Beatrice Venezi fa a pezzi Elodie: “Dà una rappresentazione poco elegante del corpo femminile”

Il direttore d'orchestra parla alla Stampa e tra Taylor Swift e Elodie sceglie la popstar americana

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Beatrice Venezi e Elodie
Beatrice Venezi e Elodie

È polemica social per le dichiarazioni di Beatrice Venezi su Elodie. In un’intervista concessa a La Stampa, la direttore d’orchestra al Conservatorio di Milano e al Teatro antico di Taormina critica la popstar romana che ha detto di mostrare il corpo non per esibizionismo ma perché si sente libera. Alla domanda su chi preferisce fra Taylor Swift e Elodie, la risposta della Venezi è netta: “Mi sembra che Elodie, con il suo atteggiamento, dia una rappresentazione poco elegante del corpo della donna. Posso dirlo?”.

Beatrice Venezi contro Elodie: critica provoca polemiche

Nel corso dell’intervista, Beatrice Venezi ammette di essere una donna degli anni Novanta, quando a dominare le classifiche c’erano i Backstreet Boys e le Spice Girls, e racconta di ascoltare di tutto, dal rock progressivo al pop. Non solo: parla a ruota libera di politica, fede e sessismo nel suo settore, lei che è stata accusata da più parti di “neofascismo”.

“Ma perlomeno le orchestre sono meritocratiche. Il sessismo lo trovo piuttosto tra le istituzioni e l’opinione pubblica. L’acredine e la cattiveria con cui spesso vengo colpita non hanno niente a che vedere con il mio mestiere”.

La conductor non risparmia critiche al movimento #MeToo: “Le molestie ci sono. Io non le ho mai subite. Al massimo marpionaggio. Ma ho sempre mandato messaggi chiari. All’ultimo invito a cena che ho ricevuto ho risposto: bella idea, aspetta che chiamo il resto del cast”.

Beatrice Venezi a Vienna
Beatrice Venezi a Vienna (foto: Facebook @beatrice.venezi)

Beatrice Venezi, direttore  d’orchestra tra politica e fede

Alla Venezi dà molto più fastidio il nepotismo che caratterizza il suo mondo: “I figli, i parenti e gli amici di direttori d’orchestra, direttori di conservatorio, sindacalisti, e potrei citare tante altre categorie, sono parecchi. Una malattia del Paese che non risparmia il mondo artistico”.

Passando al cuore del suo lavoro, spiega come funziona il mestiere della direzione d’orchestra: “C’è una componente umana decisiva, perché suoni moltissimi strumenti attraverso la capacità di altri musicisti. Senso di dominio? Di condivisione, per me. Ma è vero che per alcuni è dominio. C’era tutta una scuola toscaniniana in questo senso, che però oggi è superata”.

Dirigere è “un atto di volontà e anche un atto di fede”: “Tu inizi a librare le mani nell’aria, le fai scendere e ti devi affidare, devi avere fede – appunto – nel fatto che, a livello di suono, succederà quello che stai pensando, quello che stai immaginando. È un gioco sottile. Il gesto è importante. Ma è solo una minima parte”.

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