I nuovi film al cinema dal 26 gennaio sono fortemente orientati alla Giornata della Memoria 2023, la ricorrenza che ogni anno cade il 27 gennaio per non dimenticare le vittime della Shoah e i deportati militari e politici nei campi nazisti. Si comincia con High Maintenance – Vita e opere di Dani Karavan, documentario sull’artista israeliano alla prese con la problematica commissione di un monumento ai Giusti di Polonia. Distribuisce la neonata Bloom (nata al celebre club di Mezzago) che porta il doc di Barak Heymann in tour tra Firenze, Modena, Bologna, Padova, Mezzago, Milano e Bergamo.
Tutti i film al cinema dal 26 gennaio
È uscito il 25 gennaio In viaggio con Montale, documentario di Fulvio Wetzl che celebra il poeta e scrittore e il Premio Nazionale “Montale Fuori di casa” creato nel 1996 da Adriana Beverini. Ancora, ma per un pubblico completamente diverso, soltanto per una notte, il 27 gennaio e in 134 sale, arriva il documentario Billie Eilish: Live at the O2, la versione integrale del concerto che la giovane popstar ha tenuto allo O2 di Londra, ripreso dal regista Sam Wrench con 20 camere con sensore full frame. Per il resto, ecco le 11 uscite che passano sugli schermi a partire da giovedì.
Il primo giorno della mia vita
Ha il maggior numero di copie (443) il nuovo film di Paolo Genovese, che sta tentando di mettersi alle spalle il successo di Perfetti sconosciuti e battere strade diverse. Dopo il thriller The Place e il melodramma Supereroi, gira un’altra opera corale (nel cast Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Sara Serraiocco, Margherita Buy, Thomas Trabacchi, Giorgio Tirabassi, Elena Lietti, Lino Guanciale) su un albergatore misterioso che tenta di convincere quattro aspiranti suicidi a cambiare idea. In bilico tra mystery e mélo esistenziale, l’esperimento è sentito ma proprio riuscito.
Profeti
È interessante, problematico e soprattutto non lascia indifferenti (anche se nel complesso non tutto funziona) il ritorno di Alessio Cremonini a cinque anni da Sulla mia pelle. Il regista affronta per l’ennesima volta un argomento spinoso: la storia di una giornalista italiana (Jasmine Trinca) arrivata in Siria per documentare la guerra civile e rapita dall’Isis. Gli attivisti di Daesh la tengono in prigionia sorvegliata giorno e notte da Nur (Isabella Nefar), una giovane londinese convertita all’Islam radicale e sposata a un miliziano del Califfato. Il confronto scontro tra le due donne sarà durissimo.
The Plane
Per staccare il cervello e passare un’ora e mezza di puro intrattenimento c’è l’avvincente action catastrofico diretto a Hollywood dal francese Jean-François Richet, il bravo regista di Ma 6-T va crack-er e Nemico pubblico N. 1 sul gangster Jacques Mesrine. La trama è semplice: un pilota (Gerard Butler) è costretto ad un atterraggio d’emergenza in una zona delle Filippine sconvolta dalla guerra civile e si allea con un marine accusato di omicidio (Mike Colter) per salvare i suoi passeggeri sequestrati da un commando di ribelli.
A letto con Sartre
Arriva due anni dopo la presentazione a Cannes nel 2021 e in appena 23 sale la poetica commedia dell’assurdo di Samuel Benchetrit, popolata come di consueto da personaggi strampalati. In questo caso, gli abitanti brutali della sempre più isolata Dunkerque, i quali vedono le loro vite sconvolte dall’amore quando l’arte e il teatro irrompono nella loro grigia quotidianità. Nel cast tanti volti noti del cinema francese, da François Damiens, Joey Starr e Bouli Lanners a Valerina Bruni Tedeschi, Vanessa Paradis e Ramzy Bedia.
