Presentato a Cannes 74 e accolto da una standing ovation di cinque minuti, La ragazza di Stillwater è il settimo lungometraggio di Tom McCarthy e il secondo che porta sugli schermi un’incredibile storia vera. Non è la prima volta che il regista si confronta con un film tratto da fatti realmente accaduti: è suo Il caso Spotlight, thriller vincitore di due Oscar basato sull’indagine del Boston Globe sull’arcivescovo Bernard Francis Law, accusato di aver coperto molti casi di pedofilia avvenuti in diverse parrocchie dell’area di Boston.
La ragazza di Stillwater a cosa si ispira?
Nonostante sia ambientato tra Stillwater in Oklahoma e Marsiglia in Francia, La ragazza di Stillwater si ispira a uno dei casi di cronaca nera più conosciuti degli ultimi anni: il delitto di Perugia. È il 2007 quando Meredith Kercher, studentessa inglese originaria di Leeds, viene assassinata nell’appartamento della città umbra che condivideva con altre tre ragazze, due italiane e la statunitense Amanda Knox. Proprio l’americana viene accusata di aver ucciso la coinquilina con la partecipazione del suo fidanzato, Raffaele Sollecito.
Nel film Matt Damon è Bill Baker, un trivellatore americano padre di Allison (a interpretarla è Abigail Breslin), giovane studentessa in Erasmus in Francia e finita in carcere per un omicidio che sostiene con ogni forza di non aver commesso. Bill comincia ad indagare per conto suo e con l’aiuto dell’attrice teatrale Virginie, va alla ricerca di Akim, il ragazzo che Allison sostiene essere il vero assassino. Sono evidenti i rimandi alle figure di Patrick Lumumba (il proprietario del locale dove lavorava Amanda Knox e che l’americana accusa falsamente del delitto) e di Rudy Guede, lo studente ivoriano che subito dopo l’omicidio di Meredith viene arrestato e risulterà l’unico condannato per la morte della Kercher, per la quale ha scontato 14 anni di carcere.
La ragazza di Stillwater storia vera del delitto di Perugia
Distribuito in Italia da Universal Pictures, La ragazza di Stillwater è uscito al cinema nel 2021, ma Tom McCarthy racconta di aver cominciato a lavorare alla sceneggiatura del film almeno dieci anni prima. Ispirato dai noir mediterranei di Jean-Claude Izzo e Andrea Camilleri, il regista ha aggiunto la suggestione di uno dei tanti delitti italiani di cui non si conosce ancora il vero colpevole. A questa base si è sommato il clima politico del periodo: l’amministrazione Trump negli Stati Uniti, il clima di “un Paese che ha sempre aspirato a essere un punto di riferimento in termini di giustizia, uguaglianza e libertà” e che invece “stava smantellando le proprie fondamenta, con tutto il mondo ad assistere attonito”.
Il caso Amanda Knox è soltanto il punto di partenza della storia. “La ragazza di Stillwater è un film che parla all’America e al suo ruolo nel mondo – spiega McCarthy nelle note di regia –. Affronta il nostro imperativo morale e la percezione che ne abbiamo. È una storia di liberazione che si mischia alla vergogna e alla colpa, capace di tenerci legati a un posto. È un film che ci indica la nostra necessità di essere amati e desiderati. Ed è un film che non ero pronto a girare fino ad oggi”.