Terence Hill annuncia il ritorno di Trinità: “Sono pronto per il terzo film”

L'attore (e regista) torna al western portando gli schermi l'incredibile storia vera di suor Blandina, "la suora più veloce del West"

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Bud Spencer e Terence Hill in Lo chiamavano Trinità...
Bud Spencer e Terence Hill in Lo chiamavano Trinità...

La notizia è di quelle clamorose: Terence Hill è pronto ad indossare per la terza volta i panni di Trinità. E non è un’indiscrezione: l’ha annunciato l’attore stesso in un’intervista concessa a Sette, il settimanale del Corriere della Sera. Parlando del ritorno in auge del western, Hill – 84 anni il prossimo 29 marzo – ha rivelato di non escludere un ritorno al suo genere cinematografico preferito.

Terence Hill torna Trinità in un nuovo film

“Al western violento no, ma al ritorno del western sono pronto a partecipare – racconta l’attore –. E tutta questa ripresa di interesse, che in America c’è da un po’ e in Italia sta arrivando ora, mi piace molto”. La notizia è quindi il ritorno del suo Trinità, icona del sottogenere spaghetti-western consacrato con due film di culto insieme all’amico Bud Spencer.

Al momento non ci sono molti dettagli riguardo al sequel di Lo chiamavano Trinità… (1970) e …continuavano a chiamarlo Trinità (1971). Si sa soltanto che dovrebbe entrare in produzione da quest’estate (le riprese avverranno in Abruzzo) con il titolo Trinità, la suora e la Pistola. La trama si basa sulla storia vera di Rosa Maria Segale, una coraggiosa suora italiana emigrata alla fine dell’Ottocento dall’entroterra ligure negli Stati Uniti e conosciuta come Blandina, “la suora più veloce del West”. Arrivata in America con la sua famiglia contadina, la donna partì da sola da Cincinnati per le terre inesplorate del lontano sud-ovest.

Il film comincia quando Trinità, ormai anziano, salva Suor Blandina da tre banditi. La Pistola è il soprannome di Billy the Kid, incontrato davvero dalla religiosa nel corso del suo viaggio e che ebbe il coraggio di affrontare più volte. Blandina è stata la fondatrice di numerose scuole a Santa Fe, dove ha lottato per i diritti degli ispanici e dei nativi americani, e dell’ospedale di St. Joseph.

Suor Blandina, la suora con gli speroni che sfidò Billy the Kid nel Far West
Suor Blandina, la suora con gli speroni che sfidò Billy the Kid nel Far West

Per Terence, che ha ormai salutato Don Matteo dopo oltre 20 anni, il western è sinonimo della parola libertà. “Nel western – spiega l’attore – ci trovo un qualcosa di mistico. Mi tornano alla mente i giorni passati con Sergio Leone, un amico che mi manca tanto. Stavamo girando Il mio nome è Nessuno, e guardavamo in moviola la scena del mucchio selvaggio di cowboy che arrivava compatto a tutta velocità. Fu allora che mi prese per mano e andammo in una zona buia del set, dove riuscivo appena a scorgerne la faccia. Ruppe il silenzio e mi disse con volto serissimo su cui mi accorsi che scendevano le lacrime: ‘Questo è il western’”.

“Vedere quel romanaccio di Leone, brusco, disincantato, che riusciva a commuoversi per lo slancio di libertà dei cowboy, dell’eroe del West, un personaggio più grande della vita stessa – aggiunge Hill –, mi fece capire che c’era qualcosa di soprannaturale, di mistico appunto in quella visione del mondo. Che da quel momento divenne anche la mia”.

Terence Hill e Bud Spencer: “Diversi, ma mai litigato”

Il terzo capitolo di Trinità sarà inevitabilmente dedicato a Bud Spencer, l’amico e collega di una vita scomparso nel 2016 e con il quale ha girato 18 film. “Lo ricordo quando da ragazzino facevo nuoto – ricorda Hill – e con gli amici andavamo sugli spalti della piscina ad aspettare il grande campione italiano Carlo Pedersoli che si allenava. Lo guardavo arrivare, sigaretta in bocca, a bordo piscina. La mollava a un amico e entrava in vasca tra mille spruzzi. Ci chiedevamo quante ne avrebbe fatte, noi che ogni giorno ne facevamo tantissime. Fa una vasca, 50 metri; torna indietro e quindi ne fa un’altra. Poi esce. Non ne aveva bisogno con la forza naturale che aveva. E poi… il suo carattere non prevedeva l’allenamento. Se solo si fosse allenato con regolarità sarebbe diventato campione del mondo. Ma era così: tutta forza, tutto istinto. E quella forza la trasmetteva a tutti dal grande schermo”.

Sul set e nella vita privata Mario e Carlo erano davvero come fratelli. “Con Bud – confessa Terence a Sette – avevamo un rapporto perfetto, mai litigato. Anche se eravamo molto diversi. Per dire: io, un po’ ‘tedesco’ mi portavo una coach per parlare in inglese americano. Lui mi diceva che non ci pensava proprio. Si limitava a muovere la bocca in un certo modo così sembrava che stesse parlando inglese”.