Sono undici i nuovi film al cinema dal 21 marzo e Kung Fu Panda 4 potrebbe scalzare Dune – Parte 2 dalla vetta del box-office. Il kolossal sci-fi di Denis Villeneuve, uscito il 29 febbraio scorso, è ancora campione d’incassi con 8,5 milioni di euro, ma l’animazione targata DreamWorks sta facendo faville negli Stati Uniti e nel resto del mondo, dov’è uscita all’inizio del mese.
I nuovi film al cinema dal 21 marzo
Come di consueto, la settimana si è aperta con quattro uscite speciali. Sono tornati sugli schermi il capolavoro Quarto potere di Orson Welles (in versione restaurata e rimasterizzata grazie a I Wonder Classics), gli angeli di Così lontano, così vicino di Wim Wenders (il sequel di Il cielo sopra Berlino), il cult movie Radio On di Christopher Petit (girato con l’aiuto di Wenders e con una colonna sonora da urlo con Kraftwerk, Devo e Bowie) e la commedia The Mask con un irresistibile Jim Carrey. Per il resto, ecco la regolare programmazione con i nuovi film al cinema dal 21 marzo.
Kung Fu Panda 4
Il panda Po (la voce italiana è di Fabio Volo) è ormai destinato a diventare la guida spirituale della Valle della Pace. Prima di essere investito ufficialmente, il goffo maestro deve trovare un degno successore al titolo di Guerriero dragone. Tutto porta a Zhen, un’astuta volpe corsac a cui tuttavia non piace l’idea di essere addestrata da un panda. Ma di mezzo c’è la mutaforma Camaleonte e unire le forze diventa fondamentale. Il quarto capitolo della saga animata DreamWorks, diretto da Mike Mitchell e Stephanie Ma Stine, non tradisce le attese: al box-office internazionale ha già incassato 200 milioni di dollari.
May December
Gracie (Julianne Moore) vive a Savannah, in Georgia, con il giovane marito Joe (Charles Melton) e i loro figli. In passato, però, è stata in carcere ed è diventata un fenomeno mediatico perché all’inizio della loro relazione lei era adulta e lui appena 13enne. La loro placida quotidianità è messa alla prova dall’arrivo di Elizabeth (Natalie Portman), un’attrice famosa che sta per interpretare il ruolo di Gracie in un film basato proprio sulla sua storia con Joe. In bilico tra mélo e noir, Todd Haynes si ispira alla storia vera di Mary Kay Letourneau e aggiunge l’ennesimo tassello alla sua indagine su artificio e inganno: da vedere.
Another End
Sal (Gael García Bernal) non riesce ancora ad uscire dal lutto per la perdita di Zoe, l’amore della sua vita morta in un incidente. Continua a vivere nei ricordi e sua sorella, la ricercatrice Ebe (Bérénice Bejo), gli propone di affidarsi al programma Another End, una tecnologia che promette di alleviare il dolore del distacco riportando in vita, per un breve periodo, la coscienza di chi è morto. È così che Sal ritrova Zoe ma nel corpo sconosciuto di un’altra donna (Renate Reinsve), in cui però riconosce misteriosamente la moglie. Quando il tempo di Another End sta per scadere, Sal non intende rinunciare alla perdita definitiva. A quasi dieci anni dal suo esordio L’attesa, Piero Messina torna con un ambizioso e riuscito dramma sci-fi su amore, identità e memoria: da sostenere.
Zafira l’ultima regina
Nell’Algeria del 1516, il pirata Barbarossa libera la capitale dalla tirannia degli spagnoli e prende con la forza il dominio del regno. Incredibilmente, a tenergli testa è una donna: la regina Zafira. Ma la storia ufficiale ha cancellato le sue gesta e addirittura la sua figura. A due anni dalla presentazione a Venezia e al MedFilm di Roma, arriva finalmente nelle nostre sale l’epico kolossal femminista della coppia Adila Bendimerad e Damien Ounouri, tra dramma in costume, La tigre e il dragone e Il trono di spade. Assolutamente da non perdere.
Sopravvissuti
Samuel (Denis Ménochet) è un vedovo che va nel suo chalet sulle Alpi italiane per elaborare in montagna il suo lutto. Una sera una giovane donna afghana (Zar Amir Ebrahimi) bussa alla sua porta: è in fuga nella neve e in cerca di riparo. La ragazza sta tentando disperatamente di attraversare la frontiera per raggiungere la Francia. Senza immaginare le conseguenze, Samuel decide di accompagnarla nel suo percorso. Dall’esordiente francese Guillaume Renusson, un mix efficace di western, thriller e avventuroso dramma migratorio che colpisce per intensità e umanità, non senza qualche goffaggine.
