Gigi Proietti tra cultura del popolo e cultura d’élite: le sue migliori apparizioni

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come stanno le figlie e la compagna di gigi proietti

La scomparsa di un gigante come lui ha pesato davvero molto sul cuore degli spettatori italiani: pioniere, autore e protagonista della storia cinematografica, teatrale e televisiva italiana, l’eredità di Gigi Proietti tra cultura ‘pop’olare ed opere dall’incredibile levatura intellettuale è immensa.

Volto da autentico e antico romano, l’attore ha avuto – tra gli innumerevoli – il grandissimo merito di saper parlare in modo assolutamente trasversale a tutti i tipi di pubblico. C’è chi lo ha amato profondamente, chi lo ha conosciuto superficialmente solo sul piccolo schermo, chi grazie a lui ha scoperto tematiche importanti o spettacoli internazionali. Non molti ricordano, infatti, che è stato grazie al suo intervento che nel 2003 a Roma è sorto il Globe Theatre su esatto modello del celebre teatro inglese di Shakespeare. Ed è stato sempre il suo talento ‘senza fronzoli’ che è riuscito, all’epoca, a rendere accessibile il sommo poeta di Romeo e Giulietta anche ad un pubblico che non aveva familiarità.

Da questo piccolo e significativo spunto proviamo ad omaggiare una carriera semplicemente irripetibile con la nostra personale selezione delle migliori interpretazione di Gigi Proietti tra cultura del popolo ed elitaria.

Gigi Proietti tra cultura ‘commerciale’ e opere di incredibile levatura intellettuale: il cinema impegnato di Elio Petri

gigi proietti tra cultura e società

Partiamo da uno dei titoli che ha segnato di più non solo la sua di filmografia, ma anche quella traiettoria ben delineata del cinema italiano che il regista Elio Petri – che solo 3 anni prima aveva realizzato ‘Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto‘ – ha ben declinato nella cosiddetta ‘trilogia della nevrosi’: La proprietà non è più un furto (1973)

Co-protagonista di Ugo Tognazzi e Flavio Bucci, il mitico Proietti partecipa ad un’analisi a sfondo grottesco sulla proprietà e sul denaro regalando al pubblico una delle più belle ‘elegie’ ai ladri:

Di pochi anni dopo è la celebre ‘Febbre Da Cavallo (1976)’, film che più di tutti forgia il mito di Proietti e lo identifica, a tutti gli effetti, con Mandrake e le sue ‘mandrakate’. Anche a distanza di decenni, sarà l’attore stesso a citarsi, autocitarsi e parodiare il suo stesso personaggio – destinato a diventare immortale – che delineò insieme al regista Steno.

Dello stesso anno è anche una pietra miliare del teatro italiano: è qui che avviene il miracolo di Gigi proietti tra cultura pop e cultura ‘alta’: il suo spettacolo ‘A me gli occhi please’. Istrionico, divertente da lacrime agli occhi, improvvisatore, capace di indossare diversi registri linguistici come fossero indumenti: con il suo show ha fatto letteralmente scuola per le classi di comici del nostro paese, oltre a sfoggiare un’ironia e un ritmo che ancora adesso, dopo quasi 50 anni, rende i suoi monologhi ancora assolutamente attuali. Tra i tanti, Carlo Verdone ha di recente ammesso di averlo guardato 4 volte per studiarlo a fondo: “Ho imparato tanto, per me era il migliore“. Per chi vuole riguardarlo, YouTube lo propone in versione integrale:

Lo spettacolo teatrale che ha fatto scuola e l’incursione nei ‘blockbuster’ del cinema italiano

Saltellando tra i generi, facciamo un salto nel 2004, quando l’attore di Shakespeare appare nel cast de Le Barzellette ( 2004 ) di Carlo Vanzina. Qualcuno dei suoi fan di allora avrà potuto storcere il naso, chissà: fatto sta che la totale dedizione verso il suo mestiere – unita alla versatilità e umiltà con cui si cuciva e scuciva di dosso ruoli ‘raffinati’ o più ‘ordinari’ – ha fatto sì che Proietti non si sia mai voluto risparmiare con nessun tipo di pubblico. Ha sempre lavorato per intrattenere, per stupire, per allietare. E anche in questo ‘blockbuster’ italiano regala momenti genuinamente esilaranti:

Eclettico e padrone dello strumento principale di ogni buon attore, autore e comico – la parola, ci ha regalato anche momenti di straordinario omaggio ad una delle lingue più ‘teatrali’ e colte del nostro paese: il napoletano. Ecco, infatti, la performance di Gigi Proietti che fa il ‘grammelot’ ( espediente teatrale in cui si emettono suoni senza senso che simulano discorsi e parlate reali) in napoletano. 

E come non concludere con la sua entrata ‘dalla porta principale’ nelle case degli italiani? Parliamo naturalmente de il suo ruolo de Il Maresciallo Rocca, serie cult che la Rai ha mandato in onda dal 1996 al 2005 con 5 stagioni ed una mini-serie conclusiva, con più di 10mila spettatori e innumerevoli repliche che hanno prolungato fama e affezione del pubblico fino a pochi anni fa. Per omaggiare anche la sua anima più spiccatamente televisiva, facciamo un piccolo ‘crossover’: il suo personale ricordo della fiction durante un altro indimenticabile show, ‘Cavalli di battaglia’.

Ci abbandoniamo, infine, al ricordo di un talento indiscutibile della storia cinematografica italiana con un altro dei suoi memorabili doni: quello della sua voce nel doppiaggio italiano del Genio della lampada di ‘Aladdin’, della Disney.

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