La questione legale di Mixed by Erry spiegata da un avvocato esperto di copyright

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legale di mixed by erry

Di pari passo con il passaparola e le ottime recensioni, fioccano i dibattiti e le riflessioni sull’aspetto legale di Mixed by Erry, il film di Sidney Sibilia uscito nelle sale il 2 marzo: la vicenda che il regista campano ha deciso di raccontare sul grande schermo, porta con sé una narrazione fatta di chiaroscuri che stanno facendo porre domande al pubblico.

Cos’ha significato veramente per il mercato musicale italiano l’ascesa delle musicassette duplicate dei fratelli Frattasio?

Da un lato la carriera del più grande ‘pirata’ che negli anni ’80 ha apertamente sfidato la legalità in una sorta di riscatto eroico e rocambolesco, dall’altra il suo mercato ‘contraffatto’ che ha messo in difficoltà le principali industrie musicali.

Curiosi di avere un punto di vista tecnico sull’aspetto legale di Mixed by Erry e della sua carriera da ‘falsario’ di musicassette, abbiamo chiesto – in occasione della prima nazionale – all’Avvocato Alfredo Esposito, esperto di copyright e tutela dei diritti d’autore, di spiegarci innanzitutto che tipo di ‘illecito’ ha commesso, nello specifico, Enrico ‘Erry’ Frattasio per le leggi di quegli anni: “Se parliamo di “reato” – spiega l’avvocato dello studio legale Difesa d’Autorefacciamo riferimento al procedimento penale che ha visto coinvolto nella vita reale Enrico Frattasio e i fratelli per associazione a delinquere e violazione della legge sul diritto d’autore che punisce la duplicazione abusiva e commercializzazione di opere musicali. Ma la violazione del copyright – specifica – era acclarata anche da un punto di vista civilistico. Parliamo infatti di un mercato enorme e capillare con una distribuzione con le bancarelle ad ogni angolo delle maggiori città italiane. Basti pensare che a Napoli era così diffuso e riconoscibile da dare il via ad un mercato del “falso del falso”, una situazione che racconta molto del branding Mixed By Erry!

legale di mixed by erry

Nel film si vede, attraverso il personaggio dell’impresario interpretato dal magnifico Fabrizio Gifuni, come l’escalation senza sosta delle vendite delle cassette duplicate e ‘mixate’ da Erry abbia avuto un forte impatto sulle vendite nazionali. Ci viene da chiedere quali siano state le conseguenze di questa ‘concorrenza sleale’ per le case discografiche e gli artisti: “Da un punto di vista economico, venivano sottratte ai musicisti e alle eventuali case discografiche il 100% delle royalties. In cambio però – precisa l’avvocato Esposito – si “riceveva” in un certo senso un’efficiente distribuzione del proprio prodotto musicale. A mio parere l’idea di Erry di proporre nuova musica all’interno delle compilation, in un certo senso, può essere paragonato, con le dovute distinzioni, a quello che Spotify oggi fa per gli artisti emergenti: li propone, educa il pubblico all’ascolto e condiziona il mercato. Quindi, è vero che il guadagno risulta (quasi) nullo in termini di proventi diretti, ma in un certo senso essere conosciuti attraverso quelle musicassette così diffuse significata avere la possibilità di farsi ascoltare in maniera trasversale ed aumentare il proprio mercato nel mondo della musica dal vivo.

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Rispetto agli anni 80’/’90, epoca in cui è ambientato Mixed By Erry, i tempi sono molto cambiati: “sono intervenute ad esempio le licenze Creative Commons – spiega l’avvocato – visto che molti artisti, anche grazie a quanto avvenuto con i fratelli Frattasio, avevano ben inteso che fosse necessario essere famosi per essere copiati. Ecco perché, sopratutto all’inizio, imporre un copyright restrittivo addirittura può essere considerato controproducente. L’esplosione dei social network internazionali, l’utilizzo dei mashup e dei remix, oltre che degli video brevi su piattaforme come Tik Tok e Instagram ha reso necessario un cambio di paradigma. Insomma, sebbene la violazione del copyright sia una tematica attualissima, non tutti gli artisti hanno convenienza nel perseguirla a tutti costi. E questo Erry l’ha anticipato bene…