Alessandra Canale vince la causa contro la Rai che l’aveva costretta a smettere di fare l’annunciatrice

Estromessa dal suo ruolo di annunciatrice, l'ex “signorina Buonasera” incassa 45mila euro di risarcimento per danno d'immagine

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Alessandra Canale
Alessandra Canale

Si è conclusa con un trionfo per Alessandra Canale la causa che l’annunciatrice ha fatto alla Rai. La Cassazione ha respinto il ricorso della televisione di Stato e dichiarato illegittimo il demansionamento a cui era stata costretta l’ex “signorina Buonasera” tra il 2006 e il 2013. All’epoca, come ricordano i giudici d’appello, Canale è stata costretta a non lavorare. La scelta dell’azienda le ha procurato danni di immagine per sette anni.

Alessandra Canale: causa con Rai finisce in vittoria

La lunga battaglia giudiziaria si è conclusa con il respingimento del ricorso presentato da viale Mazzini contro la sentenza del 2022 che definiva “illegittima” l’assegnazione della Canale ad altre mansioni. Assistita dallo studio legale Dell’Aiuto, l’annunciatrice – attualmente conduttrice radiofonica di Onda verde e Meteo sera – otterrà 45mila euro dalla Rai sotto forma di risarcimento, ai quali si andranno ad aggiungere altri 8.830 euro come risarcimento per danno biologico.

Alessandra Pimpinella, questo il suo nome all’anagrafe, è stata a lungo legata all’armatore Amedeo Matacena, l’ex deputato di Forza Italia condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e latitante a Dubai, dov’è morto stroncato da un infarto nel 2022. Da Matacena la Canale ha avuto il figlio Amedeo Junior. Dal 2013 è sposata col procuratore sportivo Antonio Caliendo. La conduttrice ha rotto il silenzio sulla sua estromissione dalla Rai il 20 settembre 2002, quando annunciò in lacrime di essere stata demansionata, salutando il pubblico con un “vi voglio bene a tutti”.

Alessandra Canale, il figlio Amedeo sempre al suo fianco

Nel 2010 la Canale ha ottenuto la prima vittoria in tribunale, quando la Cassazione ha stabilito che la Rai doveva restituirle il ruolo di annunciatrice. Non è ancora chiaro se i ruoli ricoperti dal 2013 ad oggi possano essere considerati parte di quella mansione: saranno i legali della Canale a fare luce su questo punto. “Dopo 20 anni di sofferenza, lacrime ed amarezza finalmente ho ottenuto giustizia: ho vinto!”, scrive sui social commentando a caldo la sentenza.

“Ora attendo che mi venga riconosciuto un ruolo adeguato, come è giusto che sia. Ringrazio di cuore il mio avvocato Dell’Aiuto che forse più di tutti ha creduto in me e la mia famiglia in particolare mio figlio che ha sofferto silenziosamente per la mia disperazione. La giustizia è lenta, ma esiste. Un ringraziamento particolare va al Presidente della Repubblica per il suo costante impegno nel garantire i diritti di tutti i cittadini”, conclude la Canale.