Il dramma di Giorgio Panariello: “Così abbiamo trovato morto mio fratello”

L'attore racconta a cuore aperto la scomparsa del fratello Franco, trovato morto nel 2011

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“La differenza tra il precipitare dalla scarpata o fermarsi sulla soglia del burrone è minima”, è la riflessione che Giorgio Panariello fa dalle pagine di Vanity Fair. L’attore ha lanciato un messaggio forte, legato alle scelte personali, e ha deciso di parlare apertamente del dramma familiare vissuto nel 2011: la morte del fratello Franco. Un lutto che il comico ha elaborato nel libro Io sono mio fratello, pubblicato da Mondadori e in libreria dal 3 novembre 2020.

Giorgio Panariello, fratello morto nel 2011: la sua verità

Grazie alla sua innata comicità e ai ruoli divertenti che spesso ricopre, dal cinema a Tale e Quale Show, il pubblico è abituato a vedere Giorgio Panariello sotto un aspetto del tutto diverso da quello mostrato nell’intervista a Vanity Fair.

L’attore racconta senza filtri la difficile esperienza vissuta quando ritrovarono Franco “buttato come fosse un materasso usato, tra i cespugli davanti al mare di Viareggio”. Era una notte d’inverno e da allora la sua vita è cambiata.

Il giorno del funerale a Montignoso, paesino della Versilia dove i due sono cresciuti, “piangevano tutti quelli che Franco aveva derubato, insultato, deluso e tradito. Persone che non avevano mai smesso di volergli bene perché, a esclusione di se stesso, Franco non aveva mai fatto del male a nessuno”.

Il fratello di Giorgio conduceva una vita irregolare. Era stato a San Patrignano e nella comunità di Don Mazzi. Dopo tre anni lì, ne era uscito totalmente pulito. Si era trasferito a Pietrasanta, in provincia di Lucca, e aveva trovato un lavoro stabile. Le chiacchiere sull’overdose come causa della morte sono state spazzate via durante il processo. L’autopsia sul cadavere ha rivelato che Franco è morto di ipotermia: ha avuto un malore durante una cena e i suoi “amici” hanno pensato bene di scaricarlo per strada.

L’attore ammette di aver avuto “soltanto più culo di lui, ma Franco avrei potuto essere io. Nessuno dei due aveva mai saputo chi fosse nostro padre e mia madre, che ci aveva messi al mondo troppo in fretta, non era stata in grado di assolvere alla sua funzione. Io, nato un anno prima di lui, venni affidato ai nonni. Lui finì presto in collegio senza incontrare affetto e attenzioni. A Franco, nella vita, è mancato soprattutto l’amore”.

Giorgio Panariello in una scena del film Uno per tutti
Giorgio Panariello (foto: Minerva Pictures)

Giorgio Panariello: genitori assenti, alcol e droghe nel suo passato

Panariello rivela che l’alcol e le droghe leggere hanno fatto parte del suo passato. La svolta è arrivata quando gli hanno messo davanti l’eroina. A quel punto “uscii di corsa da quella casa e probabilmente mi salvai la vita”.

A Franco non è andata così bene perché lui “aveva la sensazione di avere un fratello ingombrante e la stessa sensazione abbracciava anche me, ma è chiaro che un fratello in quelle condizioni era anche una zavorra: per fare il mio mestiere devi avere la testa libera”.

Ogni volta che Franco non si faceva sentire o spariva per un po’, Giorgio era sollevato ma “poi subentravano i sensi di colpa”.

Oggi Panariello ammette di aver fatto “molti sbagli nei confronti di Franco” perché “chiunque abbia in casa una persona che fa uso di stupefacenti ha un senso di colpa perenne”.

Giorgio stava male “quando foraggiavo i suoi vizi, quando gli negavo il denaro e anche quando le malelingue sussurravano: ‘Ma come, con un fratello così quello pensa a far ridere?’”.

Io sono mio fratello l’ha scritto perché adesso che Franco non c’è più “non riesco a crederci” e ha voluto “rendergli giustizia e assumermi le mie responsabilità”.