Il vigore delle proteste innescate dall’omicidio di George Floyd da parte della polizia di Minneapolis e portate avanti dal movimento Black Lives Matter si ingrossa e tocca sempre più prodotti dell’industria culturale statunitense. La voglia di cambiare il passato cancellando la storia stavolta si abbatte su una delle leggende del cinema americano: John Wayne. Le posizioni dell’attore sono note: il Duca sosteneva la superiorità dei bianchi sui neri e l’espropriazione delle terre dei nativi.
John Wayne: aeroporto di Orange Country cambia nome?
In un’intervista concessa a Playboy nel 1971, Wayne dichiarò di “credere nella supremazia bianca fino a quando i neri non saranno educati alla responsabilità”. “Non credo – disse all’epoca – nel dare autorità e posizioni di leadership e giudizio a persone irresponsabili”.
Dopo il caso Via col vento, queste posizioni sono rispuntate sui media statunitensi e hanno spinto a diverse iniziative di rimozione della memoria. La sede del partito democratico di Orange Country ha chiesto di cambiare nome al locale John Wayne Airport e di rimuovere la statua in bronzo dell’attore che campeggia nell’aeroporto.
“In tanti ormai – spiegano i promotori dell’iniziativa alla CBS – chiedono di dare un nome nuovo allo scalo, accusando Wayne di avere una visione suprematista e posizioni chiaramente contro la comunità LGBTQ e contro i nativi americani”.
Gli studenti della University of South California di Los Angeles sono andati ancora oltre. Numerose manifestazioni protestano contro la mostra permanente dedicata al divo di Ombre rosse, Sentieri selvaggi e Un dollaro d’onore e ospitata dalla USC.
Il rettore dell’università ha deciso di accontentare gli studenti rimuovendo la mostra, allestita dal 2012 per ricordare uno studente eccellente come Wayne. L’attore, infatti, frequentava la USC e aveva ottenuto una borsa di studio negli anni Venti per le sue doti atletiche nel football.
La University of Southern California ha motivato questa decisione spiegando che, alla luce delle proteste anti-razziste, l’università è chiamata a prendere una posizione netta e precisa. “Ecco perché – si legge in un comunicato ufficiale – è stato deciso di rimuovere la mostra su Wayne”.
John Wayne, film nel mirino? Proseguono le contestazioni
Non è la prima volta che John Wayne finisce nel mirino di contestazioni del genere.
Nel 2016 i parlamentari della California hanno bocciato una proposta di istituire una giornata, il 26 maggio (giorno della sua nascita nel 1907), per celebrare l’attore, avanzata dal repubblicano Matthew Harper. In quell’occasione, Harper ha parlato di “ortodossia del politicamente corretto”.
“Opporsi alla risoluzione del John Wayne Day – ha dichiarato – è come opporsi alla torta di mele, ai fuochi d’artificio, al baseball, alla libera impresa e al 4 luglio”.
[…] Griffith Show, American Graffiti e Il pistolero di Don Siegel, nel quale aveva recitato accanto a John Wayne. Nel primo progetto degli sceneggiatori, Fonzarelli doveva essere solo un personaggio di contorno, […]
[…] C’è ovviamente chi non è d’accordo. Gli amministratori locali non ne fanno una questione di sessismo, ma di difficoltà a trovare una location alternativa in regola con le complesse normative locali e il piano urbanistico. I commercianti come Aftab Dada di PS Resorts, invece, ritengono che un’attrazione del genere possa rappresentare un volano per la ripresa economica e turistica post-pandemica della città. Un dibattito simile, ma con altre motivazioni, ha già riguardato la statua di John Wayne all’aeroporto di Orange Country. […]
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