Cent’anni fa nasceva Ciccio Ingrassia, il figlio Giampiero rivela: “Dopo la morte di Franco, era distrutto”

Giampiero Ingrassia racconta a Il Fatto il legame tra suo padre e Franco Franchi: "Dopo la sua morte papà disse addio allo spettacolo"

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Franco e Ciccio
Franco e Ciccio

Mercoledì sono 100 anni dalla nascita di Ciccio Ingrassia, l’attore che con Franco Franchi ha formato un indimenticabile duo comico, portando al cinema e in televisione le macchiette e il teatro di strada. Nato a Palermo il 5 ottobre 1922, Ciccio è stato con Franco un campione di quella comicità popolare e mai volgare che ha rappresentato una fetta importante del cinema italiano.

Ciccio Ingrassia, figlio celebra il centenario del padre

In un’intervista concessa al Fatto, il figlio Giampiero Ingrassia racconta le origini a dir poco umili di suo padre. Cresciuto nel quartiere Il Capo in una situazione economica proibitiva, Ciccio era quarto di cinque figli e mollò la scuola dopo le elementari mettendosi a fare lavori di ogni tipo: il barbiere, il salumiere, il falegname, il calzolaio.

“Sono anche andato a vedere dov’è nato, in uno dei quartieri più popolari di Palermo – spiega Giampiero –; mi ha raccontato di suo padre ciabattino, di lui che sapeva lavorare la tomaia, poi delle sue fughe per frequentare il bar degli artisti, delle difficoltà iniziali”. La sua lunga gavetta, per le strade di Palermo all’inizio del dopoguerra, fu segnata da condizioni al limite dell’indigenza.

Con Franco Franchi, quartogenito di diciotto figli e impossibilitato a completare neanche le elementari per iniziare a lavorare con il padre come muratore, Ciccio Ingrassia condivideva una povertà assoluta. “Anche per questo li amo – dice Giampiero –. Io da quando sono nato ho le spalle coperte e ho potuto scegliere grazie a questa libertà. Loro no. Loro realmente si dipingevano le caviglie di nero perché non avevano i soldi per i calzini; loro realmente per anni hanno dormito insieme dentro a pensioncine infime”.

Franco e Ciccio
Franco e Ciccio

Franco e Ciccio, morte di Franchi fu uno shock

Da moderni Don Chisciotte e Sancio Panza, Franco e Ciccio hanno insegnato ai loro figli la riconoscenza. Ciccio “sublimava” le sue origini povere con la generosità. “A Palermo – rivela Giampiero – ha comprato casa a nonna e zii; sul set, con una scusa, rinunciava al cestino e lo regalava alle comparse: per loro era l’unico pasto vero della giornata; lo so perché me lo hanno raccontato le comparse e se il cestino non bastava con una scusa gli allungava dei soldi”.

Purtroppo, all’epoca del successo delle loro commedie, Franco e Ciccio erano tanto amati dagli spettatori quanto snobbati dalla critica. “Pensavano al pubblico – conferma Ingrassia –; eppure i critici li hanno massacrati – ho ritrovato recensioni terribili –, gli stessi che anni dopo li hanno esaltati. Loro due già al tempo ripetevano: ‘Da morti verremo rivalutati’”.

Dopo la morte di Franchi, avvenuta nel 1992, Ingrassia disse addio allo spettacolo. “Fu una bella botta e improvvisa – ricorda il figlio –: il giorno prima della morte andammo a trovarlo in clinica; ho l’immagine di Franco sul letto, con la porta aperta, noi che lo salutiamo da lontano e papà che entra. Si sono parlati, nessuno di noi ha ascoltato e neanche chiesto cosa si fossero detti. Sembrava un momento sacro. Dopo la morte i figli di Franco lo chiamavano: ‘Ciccio ti veniamo a trovare’. ‘Per favore no, mi ricordate troppo vostro padre e non ci sto bene’”.