Totò Cascio, l’ex bambino di Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, soffre di retinite pigmentosa, una malattia che rischia di portarlo alla cecità assoluta. L’attore affida il racconto del suo dramma ad un’intervista concessa al quotidiano La Stampa. Cascio oggi ha 42 anni, ha abbandonato le scene nel 1992 dopo l’ultima interpretazione nel film Jackpot con Adriano Celentano e ha iniziato ad avere gravi problemi di salute negli ultimi tempi.
Totò Cascio oggi: “Sto diventando cieco”
“Non ne ho parlato mai, se non a chi conoscevo bene – racconta Totò –. Così, per quella naturale riservatezza che interviene quando si deve parlare delle proprie cose, soprattutto quando sono negative. E anche perché ero sprofondato in un periodo buio, anche interiormente”.
Cascio è diventato un personaggio televisivo partecipando da piccolo al Maurizio Costanzo Show. Nel 1988 Tornatore l’ha scelto per il ruolo di Salvatore bambino in Nuovo Cinema Paradiso trasformandolo in uno dei più celebri baby attori del cinema italiano. Ma un destino tragico sembra accomunare tanti attori che trovarono il successo in giovanissima età, da Gary Coleman a Dustin Diamond.
La malattia di cui soffre è una rara degenerazione genetica della retina. Una sindrome complessa da curare. “È la prima volta che lo racconto pubblicamente – ammette Cascio –. Mi ero chiuso in me stesso. Pazzesco. Miglioramenti? No. Questa patologia comporta la perdita quasi totale della vista, ci vedo pochissimo”.
Cosa fa Totò Cascio: “Ora spero solo in Dio e nella scienza”
La retinite pigmentosa appartiene a un gruppo di malattie ereditarie caratterizzate da una degenerazione progressiva della retina in entrambi gli occhi. Le cure non esistono perché non c’è una terapia risolutiva. Ad oggi, oltre al sostegno psicologico, si cerca di rallentare il processo degenerativo con strategie come la protezione dalla luce solare e la somministrazione di vitamine.
La ricerca, spiegano gli specialisti della rete Telethon, si sta concentrando su nuove strategie, come la terapia genica, lo sviluppo di retine artificiali o di farmaci mirati.
“Grazie a Dio – conclude Totò – ci sono delle speranze nelle conquiste future della medicina. Spero sempre nella scienza, bisogna credere nella scienza. Grazie a Dio ho tanta fede. Ma ho vissuto anni difficili. Davvero difficili”.
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