Raffaella Carrà è un mito e un’icona non soltanto in Italia. La signora della televisione spopola in Spagna e nel Sud America, tanto che l’amministrazione di Madrid ha deciso di intitolare una piazza in onore della conduttrice, cantante e ballerina, scomparsa lo scorso 5 luglio all’età di 78 anni. La sua prima apparizione nella tv spagnola risale agli anni Settanta, poco dopo lo “scandalo” del Tuca Tuca, l’erotico ballo diventato presto un autentico tormentone nella penisola iberica.
Raffaella Carrà Spagna: un legame speciale
“È ufficiale: fra i numeri civici 43 e 45 della calle Fuencarral di Madrid ci sarà una piazza col nome della grande Raffaella Carrà”, si legge sul profilo Facebook della showgirl romagnola, attualmente gestito dai suoi familiari. La proposta di ricordare così il ciclone biondo è del gruppo municipale Más Madrid ed è stata approvata da tutti i partiti della giunta, ad eccezione della formazione di estrema destra Vox che si è astenuta dal voto.
La calle Fuencarral si trova tra i quartieri Chueca e Malasana e lo spazio dedicato alla Carrà è l’unico della zona ancora senza nome. La decisione di intitolare la piazza alla “Cher del sud Europa” (così l’ha definita Nacho Álvarez, il regista della commedia musicale Ballo ballo dedicata proprio alla Carrà) è motivata dall’impatto sociale e politico che la presentatrice ha avuto con i suoi programmi e le sue canzoni.
“Raffaella Carrà merita questo e altro. Lei rappresenta un’icona di libertà per molte generazioni. È stata una delle prime figure pubbliche a parlare di libertà sessuale ed è un punto di riferimento per la musica e la televisione, un’icona, per Madrid e per la Spagna intera. Merita questo riconoscimento, visto che è sempre stata molto legata a Madrid, città in cui diceva di sentirsi libera e dove si sentiva molto a suo agio a godersi la vita delle sue strade e delle sue piazze”, spiegano i rappresentanti di Más Madrid.
Il successo della Carrà si deve soprattutto a La hora de Raffaella Carrà, speciale andato in onda nel 1976 sulla Televisión Española. All’epoca Raffa aveva appena 32 anni ma già una lunghissima esperienza nel mondo dello spettacolo. “Non mi conosceva nessuno. Parlavo poco la lingua. Ma avevo i miei ballerini, vestiti bellissimi e un modo di fare spettacolo tutto nuovo per loro. Però sono stata fortunata, il mio programma veniva dopo partite di calcio ad alto richiamo, roba tipo Real Madrid-Barça, ecco il perché del grande successo”, ha raccontato in passato.
Raffaella Carrà, eredità in Italia? Il post polemico della famiglia
Nelle ore successive alla sua morte, il quotidiano catalano El Periódico ha ripubblicato un articolo del 2020, simile a quello del britannico Guardian, in cui esalta la figura rivoluzionaria e libertaria della Carrà. Il giornale la definisce una diva diversa da tutte le altre, l’unica in grado di “celebrare una sessualità libera, festosa e traboccante”.
“L’Italia perde ancora una volta l’occasione di omaggiare per prima la sua più grande artista”, scrivono gli eredi sul post di Facebook. In Italia sono state lanciate due proposte per omaggiarla. Milly Carlucci ha chiesto alla Rai di intitolarle l’Auditorium del Foro Italico dove la Carrà ha condotto tante trasmissioni di successo, tra le quali Carramba! Che sorpresa. Cristiano Malgioglio ha invece proposto di dare il suo nome agli studi Rai di via Teulada.
[…] realizzare questo murale in risposta alle iniziative avvenute in altre parti della Spagna, come la piazza dedicata alla Carrà a Madrid. Il ritratto della regina della televisione italiana è su uno sfondo arcobaleno e recita: “Una […]