Non spegnere l’intrattenimento in tv: è questa la missione di Pino Strabioli. L’Italia sta vivendo un’emergenza senza precedenti ma non si può aggiungere ansia e panico all’attuale stato d’incertezza e di inquietudine con un’informazione senza speranza e dai toni apocalittici. Ne è convinto l’esperto di Sanremo, che ogni giorno conduce Viva Sanremo su Radio2. Intervistato da TvBlog, Strabioli conferma una sensazione comune a molti operatori del mondo dello spettacolo: gli italiani hanno bisogno di staccare il cervello e non pensare soltanto alla pandemia.
Pino Strabioli, Radio2 per il pubblico a casa
“In questo momento che non si può più produrre – spiega Strabioli a TvBlog –, si potrebbe avviare un grande lavoro di archivio e dare la possibilità al pubblico di riscoprire personalità eccezionali”.
Il conduttore cita Jonathan Swift, secondo il quale “i migliori viaggi spesso si fanno da fermi”: è il momento giusto per tornare a coltivare la memoria.
“Noi che facciamo comunicazione – dice il presentatore – abbiamo una grande responsabilità. Stiamo cercando di trovare un linguaggio diverso per arrivare alle persone. Un male può diventare paradossalmente un bene, ci costringe ad abbassare i toni e ad entrare nelle case degli italiani in maniera più delicata. Me ne sto accorgendo in radio, sta andando per la maggiore una musica di contenuti, cito e racconto brandelli di libri che hanno lasciato il segno. Il pubblico, soprattutto quello che non trova sfogo sui social, cerca un momento di uscita. Ha sete di sentirsi dire le cose in una certa maniera”.
Gli spettatori, costretti e isolati a casa, hanno necessità di riassaporare la vita. “Siamo bombardati da informazioni e bollettini – ammette Strabioli –. Sì, dobbiamo stare a casa, ma ad un certo punto ti arrivano chiari segnali di richiesta di consolazione. La nostra missione è questa, da sempre: insegnare, incuriosire, consolare. Senza essere sguaiati e invadenti”.
Pino Strabioli, Sanremo e non solo in tv
L’informazione televisiva deve smettere di alimentare ansie e paure. Secondo il conduttore, la conferenza stampa quotidiana della Protezione Civile alle 18 è “una voce ufficiale e va ascoltata” ma “non possiamo spalmare sulle ventiquattro ore l’emergenza coronavirus”.
A lui sta piacendo molto l’atteggiamento di Fabio Fazio. “Riesce ad informare – ammette – e ad emozionare. Gli voglio bene, ma non guardavo più Che tempo che fa. Di recente ho ripreso a vederlo, è un bell’esempio di tv. Promuovo anche Piazzapulita di Formigli e La vita in diretta di Lorella Cuccarini e Alberto Matano. Credo inoltre che Mara Venier a Domenica In sia riuscita a trovare una formula giusta per raccontare questo periodo”.
A Pino, come a Pippo Baudo, piacerebbe un lavoro di ricerca sulle Teche Rai, che riporti al pubblico in diretta (e non solo a quello su RaiPlay) i classici della tv. Dai Promessi Sposi del Trio a Specchio segreto di Nanni Loy, passando per Comizi d’amore di Pasolini, Match di Alberto Arbasino, i programmi di Serena Dandini o di Renzo Arbore. “Le puntate – specifica – andrebbero smontate, frammentate, raccontate. Andrebbero rilavorate e spiegate alle nuove generazioni”. Speriamo la Rai accolga quest’idea.
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