I film al cinema dal 4 aprile: arrivano Omen, Zamora e Monkey Man

Otto le novità nelle sale questa settimana: ci sono anche il doc italiano "Amor" e l'animazione spagnola "Il mio amico robot"

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Omen, Zamora e Monkey Man, tre degli otto nuovi film al cinema dal 4 aprile
Omen, Zamora e Monkey Man, tre degli otto nuovi film al cinema dal 4 aprile

Sono otto i nuovi film al cinema dal 4 aprile, una settimana caratterizzata ancora dal successo di Un mondo a parte. Uscita il 28 marzo e favorita dal weekend lungo delle festività pasquali del 2024, la commedia di Riccardo Milani con Antonio Albanese e Virginia Raffaele ha incassato più di 3 milioni di euro in appena sette giorni, portando in sala quasi mezzo milione di persone.

Film al cinema dal 4 aprile: cosa arriva in sala

Come di consueto, la settimana sugli schermi si è aperta con un’uscita speciale: quella di La seconda volta di Mimmo Calopresti. L’adattamento della biografia Colpo alla nuca di Sergio Lenci, interpretato da Valeria Bruni Tedeschi e Nanni Moretti, torna al cinema a quasi trent’anni dalla sua uscita. Per il resto, ecco la regolare programmazione dei nuovi film al cinema dal 4 aprile, con almeno due titoli imperdibili.

Omen – L’origine del presagio

Margaret (Nell Tiger Free) è giovane novizia statunitense che nel 1971 si trasferisce a Roma per completare il suo percorso spirituale e diventare suora. La città vive gli anni di piombo, travolta com’è dalle proteste di studenti, operai e sindacati. Per Margaret i giorni scorrono all’interno di un orfanotrofio diretto dalla sorella Silvia (Sônia Braga): è qui che conosce la piccola Carlita (Nicole Sorace), una bimba che come lei nasconde un segreto terrificante nel suo passato. Opera prima della regista Arkasha Stevenson, il prequel dell’horror cult del 1976 di Richard Donner e David Seltzer con Gregory Peck è un’invettiva politica e femminista sulle malefatte ecclesiastiche e le rivelazioni clamorose che hanno portato alla nascita dell’Anticristo Damien, il figlio del diavolo incarnato in un innocente bambino.




Zamora

Negli anni Sessanta, Walter Vismara (Alberto Paradossi) è un ragioniere impiegato in una fabbrica del pavese costretta a chiudere all’improvviso. Rimasto senza lavoro, Walter si trasferisce a Milano perché assunto dal cavalier Tosetto, un maniaco del pallone che obbliga tutti i dipendenti della sua azienda a estenuanti sfide settimanali tra scapoli e ammogliati. Vismara non è un fuoriclasse e in porta gli affibbiano il soprannome di Zamora, come il numero uno spagnolo degli anni Trenta. Per fare colpo sulla segretaria Ada (Marta Gastini) e far smettere gli sfottò, Walter segue il consiglio della sorella e comincia a farsi allenare in segreto da Giorgio Cavazzoni, ex portiere del Milan e della Nazionale caduto in disgrazia. Ispirato dal romanzo omonimo di Roberto Perrone, da Pupi Avati e dal cinema francese, Neri Marcorè debutta alla regia con una garbata e delicata commedia malinconica che schiera nel cast Anna Ferraioli Ravel, Giovanni Storti e Giacomo Poretti, Walter Leonardi, Antonio Catania, Ale e Franz. Le musiche sono di Pacifico.




Monkey Man

Kid (Dev Patel) vive in povertà a Mumbai e sbraca il lunario combattendo nel giro degli incontri clandestini con una maschera da scimmia. Il suo obiettivo, in realtà, è un altro: intrufolarsi in un locale di lusso dove se la spassa l’élite indiana e vendicarsi di un gruppo di inquietanti personaggi ricchi, potenti e corrotti che sono responsabili della morte di sua madre Neela. Prodotta da Jordan Peele, l’opera prima dell’attore di origini indiane è un adrenalinico e audace revenge movie che frulla action e thriller, la leggenda di Hanuman, The Raid e John Wick, toni più spigolosi e commenti socio-politici: il risultato è godibile, ma spesso confusionario. Nel cast anche Sharlto Copley e le star di Bollywood Pitobash, Vipin Sharma, Sikandar Kher, Sobhita Dhulipala e Ashwini Kalsekar.




