I film al cinema dal 9 maggio: dal Pianeta delle scimmie a Mothers’ Instinct

Addirittura tredici le novità che arrivano nelle sale: dalla Francia "Il gusto delle cose" e "Le Ravissement"

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Scene di Il regno del pianeta delle scimmie, Il gusto delle cose e Mothers' Instinct: tre dei nuovi film al cinema dal 9 maggio
Il regno del pianeta delle scimmie, Il gusto delle cose e Mothers' Instinct: tre dei nuovi film al cinema dal 9 maggio

Sono addirittura tredici i nuovi film al cinema dal 9 maggio, con il blockbuster Il regno del pianeta delle scimmie che guadagna il maggior numero di schermi e un’uscita anticipata che ha già portato in cassa 150mila euro al primo giorno di programmazione. Al box-office tiene Challengers di Luca Guadagnino, uscito lo scorso 24 aprile e arrivato a 55 milioni di dollari di incassi nel mondo.

I nuovi film al cinema dal 9 maggio

Nelle sale dal 4 maggio, Sarò con te di Andrea Bosello – il documentario sul terzo scudetto del Napoli – ha superato il milione di euro di incassi e coinvolto 85mila spettatori. L’altra uscita speciale della settimana è Il giardino delle vergini suicide: l’esordio di Sofia Coppola torna in sala grazie alla Cineteca di Bologna nella splendida versione restaurata da Criterion. Per il resto, ecco la regolare programmazione dei film al cinema dal 9 maggio.

Il regno del pianeta delle scimmie

Trecento anni dopo la morte di Cesare, le società di scimmie vivono in un’oasi dove i gruppi si sono moltiplicati e continuano a prosperare, mentre gli esseri umani sono regrediti a uno stato selvaggio. La pace è turbata dal clan guidato dal bonobo Proximus Caesar (Kevin Durand), pronto a schiavizzare le altre scimmie e a mettersi alla ricerca di una tecnologia umana segreta. A contrastare i suoi piani è il giovane Noa (Owen Teague), aiutato dall’orango Raka (Peter Macon) e dall’umana Mae (Freya Allan). Quarto capitolo del reboot della saga e sequel standalone di The War – Il pianeta delle scimmie, il blockbuster di Wes Ball è un’avventura spettacolare che rilancia il franchise con nuovi personaggi e incredibili effetti CG di motion-capture.




Mothers’ Instinct

Nell’America periferica degli anni Sessanta, Alice (Jessica Chastain) e Céline (Anne Hathaway) sono due amiche di vecchia data, madri di due bambini della stessa età. La perfetta armonia delle loro vite viene spezzata all’improvviso da un tragico incidente: la morte del figlio di Céline. Da quel momento la donna comincia a sviluppare forti disturbi della personalità e a mostrare un’ossessione morbosa verso il figlio di Alice. Fatta salva la performance delle due protagoniste, il thriller psicologico di Benoît Delhomme (remake di Doppio sospetto di Olivier Masset-Depasse, a sua volta ispirato a un romanzo di Barbara Abel) poggia su una storia esile e una padronanza dei toni poco convincente.




Il gusto delle cose

Nella Francia del 1889, la stimata cuoca Eugénie (Juliette Binoche) lavora da oltre vent’anni per il famoso gastronomo Dodin Bouffant (Benoît Magimel). A forza di trascorrere il tempo insieme in cucina, tra i due è nato un profondo sentimento. Ma per mantenere la sua libertà, Eugénie si rifiuta da sempre di sposare Dodin. Passato in Concorso a Cannes 76 e sconsideratamente candidato dalla Francia agli Oscar nell’anno di Anatomia di una caduta, il dramma romantico di Trần Anh Hùng è un kolossal delizioso come i piatti che appaiono sullo schermo ma anche ampolloso e conservatore.




Le Ravissement

Lydia (Hafsia Herzi) è un’ostetrica che lavora in un ospedale di Parigi. È stata appena lasciata dal fidanzato quando viene a sapere che la sua migliore amica, Salomé (Nina Meurisse), è incinta. Proprio in quei giorni Lydia ha vissuto un’avventura di una notte con l’autista di autobus serbo Milos (Alexis Manenti) e nonostante il suo rifiuto di volerla rivedere, intravede in quell’incontro la possibilità di una nuova relazione. La gravidanza di Salomé e la presenza di Milos fanno scattare in Lydia un piano di inganni e bugie. La regista esordiente Iris Kaltenbäck debutta con un dramma intimo e struggente sul rapporto con la maternità, la solitudine e il senso di colpa, affidato ad una strepitosa protagonista. L’imperdibile della settimana.




La profezia del male

Un gruppo di amici – Haley, Grant, Paxton, Paige, Madeline, Lucas ed Elise – affitta uno chalet sulle Catskills per il compleanno di Elise. Nel seminterrato della casa trovano un mazzo di tarocchi e incautamente violano le sacre regole della lettura: il loro gesto sconsiderato scatena uno spirito maligno che fa diventare realtà le carte. Uno dopo l’altro, i ragazzi cominciano a morire secondo le modalità dei rispettivi segni zodiacali. Dal romanzo Horrorscope di Nicholas Adams, l’horror soprannaturale di Spenser Cohen e Anna Halberg è deludente: non ha nulla di interessante da dire e soprattutto nemmeno un vero spavento da regalare.




