La guerra legale tra Silvio e Gabriele Muccino

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silvio e gabriele muccino

Violenza domestica e falsa testimonianza: la guerra legale tra i fratelli Silvio e Gabriele Muccino diventa sempre più severa. I due fratelli del mondo del cinema italiano sono sempre più ai ferri corti dopo l’intervista di Silvio a ‘L’Arena’ (2016) in cui descriveva il fratello più grande come «una persona violenta» che «aveva colpito con uno schiaffo l’ex moglie Majoni perforandole il timpano».

Silvio e Gabriele Muccino: l’attore accusa il fratello maggiore di violenza domestica: “Le ha perforato un timpano”

Dopo questo racconto pubblico il pm Antonio Calaresu ha richiesto al Gup di Roma che l’attore di ‘Come te nessuno mai’ e ”Ricordati di me’ venisse rinviato a giudizio per rispondere legalmente di queste affermazioni davanti al tribunale monocratico (fonte: Il Messaggero). La data prevista è quella del 14 gennaio 2021prossimo 14 gennaio davanti al tribunale monocratico.

silvio e gabriele muccino

Il racconto risalente al 2016 proseguiva così «Ci sono stati ripetuti episodi di violenza domestica. Un’estate poi eravamo nella casa di campagna di Gabriele, lui era nervoso e andò in camera da Elena. Quando mi avvicinai alla porta la vidi uscire con una mano sull’orecchio e le lacrime agli occhi. Non sentiva più niente: uno schiaffo le aveva perforato un timpano e ha dovuto subire una timpano-plastica per riacquisirlo in parte».

È qui però che la vicenda legale tra Silvio e Gabriele Muccino rischia di complicarsi: il fratello minore, infatti, ha contestualmente ammesso di aver anche dichiarato il falso ai pm su questo episodio, all’epoca (2012). «Sono stato indotto a mentire e ho negato questo schiaffo davanti ai pm. La mia famiglia ha fatto figurare che fosse un incidente avvenuto in piscina. E alla fine io ho reso falsa testimonianza. Era una mia responsabilità e scelsi la mia famiglia anziché la verità, non me lo sono mai perdonato, avevo 24 anni e feci crac».

Come si evolve la vicenda legale dopo l’ammissione di ‘falso ai pm’

Questa dichiarazione per i magistrati rientra nel reato di diffamazione, con grande approvazione dell’avvocato Carlo Longari (difensore di Gabriele Muccino) che commenta così la decisione del giudice: «Rappresenta un primo passo verso l’accertamento della verità a fronte di quanto era stato diffuso davanti a milioni di telespettatori nei confronti del mio assistito».