Finalmente piove e non c’è occasione migliore per andarsene in sala a vedere uno (o anche più) dei 14 nuovi film al cinema dal 31 marzo. L’offerta è davvero ampia e ce n’è per tutti i gusti, dai blockbuster ai titoli d’autore. Su tutti spicca Morbius che occupa la bellezza di 670 schermi e si appresta a scalzare The Batman dalla vetta del box-office.
Tutti i film al cinema dal 31 marzo
Occhio a CODA – I segni del cuore: è il film che ha vinto l’Oscar, piace ovunque al pubblico e Eagle lo fa arrivare in 200 sale. Per il resto, il maggior numero di schermi – quasi 500 – è appannaggio di Troppo cattivi, la nuova animazione della DreamWorks.
Morbius
L’atteso e più volte rimandato cinecomic Marvel con Jared Leto arriva finalmente al cinema. L’attore rockstar diventa il dottor Michael Morbius, un prodigio della scienza affetto sin da bambino da una rara malattia del sangue. Per guarire se stesso e i pochi come lui, sperimenta sul proprio corpo delle cellule chimera create in laboratorio mescolando il DNA umano a quello dei pipistrelli vampiri. Gli effetti saranno devastanti. Il blockbuster di Daniel Espinosa è tanto avvincente sul piano visivo quanto carente su quello narrativo e di costruzione dei personaggi. Sarà comunque un sicuro successo al botteghino.
CODA – I segni del cuore
Il vincitore “silenzioso” degli Oscar 2022. Candidato a tre statuette, il remake della commedia francese La famiglia Bélier le ha portate a casa tutte e tre: miglior film, migliore sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista al bravissimo Troy Kotsur. La storia è semplice: i Rossi sono una famiglia di pescatori del Massachusetts. Sono tutti sordi tranne la figlia Ruby. La ragazza ha un dono speciale: una voce meravigliosa. Quando il suo prof di musica la nota e la incoraggia a fare un’audizione per un prestigioso college, Ruby sarà chiamata ad una difficile scelta tra la sua famiglia e il suo futuro. Un classico feel-good movie, tanto emozionante quanto prevedibile e scontato. Incomprensibile la scelta dell’Academy di premiarlo come miglior film nell’anno in cui tra i candidati c’erano Licorice Pizza, Il potere del cane e Don’t Look Up.
Una vita in fuga
Sean Penn porta al cinema l’autobiografia della giornalista Jennifer Vogel. Da giovane, la scrittrice ha scoperto che suo padre John nascondeva un terribile segreto: dietro la facciata di papà dolce e amorevole, era un criminale, falsario e rapinatore. Penn dirige e interpreta il film con sua figlia Dylan, nata dal matrimonio con Robin Wright. Il risultato non è granché: meglio del precedente Il tuo ultimo sguardo, ma comunque piatto e ripetitivo e con Penn che gigioneggia davvero troppo.
Un altro mondo
L’imperdibile della settimana. Il regista francese Stéphane Brizé chiude la trilogia sul lavoro (iniziata con La legge del mercato e proseguita con In guerra) affidando a uno strepitoso Vincent Lindon il ruolo di Philippe Lesmele, un manager dalla vita a pezzi che comincia a mettere in dubbio il sistema che l’ha reso ricco e potente. Un film durissimo e necessario per capire come funzionano i perversi meccanismi della società capitalistica e come poterne uscire, forse. Assolutamente da non perdere.
Notre-Dame in fiamme
Jean-Jacques Annaud dedica un appassionante documentario all’incendio che il 15 aprile 2019 ha messo a rischio uno dei simboli dell’Europa: la cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Al centro del suo lavoro c’è soprattutto il lavoro di tutte quelle persone coraggiose, come il capitano Jean-Marc Fournier, che hanno affrontato le fiamme per salvare l’edificio ed evitarne la distruzione completa.
Full Time – Al cento per cento
Dalla selezione di Orizzonti di Venezia 78, il secondo lungometraggio di Éric Gravel è un dramma sociale raccontato sotto forma di thriller. La protagonista Laure Calamy è Julie, una madre sola con i suoi due figli che lavora in un hotel di lusso. Nel bel mezzo di un massiccio sciopero nazionale che paralizza i trasporti pubblici, si ritrova divisa tra la gestione complicata dei ragazzi e il tanto agognato colloquio per il lavoro dei suoi sogni. Una corsa contro il tempo davvero angosciante e mozzafiato, diretta benissimo e con un finale conciliatorio ma credibile.
