La Rai ha ufficializzato le date della 71esima edizione di Sanremo, che si terrà al Teatro Ariston dal 2 al 6 marzo. L’organizzazione a tutti i costi del primo Festival al tempo del Covid è stata aspramente criticata da Moni Ovadia. Nel corso della conferenza stampa sulla riapertura di cinema e teatri organizzata dal senatore Armando Siri della Lega, l’attore e regista ha dichiarato che “se Sanremo è più importante della cultura, allora vuol dire che questo Paese è perso per sempre”.
Moni Ovadia: Sanremo sì e teatri no?
“Perché Sanremo si fa con il pubblico – si domanda Ovadia – e i teatri sono chiusi? È inspiegabile. Per Sanremo il discorso della sanità non conta niente?”.
Cinema e teatri sono ormai sul baratro. Nel corso del 2020, la cultura è stato il settore più penalizzato dalle restrizioni per contenere l’epidemia: il crollo del numero di spettatori è del 90% per le sale, i teatri e i club di musica dal vivo.
La Rai, però, non vuole slittamenti per Sanremo 2021. Il protocollo sanitario e organizzativo sarà sottoposto alle autorità competenti in modo da poter prevedere una presenza del pubblico nella platea dell’Ariston. Tutto ciò è inaccettabile per Moni Ovadia.
“Se non si capisce quale è il valore prioritario della cultura e si favoriscono le kermesse mediatiche – spiega l’attore all’AdnKronos – vuol dire che questo Paese sarà sempre un Paese miserabile, non crescerà mai! Se Sanremo diventa la priorità del Paese si vede che il Paese è perduto”.
Tenere chiusi luoghi sicuri e a limitatissimo rischio di contagio come i cinema e i teatri, senza fornire ai cittadini numeri specifici e reali motivazioni, è specchio di totale mancanza di visione politico-culturale. “In Italia – aggiunge Ovadia – cultura e istruzione dovrebbero essere, insieme a stato sociale e sanità, i primi quattro punti dell’agenda politica. Tutta la cultura è considerata il fanalino di coda del Paese, invece è quella crea l’identità della comunità nazionale”.
Sanremo 2021, pubblico “è molto più pericoloso” che nei teatri
L’attore pone l’accento sulla drammatica condizione in cui versano numerosi lavoratori dello spettacolo, ormai senza lavoro da quasi un anno. “Tutti pensano che ci sono solo gli attori famosi – puntualizza Ovadia – ma non è così. Bisogna considerare la cultura per quello che è: un bene primario, il pane della salute sociale e della salute di una comunità nazionale”.
Le parole dell’attore arrivano nelle ore in cui cominciano a circolare i nomi degli ospiti speciali del Festival (ultimo in ordine di conferma: il turco Can Yaman) e i loro cachet stellari.
“Da cittadini – conclude Ovadia – dobbiamo chiedere il perché veniamo trattati così. Se dici ‘Sanremo sì e teatri no’, tutti quelli che vivono di teatro sono dissennati. Sanremo è molto più pericoloso: ci sarà la gente che si assembrerà, ci saranno i vari cantanti e tutto il carrozzone mediatico mentre i teatri sono luoghi disciplinati e sicuri. Tutto questo è assurdo e le ragioni di questo sono sicuramente poco nobili”.
[…] chiusi, l’organizzazione di Sanremo 2021 suona come una grossa beffa. Come ha dichiarato Moni Ovadia, “se Sanremo è più importante della cultura, allora vuol dire che questo Paese è perso per […]
[…] e regista, già critico sulle scelte di governo e Cts quando all’Ariston si è tenuto il Festival di Sanremo, si domanda “perché nessuno si pone il problema della folla nei supermercati o nei bar, dove si […]
[…] Sanremo in tempo di Covid, Pupo ha un’idea differente da quella espressa di recente da Moni Ovadia. Organizzare il Festival è “giustissimo”, nonostante il rischio contagio e cinema e […]