Sono nove i film al cinema dal 23 agosto, la settimana caratterizzata dall’uscita di Oppenheimer, l’attesissimo biopic di Christopher Nolan dedicato al “padre” della bomba atomica. Per l’occasione, in contemporanea con la storia del fisico statunitense, Movies Inspired rilancia in sala anche Following, l’opera prima del regista inglese: un thriller esistenziale low cost, girato in bianco e nero nel 1998 con i giovani Jeremy Theobald e Alex How e persino sua madre nel cast.
Tutti i film al cinema dal 23 agosto
A quella di Following si aggiungono altre due uscite speciali questa settimana. Lucky Red prosegue con l’omaggio al maestro Hayao Miyazaki riproponendo Si alza il vento, al cinema dal 24 al 30 agosto. Dal 21 agosto, distribuito da Cat People e grazie alla F.D. Cinematografica di Alessandro e Luca Palaggi, è sugli schermi il cult assoluto Cannibal Holocaust. L’horror di Ruggero Deodato, discusso e censurato capostipite dei cannibal movie, torna per la prima volta in versione integrale restaurata in 4K e privo di tagli. Per il resto, il maggior numero di schermi è occupato da Oppenheimer e La casa dei fantasmi, ma questa settimana al cinema ce n’è per tutti i gusti.
Oppenheimer
Divisa lungo tre linee temporali, girata in 70 millimetri Imax tra bianco e nero e colori, la vita di Robert Oppenheimer (Cillian Murphy), il fisico del progetto Manhattan, il programma militare americano di ricerca e sviluppo che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche durante la Seconda guerra mondiale. Ispirato dal libro American Prometheus di Kai Bird e Martin J. Sherwin, pubblicato in Italia da Garzanti, il biopic si interroga sui sentimenti dello scienziato dinanzi a una scoperta così rivoluzionaria e pericolosa e sulla questione etica dietro il dispositivo che ha segnato l’inizio della fine del nostro mondo. Con un cast stellare che include Matt Damon (il generale Leslie Groves), Robert Downey Jr. (il segretario al commercio Lewis Strauss) e Kenneth Branagh (il fisico danese Niels Bohr), uno dei migliori film di Christopher Nolan, di sicuro il suo più riuscito.
La casa dei fantasmi
La madre single Gabbie (Rosario Dawson) e il figlio Travis (Chase W. Dillon) si trasferiscono in una villa di New Orleans che scoprono stregata. Per combattere gli spiriti, assumono una stramba squadra di ghostbusters: un astrofisico diventato guida turistica di tour paranormali (LaKeith Stanfield), un ciarlatano che si spaccia per prete esorcista (Owen Wilson), una sensitiva (Tiffany Haddish) e un professore di storia (Danny DeVito). Dopo il tentativo del 2003 di Rob Minkoff con Eddie Murphy, per il secondo film basato sull’attrazione Haunted Mansion dei parchi a tema Disney la sceneggiatrice Katie Dippold e il regista Justin Simien sviluppano un soggetto di Guillermo del Toro, ma senza affondare sul lato horror né su quello comico. Nel cast anche Jamie Lee Curtis, Jared Leto e Winona Ryder.
La bella estate
Nella Torino di fine anni Trenta, su cui incombe lo spettro della Seconda guerra mondiale, la sedicenne Ginia, adolescente semplice che arriva dalla campagna e vive con il fratello operaio Severino, scopre il lato bohémien della città grazie all’amica Amelia, una ragazza più grande di lei che lavora come modella per alcuni pittori. È proprio in questo ambiente che Ginia si innamora di un artista, Guido, che condivide il suo studio con lo strano Rodriguez. Dal romanzo breve di Cesare Pavese, l’adattamento di Laura Luchetti (la regista di Fiore gemello) schiera un cast di interessanti volti nuovi (Yile Yara Vianello, Deva Cassel, Nicolas Maupas, Alessandro Piavani, Adrien Dewitte) per restituire all’oggi un racconto di formazione sulle prime pulsioni sessuali dei giovani e su quella fase delicata della vita che segna l’ingresso nel mondo adulto.
