È partita col botto Blanca, la nuova serie tv con Maria Chiara Giannetta nei panni della poliziotta non vedente nata dalla penna di Patrizia Rinaldi. Posizionata nello slot di prime time del lunedì di Rai 1, la fiction ha incollato allo schermo 5,7 milioni di telespettatori. Una partenza a razzo, capace di totalizzare il 26% di share. Numeri impressionanti che confermano il successo delle serie di qualità, in questo caso tra poliziesco procedurale e commedia romantica. Eppure, la genesi di Blanca non è stata semplice.
Blanca, fiction parte col botto: boom di ascolti
In un’intervista concessa a Libero, lo sceneggiatore Francesco Arlanch (lo stesso di Doc – Nelle tue mani), creatore e autore del soggetto di serie con Mario Ruggeri, Luisa Cotta Ramosino e Lea Tafuri, rivela che ci sono voluti cinque anni per realizzare Blanca.
Quattro, al netto delle riprese. Eh, purtroppo non è un caso se i personaggi ciechi non sono così presenti nel cinema e nella tv. Alla base di queste storie c’è infatti un problema strutturale: è difficile empatizzare con un cieco ed entrare nel suo mondo. Di fatto non puoi condividere il suo punto di vista: è come se lui rivolgesse sempre la propria mente verso cose che tu non puoi cogliere… Quindi se il protagonista è cieco, anche lo spettatore lo è nei suoi riguardi.
Per far empatizzare il pubblico con la protagonista, i registi Jan Maria Michelini e Giacomo Martelli hanno utilizzato una speciale modalità di registrazione del suono: l’olofonia. Questa tecnica permette di riprodurre l’audio in modo simile a come viene percepito dall’apparato uditivo umano. Ascoltando la serie con le cuffiette, lo spettatore sentirà come Blanca e sarà in grado di entrare nel suo mondo. Ma non finisce qui.
Blanca, cast al lavoro con la consulenza di Andrea Bocelli
Oltre a raccontare anche dal punto di vista visivo le emozioni e i ricordi della giovane specialista in decodage arrivata come un ciclone al commissariato genovese di San Teodoro, la produzione si è avvalsa della consulenza di Andrea Bocelli. Arlanch racconta che il cantante non ha soltanto descritto agli sceneggiatori il “mondo dei non vedenti”, ma ha pure aiutato Giannetta facendole un piccolo training.
Ci ha raccontato molti aneddoti divertenti. Da giovane, per esempio, Bocelli era innamorato di una ragazza e, per avere delle chance in più con lei, decise di rinunciare ai soldi dell’invalidità. Non voleva essere bollato come disabile ai suoi occhi. Bocelli, così come Bebe Vio, non hanno mai avuto un approccio pietistico rispetto alla loro vita. Inoltre ci ha spiegato che il più grande terrore di chi non vede sono le porte mezze aperte: prendi certe craniate…
Se Blanca è una serie che funziona e che sta conquistando il pubblico, si deve pure all’abilità nel dribblare le trappole del politicamente corretto. Blanca è una donna libera, sa prendersi in giro e ironizzare sulla propria condizione. Vive con estrema tranquillità il “triangolo” con il cuoco Nanni (Pierpaolo Spollon) e l’ispettore Liguori (Giuseppe Zeno). Personaggi interpretati da attori bravissimi, come il cast di contorno, dal commissario Bacigalupo (Enzo Paci) a Stella (Federica Cacciola), la migliore amica di Blanca.
Parlando di un ipotetico adattamento straniero di Blanca, alcuni interlocutori internazionali dicevano che avrebbero affidato il ruolo solo a una vera cieca. Su questo, secondo me, bisogna ragionare: se si privilegia la disabilità a prescindere dal talento, potrebbe diventare una scelta quasi offensiva, perché di fatto ghettizzi i diversamente abili. Se invece hai un’attrice strepitosa che, contestualmente, è anche cieca, allora va benissimo.
Non è un caso se Lux Vide ha già venduto Blanca in diversi Paesi, tra cui la Francia, ancor prima della messa in onda in Italia.
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