La confessione di Cesare Cremonini: “Ho sofferto di schizofrenia”

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confessione di cesare cremonini

A 21 anni dal celebre album dei Lunapop (Squerez!) che ha portato il suo talento sotto le luci della ribalta, arriva una confessione di Cesare Cremonini molto privata e sofferente. Non molti sanno, infatti, che il cantante ha dovuto affrontare un vero e proprio demone nella sua vita, un mostro al quale – come Harry Potter con Voldemort – appena è riuscito a dare un nome ha cominciato a sottrarre forza, per poi annientarlo. Ma non è stato facile:

La difficile confessione di Cesare Cremonini: “Una sensazione di avere qualcosa di estraneo dentro di me”

La parola ‘mostro’ non è solo metaforica: a quanto raccontato dall’interprete di Latin Lover e Nessuno Vuole Essere Robin, in una prima seduta da uno psichiatra si è trovato a descrivere minuziosamente cosa provava dentro di sé in alcuni difficilissimi momenti. Ed ecco il suo racconto: “La sensazione fisica di avere dentro di me una figura a me estranea – racconta al Corriere della Sera – Quasi ogni giorno, sempre più spesso, sentivo un mostro premere contro il petto, salire alla gola. Mi pareva quasi di vederlo. E lo psichiatra me lo fece vedere. L’immagine si trova anche su Internet. “È questo?”, mi chiese. Era quello.”

confessione di cesare cremonini

Ma ecco la descrizione di quello che vedeva e sentiva l’ex frontman dei Lunapop: “Braccia corte e appuntite, gambe ruvide e pelose. La diagnosi era: schizofrenia. Percepita dalla vittima come un’allucinazione che viene dall’interno. Un essere deforme che si aggira nel subconscio come se fosse casa sua.

La confessione di Cesare Cremonini attraversa anche un lungo periodo della sua carriera, una fase buia in cui rinchiudersi nella sua musica si era tradotto in una reclusione forzata fatta di incuria e pizza tutti i giorni: “Superai i cento chili. Non facevo più l’amore, se non da ubriaco. Avevo smesso qualsiasi attività fisica”.

Fortunatamente, avendo ricevuto un segnale molto forte anche dal suo corpo, il cantante si decise a fare un passo importante: rivolgersi ad un professionista. “Lo psichiatra mi chiese cosa mi faceva sentire meglio. Risposi: camminare. Non lavorare; il lavoro era la causa. La cura era camminare. Ho camminato per centinaia di chilometri. Ho scoperto i sentieri di collina. E mi sono ribellato all’eccesso di attenzione per tutto quel che proviamo, all’idea impossibile di poter esprimere ogni cosa, di comunicare questa slavina di emozioni da cui siamo colpiti”.

Una bellissima rivincita e tanta forza d’animo, ed un presente che brilla di serenità, passione e amore. Ma qualche volta l’artista sente nuovamente qualcuno bussare: “Quando sento il mostro borbottare, mi rimetto in cammino. Su una collina, in montagna. Sono tornato dallo psichiatra alla fine del primo tour negli stadi. Mi ha chiesto se vedevo ancora i mostri. Gli ho risposto di no, ma che ogni tanto li sento chiacchierare. E lui: “Let them talk”. Che è anche il suo libro in uscita in questi giorni, in pre-ordine su Amazon.

Cesare non è l’unico che in questi mesi ha deciso di mettere in luce alcune ‘ombre’ del suo passato: avete letto (o visto il documentario) di Tiziano Ferro e della sua lotta all’alcolismo?