Black Out – Vite sospese si ispira alla tragedia di Rigopiano? La risposta degli autori

Ha debuttato su Rai 1 con ottimi ascolti la serie con Alessandro Preziosi e Aurora Ruffino: gli sceneggiatori replicano alla domanda che tanti spettatori si chiedono

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Alessandro Preziosi in una scena della serie Black Out - Vite sospese e la tragedia di Rigopiano
Alessandro Preziosi in una scena della serie Black Out - Vite sospese e la tragedia di Rigopiano

L’esordio di Black Out – Vite sospese è stato vincente sul fronte degli ascolti. I primi due episodi della nuova serie con Alessandro Preziosi e Aurora Ruffino sono stati visti da 4,14 milioni di telespettatori con uno share del 21%. Battuto nettamente il Grande Fratello Vip su Canale 5, fermo al 19,1% e a 2,64 milioni di spettatori. Quello che tante persone sintonizzate su Rai 1 si sono chieste in merito al thriller sottozero è però altro: la storia si basa in qualche modo sulla tragedia di Rigopiano?

Black Out Vite sospese, Rigopiano è l’ispirazione?

La vicenda purtroppo è nota. Il 18 gennaio 2017 una valanga da 120.000 tonnellate di neve distrusse l’hotel di Farindola, sul versante pescarese del Gran Sasso. In quel momento nella struttura c’erano 40 persone: 11 si sono salvate, 29 sono morte anche a causa dei ritardi nei soccorsi.

Il tempismo della messa in onda è curioso, per non dire “sospetto”. Nel 2023 ricorrono i 6 anni da quel disastro e proprio quest’anno, il prossimo febbraio, dovrebbe arrivare la sentenza. Gli imputati sono una trentina, accusati a vario titolo di omicidio, disastro colposo, abusi edilizi, lesioni colpose plurime e falso ideologico.

Le assonanze tra questo drammatico fatto di cronaca e Black Out – Vite sospese sono numerose. Anche nella serie un gruppo di vacanzieri si ritrova costretto a sopravvivere alle conseguenze di una valanga che travolge un lussuoso albergo di un esclusivo polo sciistico. A cambiare sono ovviamente le conseguenze e i luoghi: Black Out non è stato girato in Abruzzo ma nelle valli del Trentino. Le location sono quelle delle Valli di Primiero e del Vanoi, il Parco Naturale Paneveggio, San Martino di Castrozza, Caoria e Passo Rolle, con riprese aggiuntive avvenute tra Roma e Napoli. L’hotel è Villa Welsperg, sempre nel Parco di Paneveggio.

Alessandro Preziosi in una scena della serie Black Out - Vite sospese
Alessandro Preziosi è il broker napoletano Giovanni di Black Out – Vite sospese (foto: Rai Fiction / Èliseo Entertainment / Viola Film)

Black Out Vite sospese, storia vera non è Rigopiano

Prodotta dalla Èliseo Entertainment di Luca Barbareschi, Black Out è diretta dal regista Riccardo Donna e porta la firma degli sceneggiatori Michelangelo La Neve, Valerio D’Annunzio, Andrea Valagussa, Peppe Millanta e Michela Straniero. È stato proprio D’Annunzio, nel corso della conferenza stampa di presentazione della serie, a spiegare che il loro mystery drama non ha nulla a che vedere con i fatti di Rigopiano.

Stando a quanto dichiara l’autore del soggetto, la fiction non si basa su fatti realmente accaduti: rielabora semplicemente un’esperienza critica e dolorosa (come ne esistono tante altre) per raccontare il superamento delle paure e dei pregiudizi e la formazione di una comunità. Quindi, nonostante la forte somiglianza con i fatti avvenuti sulla montagna abruzzese nel 2017, la storia di Black Out non è in alcun modo ispirata a quella di Rigopiano. “Credo che quell’evento ci abbia influenzato più in maniera subliminale che cosciente”, racconta D’Annunzio.

Abbiamo avuto rispetto verso quello che è accaduto ed evitato una pornografia del dolore. Non abbiamo mai preso in considerazione quella tragedia come esempio. Ma è innegabile che a livello di inconscio qualcosa sia accaduto. La nostra narrazione non prevede una reclusione violenta come Rigopiano, ma da abruzzese qualcosa probabilmente mi sono portato.

L’obiettivo della squadra di autori è stato quindi quello di girare una serie “fuori dal comune”, un prodotto emozionante, intenso e soprattutto nuovo per la tv generalista.