Anton Cechov
Addirittura 19 sale a disposizione per questo biopic del 2015 (!) del francese René Feret. La vita del romanziere e drammaturgo russo, interpretato da Nicolas Giraud, è ricostruita in maniera accurata ma il risultato è a tratti zoppicante. Si va dai primi racconti pubblicati sui giornali di Mosca al successo assoluto con la vittoria del Premio Pushkin, fino alla morte dolorosa del fratello Nikolaj e al viaggio sull’isola di Sachalin che cambierà per sempre i suoi lavori.
Audition
Wanted Cinema porta nelle sale (poche) la versione restaurata dell’horror di culto del cinema giapponese e uno degli esiti più felici nella ricca e imperdibile filmografia di Takashi Miike. È ancora attualissima la parabola di Shigeharu Aoyama (Ryō Ishibashi), il vedovo di mezz’età che si improvvisa produttore e a un provino si infatua della bella attrice Asami Yamazaki (Eihi Shiina): sarà l’inizio di un tremendo gioco al massacro fatto di torture e sadismo. Da vedere o da recuperare, consapevoli che a molte proiezioni gli spettatori sono scappati inorriditi o rimasti in stato di shock.
Hometown – La strada dei ricordi
Roman Polanski e il fotografo Ryszard Horowitz, suo amico ai tempi del ghetto di Cracovia, tornano sui luoghi dove hanno vissuto la persecuzione nazista. Filmati dai registi Mateusz Kudla e Anna Kokoszka-Romer, osservano com’è cambiata la città polacca rispetto agli anni della Seconda guerra mondiale e riflettono su una dolorosa memoria condivisa. In sala in occasione della Giornata della Memoria, un doc d’osservazione che mostra l’umanità dietro la tragedia.
La seconda via
Ancora per il Giorno della Memoria, il dramma storico di Alessandro Garilli porta il pubblico sul fronte russo nel 1943, nella campagna dove morirono oltre centomila giovani. È gennaio e la compagnia 604 deve passare la steppa per sfuggire all’accerchiamento dei nazisti. I sopravvissuti sono sei alpini e un mulo: a 40 gradi sottozero, cercano di superare il freddo, la neve incessante e i fitti boschi rifugiandosi in uno stato onirico fatto di ricordi e speranze.
Tre minuti
L’affascinante e commovente documentario di Bianca Stigter recupera un documento storico davvero prezioso: un breve filmato amatoriale in 16 mm trovato per caso in un armadio. Quei pochi minuti rivelano il destino tragico della comunità ebraica di Nasielsk, in Polonia. La piccola città nel voivodato della Masovia fu il primo paese vittima dell’occupazione nazista: qui soltanto meno di 100 persone sopravvissero all’Olocausto.
Terezin
Gabriele Guidi trasforma in fiction la storia vera del campo di concentramento di Theresienstadt, il ghetto costruito dal Reich nella cittadina della Repubblica Ceca per rinchiudere intellettuali, pittori, scrittori e musicisti ebrei mitteleuropei. Due di loro, il clarinettista italiano Antonio (Alessio Boni) e la violinista cecoslovacca Martina (Antonia Liskova), finiranno per innamorarsi e per scoprire che quello che è propagandato come un campo modello è in realtà un centro di smistamento per prigionieri mandati di lì a poco a morire.
Trieste è bella di notte
Matteo Calore, Stefano Collizzolli e Andrea Segre raccontano in questo documentario di viaggio cosa succede lungo il confine tra l’Italia e la Slovenia sulle colline sopra Trieste. È l’occasione per tracciare le tappe che i migranti della rotta balcanica attraversano per arrivare in Europa, nella speranza di non essere fermati dalla polizia italiana e rispediti indietro fino in Bosnia. Sono proprio alcune delle persone respinte a raccontare direttamente le cosiddette “riammissioni informali”. Prodotto da ZaLab (che lo porta in tour con i registi: le date sul sito ufficiale) con il sostegno di Open Society Foundations, la rete di fondazioni internazionali create da George Soros.