Gianni Morandi: “Non credo di essere un grandissimo artista: Modugno e Battisti hanno fatto la storia, io no”

Il cantante si racconta in una lunga intervista al "Fatto" e rivela: "Sono un uomo fortunato"

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Un primo piano di Gianni Morandi
Gianni Morandi

Gianni Morandi è un ragazzo fortunato. Si definisce così in un’intervista concessa al Fatto Quotidiano. Il cantante ripercorre la sua lunga carriera e con enorme modestia ammette che non ha mai pensato di essere “un grandissimo artista”. “Mi son trovato al posto giusto nel momento giusto. Non ho fatto la storia. Modugno e Lucio Battisti. Io no. Ero lì. Sono un testimone”, racconta il Peter Pan della musica italiana.

Gianni Morandi, l’allegria nonostante tutto

Tutto è cominciato alla fine degli anni Cinquanta tra le feste dell’Unità di Monghidoro, le sagre paesane e i concorsi per voci nuove. Morandi si ritiene “un uomo molto fortunato che sa vedere l’aspetto positivo nei momenti drammatici”.

“In questi decenni – ricorda il cantante – ho conosciuto tutti, ho incontrato tanti papi, politici come Andreotti, intellettuali del livello di Pasolini, registi tipo Bertolucci, Visconti o De Sica, attori come Sophia Loren, cantanti. C’ero. Passava il treno e lo prendevo. La mia storia è Forrest Gump, in fin dei conti nasco dilettante, senza scuola e senza niente, poi un arbitro di pugilato mi consiglia di tentare con la boxe, invece arriva il provino con la Rca e Migliacci racconta che il nastro con la mia canzone gli cade per terra, gli si attorciglia alla caviglia e incuriosito lo ascolta. Gli piace. Mi dà Andavo a cento all’ora”.

Era il 1962 e quella canzone diventa un successo clamoroso, come le successive Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte e In ginocchio da te. Sin dagli inizi del suo percorso artistico, Morandi è sempre stato positivo e ottimista. Il suo sorriso contagioso non è soltanto una facciata. Non ha perso l’ottimismo nemmeno quando è finito in ospedale con una serie di gravi ustioni.

“Ho accettato il selfie con medici e infermieri mentre era in barella – ammette il cantante –. In realtà anche in ambulanza; avevo una mano rovinata, con la pelle cadente, bruciature sui glutei, le ginocchia e dopo un po’ che stavamo lì, forse mi avevano dato la morfina, il ragazzo non ha resistito: ‘Facciamo una foto?’. ‘Va bene’. Una volta in ospedale sono arrivati gli altri scatti: forse non pensavano fossi grave, mentre sono stato ricoverato per 27 giorni. Però ho detto sì. È più difficile dire no, perché tocca motivarlo e poi ti becchi pure dello stronzo; il sì è facile e veloce”.

Un primo piano di Gianni Morandi
Gianni Morandi (foto: Facebook @giannimorandiofficial)

Gianni Morandi, ustionato e felice: “Ma una canzone non la sopporto…”

Nel corso degli anni Morandi ha firmato tantissime canzoni di successo, da La fisarmonica e Non son degno di te fino al recente singolo L’allegria, scritto da Lorenzo Jovanotti. Su tutte, però, ce n’è una che ricorda in particolar modo e che racchiude il suo modo di essere, fino quasi all’ossessione.

“A volte mi passano il cellulare  per gli auguri alla zia, alla nonna, al cognato che si sposa. Al telefono – rivela al Fatto – devo convincerli che sono realmente io. Inizio a cantare Fatti mandare dalla mamma. (Ride) È una specie di incubo, sembra che non abbia inciso altro. Ho provato a toglierla dal repertorio, alla mia età mi sembrava assurdo cantarla, ma finito il concerto il pubblico ci restava malissimo e iniziava a intonarla; oramai è una forma di rituale talmente consolidato da aver perso senso. Quasi nessuno pensa al ragazzo che invita la ragazza a trovare una scusa per vedersi: ci sono nonne che la insegnano ai nipotini di tre anni”.

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