Vergogna capitale: il sindaco Gualtieri vuole abbattere il Globe Theatre di Gigi Proietti

Il Corriere riporta l'indiscrezione e scoppia la polemica: lanciata una petizione, intervengono anche Alessandro Gassmann e Anna Foglietta

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Il Globe Theatre e Gigi Proietti
Il Globe Theatre e Gigi Proietti

Dopo lo scandalo della tomba al Verano, l’amministrazione comunale di Roma è pronta a commettere l’ennesima atrocità nei confronti della memoria di uno dei suoi simboli: il sindaco Gualtieri vuole abbattere il Globe Theatre di Gigi Proietti. Come rivela il Corriere della Sera, il teatro non riuscirebbe a riottenere l’agibilità dopo il crollo del 2022 quando, al termine di una recita mattutina del Macbeth, è crollata la scala dell’ultimo anello, causando il ferimento di 12 persone, principalmente giovani studenti.

Globe Theatre di Gigi Proietti verso l’abbattimento

Posto sotto sequestro per lo svolgimento delle indagini e i restauri, il Globe Theatre è chiuso da più di un anno. La stagione 2023, quella del ventennale, si è tenuta in un’arena provvisoria sempre all’interno dei giardini di Villa Borghese, sotto la direzione artistica di Nicola Piovani. Nonostante dal Campidoglio siano arrivati 312.000 euro per salvare questa stagione, il nuovo restauro e il ripristino di tutte le condizioni di sicurezza sarebbero eccessivamente costose e il Comune, in accordo con la famiglia Proietti, sembra avviato verso la soluzione dell’abbattimento.

La politica, come al solito, fa scaricabarile. L’assessore alla cultura Miguel Gotor fa sapere sempre al Corriere che il disastro sulla gestione dei teatri è ereditato dalla precedente amministrazione, quella di Virginia Raggi, e che l’attuale si sta impegnando con un pioggia di fondi e finanziamenti per rilanciare teatri pubblici e cinema. “Non accettiamo quindi lezioni – tuona Gotor – da chi piuttosto ha lasciato le nostre istituzioni culturali in una situazione drammatica che ha richiesto la realizzazione di un disegno di riforma complessivo della realtà teatrale di Roma”.

Frequentato ed amato da migliaia di persone, il teatro shakespeariano di Roma inaugurato nel 2003 con il Romeo e Giulietta di Proietti ha riscosso negli anni un enorme successo soprattutto nel pubblico giovanile. La notizia della sua definitiva soppressione ha innescato un tam tam sui social e una mobilitazione per salvarlo. È stata lanciata una petizione su Change.org chiamata “No all’abbattimento del Globe”, che in appena tre giorni ha già raccolto 2.866 firme. Ma lo sdegno per il trattamento riservato all’eredità di un gigante come Gigi Proietti mobilita persino personalità del mondo del cinema che hanno votato e sostenuto Gualtieri.

Gigi Proietti al suo Globe Theatre

Globe Theatre, petizione contro l’abbattimento

Tra i tanti interventi apparsi sui social spicca quello di Alessandro Gassmann, sempre molto attivo sulle questioni sociali, politiche e culturali di Roma. “Leggo che il Globe di Roma non potendo essere restaurato sarà abbattuto – scrive l’attore –. Roma ha perso i suoi teatri più belli: Valle (chiuso da anni), Eliseo (fallito), delle Arti, Cometa (destinato ad altro uso), più tanti altri più piccoli, e ora il Globe. Una capitale senza teatro perde ricchezza, e non può essere più considerata capitale. Una città abbandonata, che non si ama più. È un lungo inverno di cui non si intravede la fine. Rimarranno solo ristoranti, B&B, paninoteche e stuzzicherie… La città più bella del mondo non lo è più. Rip”.

Non è da meno Anna Foglietta, che non ha risparmiato critiche a Gualtieri già nelle recente polemica sulla sporcizia della capitale. “Per il Globe Theatre siamo pronti a fare battaglia – promette l’attrice –. È un simbolo troppo importante per Roma. Il grande Gigi Proietti ha dato la vita per la sua realizzazione e non possiamo permettere che venga abbattuto. Esigiamo risposte in merito a questa oltraggiosa notizia”. Anche se era nato come smontabile e nel tempo si è trasformato in stabile, il Globe è subito diventato lo specchio delle dinamiche che vivono le città-metropoli nell’epoca del capitalismo high-tech: la politica dell’abbandono e la dismissione di spazi per la cultura.