Troppo cattivi
L’animazione della settimana: una divertente avventura con protagonisti cinque amici animali criminali – un lupo borseggiatore, un serpente scassinatore, uno squalo trasformista, un piranha picchiatore e una tarantola hacker – catturati dalla polizia e convertitisi, più o meno, al bene. Quella che era una finta – far vedere a tutti che si erano pentiti delle loro azioni – comincia a piacere al leader della banda dei “Troppo cattivi”, l’affascinante Mr. Wolf. Le voci italiane sono di Andrea Perroni, Edoardo Ferrario, Valerio Lundini, Francesco De Carlo, Margherita Vicario, Saverio Raimondo e Paola Michelini. Solo per famiglie.
Lamb
L’esordio alla regia dell’islandese Valdimar Jóhannsson è un anomalo horror con protagonisti Noomi Rapace e Hilmir Snær Guðnason. I due sono Maria e Ingvar, una coppia di allevatori segnata da un doloroso lutto del passato. Un giorno, dopo una misteriosa apparizione notturna, succede qualcosa di davvero singolare: una capra partorisce un agnello metà umano e metà animale. Come se nulla fosse, Maria e Ingvar lo adottano e lo chiamano Ada. Tra ambientalismo e genitorialità difficile, una fiaba misteriosa tanto suggestiva quanto inconsistente.
Lunana: Il villaggio alla fine del mondo
Il primo film della storia proveniente dal Bhutan candidato all’Oscar. È la storia di Ugyen, un professore che sogna di lasciare Thimpu e trasferirsi in Australia per fare il cantante. Quando il suo preside lo manda a insegnare in una scuola nel remoto villaggio di montagna di Lunana, si ritrova in un luogo totalmente lontano dalla vita moderna, senza elettricità e privo di qualsiasi comodità. L’incontro con gli abitanti del villaggio e i suoi adorabili studenti gli farà riconsiderare l’idea di lasciare il paese. I paesaggi straordinari dell’Himalaya fanno da sfondo a una commovente vicenda di riscoperta personale: da vedere.
Mancino naturale
Finalmente un bel debutto italiano. L’esordio del promettente regista romano Salvatore Allocca, autore dell’ottimo corto La gita, racconta la storia (già vista ma assolutamente fresca e genuina) di Isabella e Paolo: lei madre single in un quartiere popolare di Latina, lui giovane talento del calcio dal sinistro fenomenale. La pazza idea di Isabella è far diventare Paolo un calciatore professionista, ma l’ambiente del pallone in Italia non è certo dei più sani e incoraggianti. Nel cast, accanto a Claudia Gerini e all’esordiente Alessio Perinelli, spicca un Massimo Ranieri in gran spolvero: è uno dei talent scout più infami che ci siano.
Il muto di Gallura
Un curioso dramma storico ambientato nella Gallura di metà Ottocento, dove il sordomuto Bastiano Tansu viene fatto diventare dal cugino Pietro l’assassino più spietato nella faida tra le famiglie Vasa e Mamia. Almeno finché Bastiano non conosce la figlia di un pastore e scopre l’amore. Una buona opera prima quella di Matteo Fresi, dalle atmosfere tra il mistico, il romantico e il western.
La ballata dei gusci infranti
Federica Biondi debutta con un dramma di provincia ambientato sui Monti Sibillini. Le vicissitudini del protagonista Jacopo (Samuele Sbrighi), un colto outsider che nella sua piccola comunità montana conosce praticamente tutti, si intrecciano con quelle di altre famiglie della zona e di un prete africano (Miloud Mourad Benamara) appena arrivato per gestire e rilanciare la piccola parrocchia del villaggio. Nel cast anche Lina Sastri e Giorgio Colangeli (i genitori di Jacopo), Paola Lavini, Simone Riccioni e Caterina Shulha. L’elenco delle sale è sul sito di Linfa Crowd.
Dio è in pausa pranzo
Dal 28 marzo è nelle sale la “commedia drammenziale” (così la definiscono i produttori di Officine Papavero) di Michele Coppini, che scrive, dirige e interpreta Ubaldo Lumaconi, un quarantenne che, in piena emergenza pandemica, decide di rinchiudersi in camera per paura di essere infettato dagli anziani genitori. Il lockdown forzato e il rifiuto di ogni forma di contatto con i familiari e il mondo esterno gli fanno elaborare una bizzarra teoria complottista sulla genesi del virus.
L’onda lunga – Storia extra-ordinaria di un’associazione
Il documentario di Francesco Ranieri Martinotti ripercorre le battaglie e le vittorie dell’Anac, l’Associazione Nazionale Autori Cinematografici, per migliorare il cinema italiano. Le immagini di repertorio sono dell’Istituto Luce e dell’Aamod, le testimonianze e le interviste provenienti dall’archivio dell’Anac sono di Marco Bellocchio, Giuliano Montaldo, Lina Wertmuller, Citto Maselli, Nino Russo, Carlo Lizzani, Ugo Gregoretti e tanti altri.