Manuel Agnelli commenta i Maneskin e i Rolling Stones: “Band così nascono ogni cento anni”

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I Maneskin e iMick Jagger
I Maneskin e iMick Jagger

Il selfie rockettaro dei Maneskin e i Rolling Stones, rappresentati dal mitico Mick Jagger, sta facendo il giro del web, raccontando un’altra emozionante tappa dell’incredibile ascesa della band vincitrice di Sanremo 2021. Dopo la consacrazione all’Eurovision, il singolo con Iggy Pop, l’ospitata da Jimmy Fallon, i giovanissimi musicisti hanno aperto il concerto di Las Vegas di una delle band più importanti al mondo.

L’orgoglio di Manuel Agnelli quando ha visto i Maneskin e i Rolling Stones sullo stesso palco

Come si sentirà il giudice di X Factor che ne ha intuito talento e personalità? Manuel Agnelli si è confessato al Corriere della Sera: “Mi sono sentito orgoglioso di loro, perché vanno avanti con una grande sicurezza, molto naturali, senza montarsi la testa. Condividere poi il palco con la band più grande del mondo non li ha immobilizzati. E non dimentichiamo che sono andati a cantare prima degli Stones in italiano. È la cosa più bella: stanno aprendo un portone, cancellando una discriminazione storica nei confronti del rock nel nostro Paese”.

Un’accoglienza calorosissima all’estero, negli Usa, ma in Italia, secondo l’ex frontman degli Afterhours, non tanto:

Mi da fastidio il nostro provincialismo: solo in Italia, sui Måneskin, si cercano i difetti prima dei pregi. Perché da noi o sei Battiato o sei un tamarro, non c’è il concetto di rock nazionalpopolare e di qualità. I Rolling Stones non sarebbero mai nati qui”.

E a proposito dei Maneskin e i Rolling Stones: questa serie di incredibili successi della loro carriera secondo Agnelli è frutto sia del talento, della capacità di performance, dell’attitudine che Damiano e company hanno anche nella vita di tutti i giorni, di una generazione intera che si identifica in loro, ma anche di una ‘congiuntura astrale’ unita ad una visione molto professionale della band: ““ X Factor, Sanremo, Eurovision. E di solito vincere quest’ultimo, fin troppo trash, non ti porta da nessuna parte, vedi ad esempio il caso di Conchita Wurst. Ma loro sono stati capaci di scegliersi i tempi, di cavalcarli, senza pianificare. Dimostrando un istinto mostruoso

Insomma, per lui: “Band come i Måneskin nascono ogni cinquant’anni. In Italia, anche ogni cento

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