Gli artisti e Fedez contro Conte: i comizi sì e i concerti no?

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Fedez contro Conte
Fedez contro Conte

In attesa delle disposizioni del 30 settembre – che decreteranno i nuovi criteri per gli eventi, i concerti, i teatri e cinema – è in corso una bella polemica tra il mondo della musica e in particolare di Fedez contro Conte. Tutto è partito da alcuni video condivisi dall’ex Presidente del Consiglio che ha mostrato una folla di persone presenti ad un suo incontro politico pro-elezioni. Le foto e i video hanno fatto il giro del web e hann o fatto nascere non pochi scontenti:

In riferimento a quello che sta accadendo in tante piazze italiane, colorate in questi giorni da tantissime bandiere di diversi partiti politici, io (e molti miei colleghi) vorremmo chiedere – scrive il cantautore Calcutta – Al mondo della politica. Alle task force di scienziati al servizio della nazione. Ai virologi. Illuminati dalla scienza e/o dai riflettori. PERCHÉ? Perché tutto questo non è una seria minaccia alla salute del paese? Solo questo. Una manciata di spiegazioni per andare a dormire con la testa in ordine. E comunque tanta bufera nel cuore Perché non è pericoloso? Perché? Non vogliamo sapere perché i concerti no e questo sì. Vorremmo sapere: perché questo è ok?

fedez contro conte

Le polemiche di Fedez contro Conte

Facendosi portavoce di questo scontento, si è schierato apertamente Fedez contro Conte e, in generale, contro tutti quelli che in campagna elettorale stanno dando il via libera a situazioni di affollamento: “Credo che le risposte vadano date direttamente alle persone che non sono messe nelle condizioni di svolgere il loro lavoro da oltre due anni, con scarsissimi aiuti da parte dello Stato – dice il rapper in una story, dopo che il politico gli ha risposto sui social – La cosa che mi mette tristezza è che sono sicuro che domani, la macchina della propaganda e i comizi con le piazze gremite con tre quattro mila persone senza distanziamento, tampone, green pass continueranno, mentre i concerti no. Ecco, io credo che tutto questo, agli occhi di un lavoratore dello spettacolo potrebbe suonare come una grande ingiustizia