Tatami

Durante i campionati mondiali di judo a Tbilisi, in Georgia, l’atleta iraniana Leila (Arienne Mandi) e la sua allenatrice Maryam (Zar Amir) puntano all’oro, ma il governo teme che in finale la judoka possa affrontare un’israeliana e la coach riceve un ultimatum: se dovesse accadere, Leila dovrà fingere un infortunio e ritirarsi. Nonostante le loro famiglie siano sotto minaccia, le due prendono una decisione inaspettata. Il regista israeliano Guy Nattiv e l’autrice e attrice iraniana Zar Amir portano sugli schermi le storie vere della pugile Sadaf Khadem, dell’arrampicatrice Elnaz Rekabi e della taekwondoka Kimia Alizadeh: il dramma umano, politico e sportivo è forte, l’analisi dei sentimenti e la conclusione prevedibili.




Il mio amico robot

Nella New York degli anni Ottanta, un cane che soffre di solitudine acquista un robot per posta. I due diventano subito amici, ma sono costretti dalla vita a separarsi loro malgrado. Ciascuno per la propria strada, tentano in ogni modo di ritrovarsi. Candidato all’Oscar 2024 come miglior film animato, il cartoon senza dialoghi di Pablo Berger (realizzato con José Luis Ágreda e Benoît Féroumont, dal graphic novel Robot Dreams di Sara Varon) è balsamo per l’anima: un’iniezione di poesia, affetti, emozioni, malinconia e preziose sfumature jazz e soul.




Amor

A Roma, durante la finale dei Mondiali di calcio, Teresa (Odetta Tunyla) raggiunge il Tevere e si lascia andare alla sua corrente. Nel buio della notte soltanto la figlia Virginia vuole raggiungerla e salvarla, ma si trova costretta ad affrontare da sola la profondità delle acque e le oscurità della depressione. Virginia Eleuteri Serpieri rielabora la morte di sua madre in questo doloroso documentario autobiografico, intrecciando frammenti e sentimenti di vita familiare con foto e immagini d’epoca sullo sfondo delle rovine della città distrutta nell’immediato dopoguerra.




Autobiography – Il ragazzo e il generale

Indonesia, 2017. Sono passati quasi vent’anni dalla fine del regime di Suharto, il dittatore dell’esercito che ha ordinato stragi di massa (1 milione di morti tra il 1965 e il 1966) finanziate e coordinate dagli Stati Uniti. La pacificazione non c’è mai stata e la memoria è nulla, specie in ragazzi come Kib (Kevin Ardilova), padre in carcere e unico custode di una villa disabitata appartenente a Purna (Arswendy Bening Swara), ex generale per il quale la sua famiglia è al servizio da sempre. Il militare è appena tornato in paese e vuole candidarsi a sindaco, ma un episodio di vandalismo durante la campagna elettorale innesca un’escalation di violenza che sconvolge la vita di Kib. L’opera prima di Makbul Mubarak, basata sulla storia personale della sua famiglia, è un potente racconto di formazione, un agghiacciante thriller psicologico e una preziosa lezione di storia: da non perdere.




La seconda vita

Anna (Marianna Fontana) è da poco uscita dal carcere: nonostante i 30 anni, da adolescente si è macchiata di un reato grave ed è finita dietro le sbarre. Ora ha deciso di cambiare vita e città e si è trasferita in un paese di provincia, dove lavora come bibliotecaria. Marco (Lorenzo Gioielli), il direttore che l’ha assunta, è troppo premuroso nei suoi riguardi: l’attrazione morbosa, il peso del passato e l’incontro con il timido fabbro Antonio (Giovanni Anzaldo) porteranno Anna verso una via senza uscita. Vito Palmieri realizza un dramma intimo e personale su responsabilità, perdono e diritto di ricominciare, con una splendida protagonista.