Paola Cortellesi continua a sbancare al box office con il suo C’è ancora domani. A 26 giorni dall’uscita in sala, il film dell’attrice e regista romana non smette di riportare le file al cinema e sfiora i 19 milioni di euro di incasso. Dopo Barbie di Greta Gerwig e Oppenheimer di Christopher Nolan, diventerà a breve il terzo incasso assoluto del 2023, considerando che Super Mario Bros. – Il film si è fermato a 20,4 milioni.
C’è ancora domani, cinema pieni per un film attuale
Forte del passaparola e degli ultimi casi di cronaca violenta che hanno visto protagoniste tre donne, al quarto weekend in sala C’è ancora domani ha fatto meglio sia della novità Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente che del deludente cinecomic The Marvels. Tutto lascia pensare che nemmeno Napoleon di Ridley Scott con Joaquin Phoenix, in uscita il 23 novembre, riuscirà a scalzare il film di e con Paola Cortellesi dalla vetta del botteghino.
Grazie alla sua critica feroce del patriarcato e alla messa in scena dei rapporti tossici tra uomo e donna nell’Italia di ieri e di oggi, C’è ancora domani è diventato di tragica attualità in questi ultimi giorni, segnati da femminicidi e violenze famigliari. Gli ultimi casi emblematici sono quelli di Giulia Cecchettin, la ragazza di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato, e di Francesca Romano, dottoressa calabrese ammazzata in un agguato al termine del turno in guardia medica. Storie diverse, ma che hanno alla base la stessa logica: quella della prevaricazione.
C’è ancora domani, film di Cortellesi di tragica attualità
In un editoriale apparso su La Stampa, la giornalista, scrittrice ed ex deputata Flavia Perina spiega che è proprio la violenza sulle donne a rendere tremendamente attuale il film finto-neorealista della Cortellesi. “Nel copione secolare della prepotenza maschile – ‘sei mia, non puoi andartene’ – stavolta c’è un elemento distintivo che spaventa, anche per la giovanissima età dei protagonisti: lo studio, la laurea, visti come ostacolo alla naturale sottomissione della donna all’uomo e il successo scolastico interpretato come intollerabile atto di autodeterminazione”, scrive Perina.
Dove abbiamo già visto questo discorso? Proprio in C’è ancora domani. Un film “che non parla solo di voto e di partecipazione ma anche (soprattutto) di istruzione come strada maestra per emanciparsi e conquistarsi la libertà. Un obiettivo che oggi dovremmo considerare raggiunto, ma evidentemente non lo è: milioni di spettatrici hanno trovato attuale quella storia perché avvertono il rischio che i tempi tornino indietro, temono per le loro ragazze, si riconoscono nei dubbi della protagonista che guarda le dichiarazioni d’amore esorbitanti del fidanzatino della figlia chiedendosi: è affetto o manipolazione? Desiderio o volontà di controllo?”.
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