Dal 10 luglio è in onda su Rai 1 la seconda stagione di Amore in quarantena, la trasmissione condotta da Gabriele Corsi su coppie alle prese con le difficoltà della relazione e della genitorialità ai tempi della quarantena e del distanziamento. Nella seconda puntata del programma, quella di sabato 24 luglio, sono stati ospiti Luca e Emanuele, una coppia gay che durante la pandemia ha provato la gioia di diventare genitori. L’apparizione dei due nella trasmissione ha suscitato polemiche a non finire.
Amore in quarantena, utero in affitto scatena polemiche
Nel corso dell’intervista, disponibile su RaiPlay, Luca e Emanuele raccontano a Gabriele Corsi la felicità provata nei mesi più difficili della pandemia: essere riusciti ad avere due bambini grazie al ricorso alla surrogazione di maternità.
Durante la messa in onda, sui profili social della società di produzione Stand By Me sono fioccate reazioni sdegnate da parte di diversi spettatori. “Scusate ma le mamme dei due bambini dove sono?”, “Dovreste essere denunciati: è un reato quello che avete fatto”, “State pubblicizzando un reato penale. Andreste denunciati tutti e non è escluso che avvenga”: sono alcuni dei commenti apparsi su Facebook e Twitter.
L’articolo 12 della legge 40/2004 prevede infatti che “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600mila a un milione di euro”.
Giorgia Meloni: Amore in quarantena “fa pubblicità all’utero in affitto”
Divampata la discussione, è scesa in campo la politica. Sempre in prima linea sulle questioni Rai (e non solo), Giorgia Meloni annuncia in un comunicato ufficiale che Fratelli d’Italia presenterà un’interrogazione in Vigilanza Rai “contro lo scandalo andato in onda ieri pomeriggio su Rai 1 durante la trasmissione Amore in quarantena”.
“Ricordiamo al servizio pubblico, a Rai 1, al direttore Stefano Coletta, al conduttore e agli autori del programma – si legge nella nota – che in Italia l’utero in affitto è un reato sancito dalla legge 40 e che lo si commette anche se si pubblicizza la pratica della surrogazione di maternità. È vergognoso che sul servizio pubblico possano succedere queste cose, in palese violazione di una legge italiana”.