Senza prove
Claire (Maud Wyler) e Sophie (Géraldine Nakache) sono amiche da sempre: hanno studiato insieme all’università e lavorano come avvocate. Una sera Claire dà alla luce un bambino per strada, che lascia in un sacchetto di plastica sopra un bidone della spazzatura. Questo evento drammatico cambia per sempre la sua vita. Accusata di tentato omicidio, è costretta ad affrontare il processo e Sophie rappresenta la sua difesa. L’amica le crede, ma continua a chiedersi come sia possibile che la collega, professionista stimata e madre di due figli, continui a dichiarare di essere rimasta incinta senza saperlo. Forse Claire nasconde qualcosa. La sceneggiatrice e regista francese Béatrice Pollet affronta con realismo e delicatezza un tema controverso e ancora tabù come la negazione di gravidanza.
L’estate di Cléo
Cléo (Louise Mauroy-Panzani) ha appena sei anni, sua mamma è morta di cancro ed è molto legata a Gloria (Ilca Moreno), la tata che l’ha cresciuta fin dalla nascita. La balia è originaria di Capo Verde e deve tornare con urgenza in Africa dalla figlia Fernanda che sta per partorire. Prima di partire, Cléo le chiede di mantenere una promessa: rivedersi il prima possibile. Così Gloria la invita sull’isola di Santiago per trascorrere un’ultima estate insieme. Il terzo film francese della settimana è diretto da Marie Amachoukeli e trabocca di empatia, tenerezza e semplicità: una cronaca dell’infanzia ispirata alla biografia della regista.
Solo per me
Manon (Louise Chevillotte) studia a Parigi e ha difficoltà a sbarcare il lunario. Un giorno, per curiosità, entra nel club di striptease À mon Seul Désir e chiede di poter provare quel lavoro. Con lo pseudonimo di Aurore, scopre un universo che fino a quel momento le era sconosciuto, gioca con il proprio corpo, mette in discussione lo sguardo maschile e finisce per innamorarsi di Mia (Zita Hanrot). Quarto e ultimo titolo francese della settimana, la favola realista di Lucie Borleteau esplora il desiderio con una sensualità audace, merito soprattutto delle due straordinarie attrici protagoniste.
Fela, il mio dio vivente
Michele Avantario è un giovane regista che negli anni Ottanta ha un sogno: dedicare un film a Fela Kuti, musicista strepitoso e padre della rivoluzione culturale nigeriana. Riesce a conoscere, seguire, intervistare e filmare uno dei più influenti artisti africani del Novecento, ma non riuscirà mai a completare il suo film sul capo spirituale di Kalakuta. Per gli appassionati di afrobeat e amanti di Fela, questo documentario di Daniele Vicari è davvero imperdibile.
Gli agnelli possono pascolare in pace
In un piccolo paese della Puglia, la Madonna appare in sogno alla bidella Alfonsina (Maria Grazia Cucinotta): parla con accento straniero e chiede aiuto perché è rimasta sepolta sotto un albero. La donna si rivolge al fratello Saverio (Massimo Venturiello) perché l’albero è al confine con il terreno dei Malavasi e tra le due famiglie non scorre buon sangue. Grazie alla mediazione del parroco, cominciano gli scavi, ma di Madonne nemmeno l’ombra. Tutto diventa ancora più complicato quando si scopre che la figlia di un pastore marocchino somiglia incredibilmente alla Madonna del sogno. Da Beppe Cino, una fiaba d’amore e pregiudizi camuffata da giallo metafisico.
Eravamo bambini
In un paese della Calabria, il rapper Walter (Lorenzo Richelmy), il poliziotto Gianluca (Alessio Lapice), la giornalista Margherita (Lucrezia Guidone) e il postino Cacasotto (Francesco Russo) sono amici sin dall’infanzia. Quando Walter viene arrestato per aver minacciato con un coltello un carabiniere, le storie dei quattro si intrecciano ancora e fanno riaffiorare un trauma del passato: un fatto di sangue a cui hanno assistito da bambini e che li tormenta da vent’anni. Al suo terzo film, Marco Martani adatta lo spettacolo teatrale Zero di Massimiliano Bruno in un dramma crudo alla Sleepers sugli orrori di provincia e la perdita dell’innocenza.