La lunga diatriba di Adriana Volpe contro Magalli sembra aver raggiunto un nuovo capitolo. I forti dissapori tra i due presentatori de I Fatti Vostri sono stati molteplici durante gli anni, ma questa volta pare che il Tribunale di Milano abba emesso sentenza in merito all’accusa di diffamazione aggravata che il conduttore avrebbe fatto nei confronti della collega.
Epilogo dell’accusa di Adriana Volpe contro Magalli
I fatti risalgono dal 2017 quando, a causa di un’intervista a “Chi”, il volto maschile e storico del programma di Rai 2, dovrà oggi risarcire danni patiti dalla parte civile (la Volpe) assistita dagli avvocati Michele Briamonte, Nicola Menardo e Stefania Nubile dello Studio Grande Stevens. I danni corrispondono a 25.000 euro, mentre la multa da pagare è di 14.000.
A riverlarlo è proprio ‘il pagante’: “Dato che tra 5…4…3…2…1 la Volpe inonderà il web di comunicati stampa riguardanti la mia condanna esemplare per un’intervista in cui io parlavo del Me Too e NON la nominavo affatto, volevo anticiparla specificando che il giudice mi ha dato una multa (che non devo nemmeno pagare) una provvisionale (che non devo pagare) e le spese legali (che pagherò). Questo prima che dica che sono stato condannato all’ergastolo o a 10 milioni di risarcimento”, si legge sui social del conduttore. “Per inciso nella causa eravamo imputati io, il giornalista che mi aveva fatto l’intervista ed aveva cercato di farmi parlare della Volpe (assolto) ed il direttore responsabile del giornale che l’aveva pubblicata. Per lui la querela è stata ritirata. E di chi parliamo? Ma di Alfonso Signorini che casualmente è quello con cui da allora Adriana lavora. Coincidenze, eh…”.
Le parole di Adriana Volpe contro Magalli erano state queste, negli scorsi mesi; “Lavorare con Giancarlo è stato molto difficile. In me rimane la voglia di un senso di giustizia che mi aspetto. Non mollo. Non lo faccio per me, che ho preso un mio percorso, ma per chi arriverà dopo. Investo tempo, energie e anche soldi per la tutela del lavoro: non è possibile che se uno alza il dito per segnalare una questione seria non solo non venga ascoltato ma addirittura zittito e messo in disparte. Che si tratti di uomini o donne, non cambia.“