Mary Poppins è un film “discriminatorio”: il classico con Julie Andrews non è più per famiglie

In Inghilterra è scattato il divieto ai minori di 12 anni voluto dalla Commissione per la classificazione dei film: ecco perché

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Julie Andrews in Mary Poppins
Julie Andrews in Mary Poppins (foto: Walt Disney Productions)

In Inghilterra Mary Poppins, il classico per famiglie del 1964, non è più un film “per tutti” ma per “bambini accompagnati”. Lo ha deciso la British Board of Film Classification, la Commissione nazionale che valuta e classifica i film in base al loro contenuto. Per l’ente, i minori di 12 anni devono essere accompagnati da una persona adulta durante la visione di uno dei titoli più famosi della storia del cinema perché il film usa un linguaggio discriminatorio.

Mary Poppins discriminatoria: ecco perché

Il Board fa riferimento all’uso “improprio” della parola Ottentotti, pronunciata due volte nel film e rivolta agli spazzacamini con la faccia nera di fuliggine. Il termine si riferisce alla popolazione dei Khoekhoe, nativi dell’Africa australe che all’epoca della colonizzazione olandese nel diciassettesimo secolo abitavano nella regione del Capo di Buona Speranza. I superstiti scampati ai massacri europei oggi vivono in Namibia.

Abbandonata dagli studiosi, la parola ottentotto in senso figurato è diventata un’estensione per definire le persone ignoranti, maleducate ed ottuse. “Mary Poppins ha un suo contesto storico preciso e l’uso di quelle parole non è condannato – si legge in una nota della BBFC – ma le nostre linee guida sono precise. Contiene un linguaggio che non è accettabile con la classificazione per tutti. Per questo abbiamo valutato il film con un nuovo rating per l’uso di linguaggio discriminatorio”.

Julie Andrews in Mary Poppins
Julie Andrews in Mary Poppins (foto: Walt Disney Productions)

Mary Poppins, Ottentotti e il linguaggio discriminatorio

“Dalle nostre ricerche sul razzismo e la discriminazione – conclude l’ufficio stampa della Commissione – ci rendiamo conto che una delle preoccupazioni principali per le persone, e in particolare per i genitori, è la possibilità di esporre i bambini a un linguaggio o a un comportamento discriminatorio che potrebbero trovare angosciante o ripetere senza rendersi conto della potenziale offesa”.

L’aggiornamento del rating, che ora sul sito ufficiale della BBFC risulta PG (Parental Guidance) ovvero una visione a discrezione dei genitori data la presenza di scene poco adatte ai bambini, non prevede censura o il taglio dei dialoghi incriminati. Nelle edizioni home video cambierà il cartello prima dei titoli di testa dove si leggerà che è stato aggiornato il rating di riferimento. Una mossa simile a quella già avvenuta in occasione dell’inserimento di classici Disney come Dumbo e Peter Pan nel catalogo della piattaforma streaming Disney+.