I figli di Vincenzo Muccioli hanno deciso di querelare Netflix per la docu-serie SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano. Quattro mesi dopo il lancio del documentario nel catalogo della piattaforma, Andrea e Giacomo Muccioli, i figli del fondatore della controversa comunità di recupero per tossicodipendenti, porteranno il colosso dello streaming in tribunale con l’accusa di diffamazione aggravata. Il reato di diffamazione è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a mille euro.
Perché i figli di Muccioli querelano Netflix
La notizia della querela è riportata dal Corriere Romagna. Sul quotidiano si legge che gli eredi di Muccioli “difenderanno in tribunale la memoria del padre”. Nel mirino di Andrea e Giacomo ci sono soprattutto le allusioni raccolte dalla serie di Gianluca Neri sulla morte per Aids del patron riminese e sulla sua presunta omosessualità.
Accolta con elogi dalla critica e con parere favorevole dal pubblico di abbonati, SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano ricostruisce in cinque episodi, attraverso interviste, testimonianze ed immagini di repertorio, la storia della comunità di recupero fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978 a Coriano. I vertici di San Patrignano e persone vicine a Muccioli come Red Ronnie e la famiglia Moratti hanno criticato duramente la docu-serie, definendola tendenziosa e imparziale.
Andrea, presente nel documentario con una lunga intervista, ha definito SanPa “una fiction” che “cerca l’effetto pulp creando più ombre possibili intorno alla figura del protagonista”, falsificandone “la storia e il pensiero”.
Ora i figli di Muccioli, assistiti dall’avvocato Alessandro Catrani, sono passati alla denuncia perché la “ricostruzione distorta” della serie Netflix denigra soprattutto la figura del padre Vincenzo, descritto come violento e misogino.
SanPa: Netflix, produttori e creatori finiscono in tribunale
La querela è stata presentata ufficialmente ai carabinieri, ed è appena approdata alla Procura della Repubblica. Il Corriere Romagna fa sapere che ci darà pure da valutare “eventuali profili di responsabilità relativi alla privacy”.
Andrea Muccioli ha concesso l’intervista presente nella docu-serie a titolo gratuito, mentre ha venduto il materiale di archivio alla società di produzione, la 42 di Neri, Nicola Allieta, Christine Reinhold e Andrea Romeo. Nella querela si individuano come possibili responsabili del reato i produttori, gli autori (Neri, Paolo Bernardelli e Carlo Gabardini) e la regista Cosima Spender.
Già nelle ore successive alla messa in onda di SanPa, la comunità di San Patrignano aveva definito il racconto della serie “unilaterale” e “sommario”, pieno di testimonianze unicamente di “detrattori”.
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