Troppo azzurro

Dario (Filippo Barbagallo) ha 25 anni, studia architettura e vive ancora come un adolescente, a casa con i suoi e in giro con gli amici del liceo. Dopo la partenza dei genitori (Valerio Mastandrea e Valeria Milillo) per le vacanze estive, comincia a frequentarsi prima con Caterina (Alice Benvenuti), una coetanea conosciuta per caso in ospedale, e poi con Lara (Martina Gatti), la ragazza di cui è da sempre innamorato. La scelta tra le due è difficile e Dario non è proprio uno che si lascia andare. L’opera prima di Barbagallo (attore, sceneggiatore e regista) è una commedia giovanilistica tenera, aggraziata e stralunata ma altrettanto irrisolta, difetto tipico di tanto cinema indie italiano.




Il mio posto è qui

Subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, in un piccolo paese della Calabria, Marta (Ludovica Martino), una ragazza madre promessa sposa ad un vedovo che non ama, è costretta ad avere a che fare con Lorenzo (Marco Leonardi), l’assistente del parroco e unico omosessuale del posto, noto a tutti come l’uomo dei matrimoni. Tra i due nasce una profonda amicizia che spinge la giovane donna a sfidare i pregiudizi della comunità e a lottare per trovare il proprio posto nel mondo. Premiato al Bif&st di Bari per la migliore regia e la migliore attrice protagonista, il dramma storico di Cristiano Bortone, scritto con Daniela Porto e tratto dal suo romanzo pubblicato da Sperling & Kupfer, è un adattamento fedele che restituisce lo spirito di una cultura patriarcale ancora dura a morire.




Nessun posto al mondo

Antonio è un pastore del Cilento che sembra riuscire a comunicare soltanto con le sue mucche. Esasperato dagli esseri umani e dalla burocrazia delle istituzioni, Antonio sfida il nuovo regolamento comunale che gli impedisce di portare i suoi animali al pascolo sul Cervati, la montagna che frequenta da quando è nato. Il documentario di Vanina Lappa, Premio del Pubblico al Festival dei Popoli 2023, è un viaggio suggestivo e affascinante nella natura, fuori dalle leggi degli uomini e dentro il caro prezzo da pagare per conquistare la libertà.




Room 999

All’edizione 2022 del Festival di Cannes, in una sala dell’Hotel Marriott sulla Croisette, Lubna Playoust incontra trenta registi – da Joachim Trier, Kirill Serebrennikov e David Cronenberg a Claire Denis, Rebecca Zlotowski e Alice Rohrwacher – per fare loro delle domande sul futuro del cinema. È lo stesso schema, riproposto quarant’anni dopo, di Chambre 666, un documentario realizzato a Cannes nel 1982 da Wim Wenders. Una riflessione sull’inevitabile trasformazione della settima arte nelle parole e riflessioni dei suoi protagonisti.




Il segreto di Liberato

Chi si nasconde sotto il cappuccio del misterioso cantante napoletano che ha conquistato il pubblico con hit come Nove maggio, Me staje appennenn’ amò e Tu t’e scurdat’ ‘e me? Il documentario (in parte animato) di Francesco Lettieri (il regista di tutti i suoi video) e Giorgio Testi non vuole risolvere l’enigma (anche perché l’identità del cantante è nota: si tratta di Gennaro Nocerino) ma svelare la sua poetica, il senso profondo della sua musica e il lavoro che c’è dietro le quinte.




Fantastic Machine

Quali sono le conseguenze sociali e culturali dell’ossessione tutta umana per le immagini registrate? Prodotto da Ruben Östlund (il regista di Forza maggiore, The Square e Triangle of Sadness) e con la voce narrante di Elio Germano, il divertente e stimolante documentario di Axel Danielson e Maximilien Van Aertryck è un’immersione nella storia dei media, dall’invenzione della prima macchina fotografica ai contenuti in live streaming e le videocamere disseminate al giorno d’oggi in tutto il mondo. Il titolo è una citazione della “macchina fantastica” di Edoardo VII, come il re definì uno dei primi apparecchi fotografici.




Accattaroma

Vittorio (Massimiliano Cardia) è un borgataro romano di via del Mandrione che deve incontrare il suo vecchio amico Aurelio. Durante il tragitto, incontra ragazzi e ragazze di borgata, da Ruggeretto e Begalone a Clementina, Nicoletta e Scintillone, che cercano di svoltare la giornata e guadagnare qualche soldo. Insieme, condividono un pezzo di strada e raccontano storie di quartiere, come se i personaggi di Pasolini fossero esistiti davvero. Classe 1950, il regista Daniele Costantini dedica il suo film a PPP e alla sua “splendida e misera città”.




Carne et ossa

A Pacentro, un paesino medievale arroccato tra i monti dell’Abruzzo, si tiene ogni anno nella prima domenica di settembre un evento unico al mondo: la corsa degli zingari. Un rituale in onore della Madonna di Loreto dove i partecipanti (gli zingari in dialetto arcaico pacentrano sono i morti di fame) corrono a piedi nudi su un sentiero irto di pietre e rovi, giù fino al torrente prima di risalire. Il primo che entra in chiesa vince. Realizzato all’IFA – Scuola di Cinema Pescara, il documentario di Roberto Zazzara analizza storia e motivazioni dietro questa corsa crudele e rito ancestrale che richiama in paese centinaia di persone, uomini e donne di ogni età e provenienza.




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