Emma Marrone ha vissuto l’ennesima brutta esperienza con gli haters dei social. La cantante ha condiviso il video in cui alcune persone, al porto di Lampedusa, hanno insultato Carola Rackete, la comandate della Sea Watch, “augurandole” lo stupro e bollandola come “zingara, tossica, drogata”. “Solo una parola: vergogna. Il fallimento totale dell’umanità. L’ignoranza che prende il sopravvento sui valori e sul rispetto di ogni essere umano. Stiamo sprofondando in un buco nero. Che amarezza, vergogna”, ha scritto Emma commentando quelle immagini.
Emma Marrone, insulti via Facebook e Instagram
La cantante pugliese è stata subito attaccata per questa sua presa di posizione su Twitter. “Ma nasconditi, capra vergogna dell’Italia”, “Cogliona, canta che ti passa”, “Pensa a cantare che a governare ci pensano gli altri”, “Portateli a casa tua”, “Sei solo una rozza ignorante che sa solo strillare, finirà anche per te la pacchia cantante da 4 soldi”: questi e tanti altri i commenti degli odiatori da tastiera.
Emma ha però ricevuto il sostegno di tanti fan e di alcuni colleghi musicisti. “Per l’ennesima volta ci siamo sopravvalutati, invece rappresentiamo il punto più basso e infimo della grandiosità dell’universo tutto”, le ha scritto Tommaso Paradiso dei TheGiornalisti. “Quanto hai ragione, amica mia” e “Concordo. Avanti, scatenatevi pure. I vostri insulti sono medaglie” i post d’incoraggiamento di, rispettivamente, Paola Turci e Fiorella Mannoia.
Carola Rackete, arresto contestato da tante popstar
Persino J-Ax ha difeso Carola Rackete durante il suo concerto al Bologna Sonic Park. “La comandante della Sea Watch – ha detto il rapper – ha violato le ‘leggi ingiuste’ come Gandhi, Mandela e Luther King a costo della propria libertà”. Per quest’affermazione, si è beccato anche lui caterve di odio via social.
Un’esperienza simile era già accaduta a Emma Marrone dopo una esibizione al Palasele di Eboli. Durante quel live la cantante aveva gridato “Aprite i porti!” e sui social era stata ricoperta d’insulti. Un consigliere della Lega di Amelia, in provincia di Terni, le aveva persino rivolto l’ingiuriosa frase: “Faresti bene ad aprire le tue cosce, facendoti pagare per esempio”.