Le prime impressioni di Gerry Scotti sulla versione 2024 de La Corrida condotta da Amadeus sul Nove non sono positive. In un’intervista al settimanale Chi, il presentatore che ha guidato lo storico format di Corrado dal 2002 al 2009 nel prime time di Canale 5, punge il collega che ha preso il suo posto e nell’era di TikTok realizza un programma completamente fuori dal tempo.
Gerry Scotti: La Corrida di Amadeus “già vista”
“Ha fatto bene a cambiare rete, perché cambiare fa sempre bene – dice Scotti di Amadeus –. Io non mi copro di numeri quando vinco e neanche quando perdo, sono contento quando pareggio con onore. È una strana scelta, lui è uno pronto, all’altezza delle situazioni, però non ho visto tutto questo grande evento nel ritorno de La Corrida, si camuffano da eventi i ritorni di cose già viste. Ma, se salirà negli ascolti, avrà indovinato”.
Per ora, la minestra riscaldata non anima il pubblico. La Corrida è partita mercoledì 6 novembre con ascolti bassi: una media del 5,8% di share e di 850mila telespettatori. Nello specifico, 982mia spettatori (il 5,5% di share) dalle 21:40 alle 23:18 e 667mila spettatori (il 6,6% di share) dalle 23:24 alle 00:28 nella parte chiamata Il vincitore. I numeri sono cresciuti con la seconda puntata del 13 novembre, andata in onda contro la finale di Io canto Generation.
Il talent di Canale 5 ha vinto la sfida con 2,2 milioni di spettatori e il 17,3% di share, ma La Corrida si è difeso con 944.000 spettatori con il 6,3% di share. Nel dettaglio: 1,06 milioni con il 5,8% dalle 21:35 alle 23:18 e 766.000 spettatori con il 7,7% nella seconda parte in onda dalle 23:24 alle 00:32.
La Corrida di Amadeus come La ruota della fortuna?
Insomma, La Corrida rischia di essere un azzardo, anche se la riproposizione di classici della televisione continua a funzionare piuttosto bene. Proprio Scotti è dietro il reboot di un cult come La ruota della fortuna, il game show del preserale lanciato per celebrare i 100 anni dalla nascita di Mike Bongiorno, il mito della tv che ha condotto il quiz per quattordici edizioni.
“Anch’io faccio La ruota della fortuna e cerco di farla in maniera moderna, adattandola ai tempi – spiega Scotti a Chi –. La tv mondiale, che viene guardata da miliardi di persone, ha nei titoli storici i pilastri. Gli americani hanno in onda programmi da 50 anni, quindi non dobbiamo vergognarci del titolo vecchio, vergogniamoci se lo facciamo male”.