Gabriele Marchetti è il concorrente di Ciao Darwin rimasto paralizzato nel 2019 in seguito all’incidente avvenuto durante il Genodrome, uno dei giochi della trasmissione di Canale 5. Fino ad oggi ha preferito il silenzio. Ora che il processo per accertare le responsabilità di quanto accaduto è entrato nel vivo, Marchetti decide di parlare. Lo fa con un’intervista concessa al Corriere della Sera, nella quale non nasconde tutta la sua amarezza.
Parla il concorrente paralizzato di Ciao Darwin
“Prima di quel giorno ero un uomo che faceva mille cose. Adesso per me è finito tutto”, racconta Gabriele. La superficie dei rulli sui quali Marchetti è scivolato è stata resa scivolosa per rendere la prova più difficile. Al processo sono accusate di lesioni gravissime quattro persone: i due dirigenti Sandro Costa e Massimo Porta di RTI; Massimiliano Martinelli di Maxima, l’azienda che ha fornito l’attrezzatura per il gioco; Giuliana Giovannotti, dirigente della SDL 2005 di Sonia Bruganelli, responsabile del casting dei concorrenti.
“Ero finito in acqua a testa in giù, con le gambe rannicchiate e le braccia raccolte. Pensavo che sarei affogato perché non riuscivo a muovere nulla. Poi ho sentito i soccorritori che sono intervenuti immediatamente”, ricorda Marchetti. Tutto era nato per gioco, spinto dalla volontà di provare “la novità di poter partecipare a una trasmissione televisiva e fare una nuova esperienza”.
Gabriele pensava solo a “passare una serata diversa e divertirmi”. Da allora, invece, per lui e la sua famiglia è cambiato tutto. “Per me è stato il crollo totale. Mi sono sentito disperato, come i miei familiari poiché ci siamo ritrovati da un giorno all’altro con la vita completamente stravolta”, ammette al Corriere.

Gabriele Marchetti: da Ciao Darwin pochi contatti
Il rammarico è che l’incidente si sarebbe potuto evitare se, come ha spiegato la magistrata Alessia Miele, tutte “le misure necessarie di prevenzione e protezione dei concorrenti” fossero state rispettate. “Sono completamente privo di autonomia e dipendo totalmente da mia moglie Sabrina e mio figlio Simone per lo svolgimento di ogni atto quotidiano”, rivela Gabriele.
Il dispiacere di Marchetti aumenta riflettendo sui comportamenti degli altri. “Paolo Bonolis non mi ha mai cercato per sapere come sto. Neanche persone a lui vicine mi hanno mai contattato”, confessa dispiaciuto. Nell’immediato il conduttore aveva espresso vicinanza alla vittima e ai suoi cari, denunciando anche “una violenta narrazione iperbolica nella quale si insinuano i parassiti del sensazionalismo”. La produzione si è fatta viva all’inizio “per telefono e per mail con la mia famiglia per conoscere la mia condizione fisica”. Si è messa “a disposizione per ogni eventuale nostra necessità”, poi però “non ci sono stati altri contatti”.