E voglio che quello che è accaduto non prenda il sopravvento su un film così delicato”.