Dopo la polemica su Pio e Amedeo ed il loro monologo durante il programma ‘Felicissima sera’ arriva finalmente il commento degli stessi comici alla baraonda di critiche, giudizi (pro e contro) e commenti alle loro considerazioni ironiche sui temi della discriminazione, catcalling e parole offensive. Ecco cos’ha dichiarato in primis Amedeo Grieco, sostenuto poi dall’altra metà del duo in un veloce collegamento telefonico:
Polemica su Pio e Amedeo dopo le loro dichiarazioni sulle discriminazioni
Ad intercettarli è stata la redazione del programma La7 ‘Di Martedì’, che è partita da una riflessione del giornalista Furio Colombo: “Quello che ha detto Amedeo (riguardo l’ironia sull’avarizia stereotipata degli ebrei e il parallelo con i genovesi) è insensato per un adulto che sa che c’è stata la shoah, in una città in cui ci sono le pietre di inciampo, in cui mancano in giro persone, bambini, vecchi, adulti, insegnanti, intellettuali che essendo ebrei sono stati tolti di mezzo. Non può dire le cose che dice, perché sono sbagliate e perché deve ricordarsi della bellissima frase di Carlo Levi, ‘le parole sono pietre‘”.
Dal canto suo, Amedeo Grieco risponde: “Ma noi continueremo a farlo. Non vedo l’ora di andare in televisione a ribadire il concetto“. Il comico aveva già espresso la sua opinione con un post su Facebook: “Questa dittatura grammaticale non ce la fanno passare. Ci rendiamo conto che ci stanno cancellando dei passaggi dei film Disney? Stiamo perdendo il nord della bussola. La tanto nominata libertà di opinione che si invoca, poi alla fine se uno ha una opinione diversa dalla comunità allora è omofobo. Chi mi chiama omofobo è un figlio di p*** (ride, ndr). Abbiamo degli amici gay, io non ci penso neanche più che lo sono“.
Anche Pio risponde all’eco della polemica su Pio e Amedeo: “Ci dispiace che qualcuno si sia offeso, ma ci dispiace semplicemente perché non siamo stati capiti“. E Grieco esclama: “Ci rendiamo conto in che paese viviamo? Noi abbiamo solamente detto che le parole hanno un peso e niente è il peso delle parole in confronto al peso delle intenzioni. È incredibile che si faccia la guerra alla grammatica e non all’educazione“.
A sostegno della loro ‘difesa’, i comici ricordano una puntata in particolare del loro show ‘Emigratis’: “Noi siamo stati in Russia con Vladimir Luxuria, mentre gli altri mettono le bandiere arcobaleno sui profili Instagram. Quello è un paese in cui si adescano i ragazzi omosessuali su Facebook, si incontrano, li si pestano senza dire le parole incriminate. Il nostro monologo parte dall’idea di disinnescare la carica emotiva di quelle parole. Secondo me il problema è ancora autoproclamarsi comunità. Noi guardiamo le persone, non i generi. Autoclassificarsi in generi e in categorie è il volano della discriminazione“.
Insomma, per il duo comico “L’ignoranza è un acquazzone che ci piove addosso, non puoi fermarlo con l’ombrello. L’ironia è come l’ombrello che può proteggere alcuni, a volte l’acquazzone è così forte che non regge neanche l’ombrello. Noi superficiali? Un comico non deve essere superficiale? Noi parliamo alla pancia del paese, noi dobbiamo intrattenere le persone che stanno vivendo un periodo di m3rda”
In ultimo, il commento di Amedeo sulla reazione ‘politica’ del paese alle loro parole: secondo lui la sinistra “Ci dà contro perché ci ha retwittato Salvini, che evidentemente è una persona intelligente. Mi hanno chiamato persone di sinistra di cui non posso dire i nomi, c’è una maggioranza silente che ci dice: “Finalmente avete detto delle cose che tutti vogliono dire”. Il politicamente corretto è dire che, a momenti, non devo poter più raccontare una barzelletta sui carabinieri“.