L’ombra del giorno, dietro il film di Giuseppe Piccioni c’è una storia vera?

Il dramma storico con Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli è ambientato al tempo del fascismo e delle leggi razziali: ecco l'ispirazione del film

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Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli in una scena del film L'ombra del giorno
Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli in L'ombra del giorno (foto: Rocco Brioschi)

Una tormentata love story al tempo del fascismo e delle leggi razziali: è L’ombra del giorno, l’undicesimo lungometraggio di Giuseppe Piccioni girato interamente nella sua Ascoli Piceno. Siamo nel 1938, poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, quando il taciturno ristoratore, reduce di guerra e simpatizzante del regime Luciano Traini (Riccardo Scamarcio) incontra la giovane Anna Costanzi (Benedetta Porcaroli), una ragazza misteriosa che si propone come cameriera ma porta con sé un terribile segreto. La domanda che molti spettatori si fanno al termine della visione è semplice: c’è una storia vera dietro il film?

L’ombra del giorno: storia vera o di finzione?

Uscito al cinema il 24 febbraio 2022, nel centenario della nascita del fascismo, L’ombra del giorno è stato un progetto cullato a lungo da Piccioni: il regista di Fuori dal mondo e Luce dei miei occhi aveva pronto il soggetto del film da una decina d’anni. La storia d’amore tra Luciano e Anna è senza dubbio l’argomento più caldo, e in parte quello che succede ai due protagonisti attinge alla storia. La sceneggiatura scritta da Piccioni, Gualtiero Rosella e Annick Emdin è di finzione, ma sullo sfondo ci sono episodi storici realmente accaduti.

Nel film si cita apertamente la visita di Adolf Hitler a Mussolini avvenuta a Roma il 3 maggio 1938. Sul portale storico della Presidenza della Repubblica c’è la testimonianza diretta di quel giorno, quando l’Istituto Luce mobilita 120 operatori per documentare ogni momento del viaggio del Führer, accolto alla stazione Ostiense dal Duce con Galeazzo Ciano e il re Vittorio Emanuele II di Savoia. Ma invece di ambientare L’ombra del giorno nella Capitale, il regista ha scelto Ascoli per far immergere il pubblico in una realtà di provincia.

Un altro elemento reale del film è legato ad una precisa rievocazione storica. Quando il fascista Lucchini (Lino Musella) impone al camerata Luciano di riservargli il ristorante per una rimpatriata tra amici, deve festeggiare l’anniversario del 23 marzo 1919: il giorno in cui Mussolini fonda il Fascio milanese di Combattimento in piazza San Sepolcro. La divisa fascista è quella degli Arditi della Prima guerra mondiale: 23 giorni dopo, il 15 aprile, i primi fascisti assaltano la sede del quotidiano socialista Avanti!. È l’esordio clamoroso dallo squadrismo, supportato dalla connivenza delle forze armate.

Riccardo Scamarcio in una scena del film L'ombra del giorno
Riccardo Scamarcio in L’ombra del giorno (foto: Rocco Brioschi)

L’ombra del giorno: finale nella Riserva della Sentina

La separazione tra Luciano e Anna nel finale del film, sulle note di Vivo di Andrea Laszlo De Simone, avviene nella Riserva Naturale della Sentina, all’altezza della Foce del Tronto. Un luogo simbolico della provincia (nel 1935 il governo fascista decise di staccare Porto d’Ascoli da Monteprandone e annetterla a San Benedetto) come lo è Piazza del Popolo, una delle più belle piazze rinascimentali d’Italia e vero simbolo della propaganda fascista come appare nel film.

Infine, L’ombra del giorno è dedicato ad Antonio Salines: l’attore che interpreta il professore è morto nel 2021 all’età di 85 anni, qualche mese dopo la conclusione delle riprese. Il suo personaggio rappresenta uno di quei tanti uomini di cultura che con coraggio e dignità si opposero senza violenza al fascismo, a differenza di quei professori e scienziati che nel 1938 firmarono il manifesto della razza.