Leo Gullotta non parla quasi mai della sua vita privata. Le uniche concessioni le fa quando si sbilancia sulla vita pubblica del nostro paese. L’attore siciliano lo conferma in un’intervista concessa a Claudio Rinaldi per Il Giornale. Gullotta va a ruota libera sulla politica italiana e da attore versatile e spiritoso quale è, ne ha per tutti, a partire dai “due Matteo” che dominano la scena: Renzi e Salvini.
Leo Gullotta: Salvini? “Un bugiardo”
“La politica in 30 anni non ha fatto nulla – esordisce Gullotta – e la pandemia ci ha solo consentito di scoprire questo fallimento”. Secondo l’attore simbolo del Bagaglino sono molti i politici che “hanno dimostrato in questi anni di pensare più al proprio futuro che al futuro del paese”.
Il primo tra tutti è Matteo Renzi. “Il suo atteggiamento – confessa Gullotta – mi ha profondamente offeso come cittadino. Quando ha deciso di far cadere il governo Conte mentre morivano centinaia di persone, più che un politico è sembrato un bambino al quale avevano tolto un giocattolo che rivoleva a tutti i costi”.
Non va meglio quando si passa al leader del Carroccio: Matteo Salvini. “Non crederò mai alla conversione europeista della Lega – spiega Gullotta –. È un bugiardo. Venerdì, per esempio, ha mostrato subito il suo intento, tenendo in ostaggio il Consiglio dei ministri per tre ore. E poi lui – come quasi tutti i politici, chiariamo – è affetto da una malattia: la ‘dichiarazia’, ovvero dichiarazioni a tutto spiano pur di attrarre consenso”.
L’unico a strappare la sufficienza in questo disastro è Giuseppe Conte. “Conte – riconosce l’attore – ha fatto degli errori, ma ha interpretato al meglio la pandemia. Non era affatto semplice, piuttosto credo abbia avuto attacchi scomposti e cinici”.
Leo Gullotta oggi: “La politica ha fatto tagli a tutto e ora si lamenta”
Classe 1946, Leo Gullotta è da sempre un attore impegnato: di recente ha raccontato l’Alzheimer nel docufilm Lettere a mia figlia e si è unito all’appello lanciato dai doppiatori italiani per raccogliere fondi a favore dell’Istituto Spallanzani di Roma.
Storico militante di sinistra, oggi non vede proprio di buon occhio il Pd, definito “un partito formato da mille correnti che ha una confusione totale. Non credo affatto alla sua unità”. Nemmeno adesso che il segretario è Enrico Letta. “Molti di quelli che l’hanno votato – ammette l’attore – sono gli stessi che l’hanno accoltellato ai tempi di Renzi. E comunque bisogna pensare a qualcosa di nuovo”.
La crisi economico-finanziaria scaturita da quella sanitaria è soltanto una conseguenza delle politiche attuate negli ultimi vent’anni. “I tagli che abbiamo fatto per anni alla scuola, all’università, alla ricerca e alla sanità – conclude Gullotta – ci hanno poi penalizzato nel momento del bisogno e si sono dimostrati folli. Ora, per esempio, si comincia a parlare di autonomia nella produzione di vaccini… ma mi viene una domanda: perché solo adesso? Potevano pensarci prima…”.