La lunga corsa
Giacinto (Adriano Tardiolo) è nato in carcere. Il padre e la madre l’hanno usato prima come pedina di scambio per una fuga criminale e poi come complice per un’evasione. Diventato maggiorenne dopo una vita passata dietro le sbarre con il secondino e mentore Jack (Giovanni Calcagno), il ragazzo deve lasciare il penitenziario. L’idea, però, non gli piace: allora decide di farsi assumere come guardia carceraria. Dopo l’ottimo esordio Easy – Un viaggio facile facile, Andrea Magnani si conferma regista anomalo nel panorama italiano con questo strano incrocio tra favola surreale e prison coming of age. Non proprio riuscito, ma da sostenere.
Rossosperanza
È il 1990 e quattro adolescenti – Adriano, Alfonso, Marzia e Nazzarena – figli e figlie di personalità importanti sono spediti dai genitori a Villa Bianca, una clinica dove si dice che vengono rieducati i giovani ribelli, problematici e disadattati. L’opera seconda di Annarita Zambrano (la regista di Dopo la guerra), passata in Concorso internazionale al Festival di Locarno, è una crudele e grottesca commedia nera che massacra il finto perbenismo della famiglia patriarcale e borghese. Il cast di quasi esordienti è interessante (Margherita Morellini, Leonardo Giuliani, Ludovica Rubino, Luca Varone) così come l’unico adulto interpretato da Andrea Sartoretti. Bellissime le animazioni che punteggiano il racconto, opera di Alessandro Rak e Dario Sansone.
The Last Film Show
Samay (Bhavin Rabari) è un bambino di nove anni di Chalala, un piccolo villaggio in Saurashtra, nel Gujarat. Conquistato dalla magia del cinema grazie all’amico proiezionista Fazal (Bhavesh Shrimali), muoverà mari e monti pur di inseguire il suo sogno: diventare regista. Pan Nalin, l’autore di Samsara e Angry Indian Goddesses, dirige il suo Nuovo Cinema Paradiso in salsa indiana: un’ode d’amore al cinema e all’esperienza nel buio della sala, alla forza delle relazioni umane e alla volontà di non smettere mai di credere ai propri sogni.
Wolfkin
Elaine (Louise Manteau) è la madre single del piccolo Martin (Victor Dieu). Quando nota i comportamenti sempre più strani e aggressivi di suo figlio che arriva a mordere uno dei suoi compagni di classe, la donna decide di portare il bambino a casa dei nonni paterni. È proprio qui che Elaine scopre la vera natura della sua famiglia e i segreti che le sono stati sempre nascosti. L’horror della settimana arriva dal Lussemburgo e l’ha diretto Jacques Molitor, il regista di Mammejong e della serie Coyotes: una fiaba dark e ferocemente politica che radica la mitologia del lupo mannaro nel mondo reale.
Io sono tuo padre
I Tirailleurs senegalesi erano un corpo di fanteria coloniale dell’esercito francese. Nel 1917 Bakary Diallo (Omar Sy) si fa arruolare per restare accanto e proteggere Thierno (Alassane Diong), il figlio diciassettenne reclutato con la forza. Mandati al fronte, padre e figlio dovranno affrontare insieme non solo la guerra, ma anche l’ardore (e l’alcol) dell’ufficiale Chambreau (Jonas Bloquet) che trascina Thierno nel vivo della battaglia. Film d’apertura della sezione Un certain regard di Cannes 2022, il war movie di Mathieu Vadepied, scritto con Olivier Demangel, è un sentito omaggio agli eroi invisibili rimasti nell’ombra: nonostante l’impegno impeccabile degli attori, non riesce ad andare oltre il sentimentalismo del soggetto e l’accademismo della messa in scena. Le musiche sono di Alexandre Desplat.
Come le tartarughe
Daniele è un medico affermato che un giorno, improvvisamente, lascia la moglie Lisa e i due figli, l’adolescente Sveva e il piccolo Paolo. Sconvolta da un abbandono immotivato, Lisa si chiude nell’armadio e non lascia quella corazza dove elaborare la separazione. È Sveva a fare di tutto per tirare fuori la madre dal suo guscio, cercare di capire il comportamento inspiegabile del padre e riconciliare i genitori. L’opera prima dell’attrice Monica Dugo, finanziata da Biennale College, incrocia commedia stralunata e dramma familiare: un piccolo film pieno di difetti ma tenero e sincero.