C’è ancora domani di Paola Cortellesi esce all’estero e scatena polemiche: ecco perché

Nelle sale francesi dal 13 marzo, l'esordio alla regia dell'attrice divide la critica: pochi apprezzano, tanti stroncano

0
3370
Paola Cortellesi in una scena del film C'è ancora domani
Paola Cortellesi in C'è ancora domani (foto: Luisa Carcavale / Vision Distribution)

Ha cominciato il suo tour all’estero C’è ancora domani di Paola Cortellesi, il film italiano più visto della stagione. L’esordio alla regia dell’attrice romana è nelle sale francesi dal 13 marzo, dove Universal Pictures lo distribuisce come Il reste encore demain. “Il fenomeno italiano da 5 milioni di presenze”, strilla l’affiche. La Francia è il primo Paese di oltre 17 nazioni, dall’Australia all’Ungheria, in cui uscirà il film.

C’è ancora domani al cinema all’estero

In Inghilterra C’è ancora domani arriva il 26 aprile con il titolo internazionale There’s Still Tomorrow. In un’intervista rilasciata al Guardian, Cortellesi spiega le ragioni del suo successo. “Ho capito che ogni italiano, giovane o vecchio, ha riconosciuto nel film un piccola parte della sua stessa famiglia – racconta al giornale britannico –. Non necessariamente per la violenza, ma per certe attitudini verso le ragazze e le donne”.

“Una spettatrice mi ha detto: ‘Ero Delia, ma non lo sono più’ – rivela l’attrice –. Dirlo davanti a circa 400 sconosciuti in un multisala è stato impressionante… Come se il cinema fosse diventato un ambiente protetto per condividere la propria storia personale, e questa è una cosa enorme”. In un’intervista a Le Monde, Cortellesi sottolinea che C’è ancora domani è una storia di fantasia, ma attinge ai ricordi di sua madre e sua nonna.

“Non hanno subito violenze, ma nel quartiere popolare in cui vivevano a Roma se ne sentiva parlare in modo banale, senza la dimensione tragica che queste storie meritano – dice l’attrice e regista al quotidiano francese –. È un tema che mi è a cuore da sempre, ne parlavo nei miei spettacoli molto prima del #MeToo, che in Italia si è limitato ad un dibattito sugli abusi sul posto di lavoro. L’Italia conta un femminicidio ogni 72 ore: non se ne può più! Una minoranza di maschi non accetta ancora che gli si dica di no come risposta. Purtroppo questa mentalità arcaica attraversa le classi sociali e le generazioni”.

Paola Cortellesi in una scena del film C'è ancora domani
Paola Cortellesi in C’è ancora domani (foto: Claudio Iannone / Vision Distribution)

C’è ancora domani: recensioni francesi divise

Sin dal primo giorno nelle sale francesi, C’è ancora domani sta scatenando un forte dibattito sulla violenza coniugale, ma sulla sua qualità la critica è divisa. Gli unici giornali che elogiano apertamente il film sono quelli popolari, come 20 minutes (la free press che si rivolge ai pendolari), Le Parisien, France Info, Voici e Le Point. La maggior parte delle recensioni è piuttosto fredda, dai Cahiers du Cinéma a Le Figaro che lo definisce addirittura “ingenuo e ipocrita”.

Le stroncature più sonore arrivano dai prestigiosi Les Inrockuptibles e Libération. “C’è ancora molta strada da fare prima che il gaslighting, radicato nella cultura cattolica, smetta di manipolare i cittadini/spettatori di cui l’Italia ci offre una riflessione allargata”, scrive Hélène Frappat su Les Inrockuptibles. Per Sandra Onana di Libération, è “un film dalla mano pesantissima” con “effetti troppo forti, cosparsi di pittoresco” che “ci mostrano con rammarico il gusto molto incerto di questo film-fenomeno”.